let me love you goodbye

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Forse erano stati i giorni
migliori delle loro vite.
Una settimana fuggitiva, pazza.
Notti in fiamme e poi
nascondigli frettolosi.
Per concludere con avventure tra palazzi e balli inaspettati.
Simon sembrava non
accorgersi di niente.
La sera li lasciava andare nelle loro camere e quando il giorno dopo veniva a svegliarli li ritrovava nella loro
opportuna camera.
Come se nulla fosse successo durante la notte.
Ma come si dice, i momenti
più belli passano più
velocemente.
Infatti, in un battito di ciglia era già la domenica seguente.
L'indomani harry
iniziava il suo torneo.
Il suo primo torneo
fuori dall'Europa.
Era così emozionato.
Ma anche ansioso.

—————

Come tutte le mattine
Simon bussò alla porta
del più piccolo,
alle 7.30 di quella domenica.
Abbastanza tardi, dopo averlo svegliato per sei giorni tranquilli alle 6 di mattina.

Harry sobbalzò al frastuono proveniente dalla porta.
Era Simon che bussava come
con un martello su quella fottuta camera d'albergo.

"È ora di alzarsi!!" Urlò senza preoccuparsi delle altre persone he dormivano.

"Sbrigarsi!!"  Riaffermò nuovamente poi

Harry mugugnò "mmm arrivo"

"Solo un attimo"
aggiunse

Era davvero stanco.
La sera precedente era stato
fino alle due di notte a ballare con Louis
e un altro gruppo i ragazzi
e ragazze in un bar,
più o meno al centro
di little italy.
La suo voglia di alzarsi
era pari a zero.
Letteralmente.

Ma, frustato e stanco morto,
con le sue poche
forze si tirò su.
E si preparò mentalmente
per affrontare la giornata dura che gli aspettava.
Poi si alzò e andò a scendere
i vestiti.

—————

8.30

Colazione fatta, doccia fatta,
zaino preparato, profumo Gucci (obbligatorio) preso.
Ripassò tutto a mente per
la seconda volta il riccio,
non ancora sicuro che avesse preso
tutto il necessario.

Solo allora si diresse fuori l'hotel
dove avrebbe  iniziato la sua dose
di seduta atletica
mattutina.

"Simon!" Lo salutò il più piccolo

"Sei in ritardo" rispose con
le braccia chiuse al petto
e il volto serio il
maestro.

"Oh em, mi scusi"

"Mmh, inizia a correre"
Disse il più grande

"Certo" si limitò a accettare prima di iniziare a fare i giretti dell'' hotel correndo.

—————
Dopo poco più di 10 giri si
fermò esausto.
Appoggiò un braccio sulla panchina, con il fiato corto.
La sua mano destra passò lungo
la sua fronte.
Poi stropicciò i suoi occhi e si limitò a sedersi.
Non riuscì a non sbadigliare.

"Non ti vedo al meglio delle tue
forze" disse Simon
curioso.

Il riccio non rispose.

"Come hai dormito in queste notti caro?"
Gli chiese poi

"-b-bene, s- si sì"
balbettò il più piccolo.

"Mmh, lo vedo..."
Girò intorno alla panchina senza smettere di guardarlo.

"D-davvero"
Balbettò nuovamente

"C'entra Louis?"

Harry non rispose di nuovo,
abbassò solo il
volto.

"Capisco, mi sono capito da solo,
penso che, a questo punto, sono
costretto a chiamare la scuola e a farlo
tornare a Londra,
per poi magari farlo tornare
direttamente a Doncaster.
Che ne pensi?"

"Simon, ti prego-"

"Ormai ho preso la mia
decisine, non puoi
minimamente divertirti con lui,
figuriamoci  stare insieme.
Non se ne parla.
Ti distrae da tutto, tu adesso
non ci pensi.
M un giorno, te ne pentirai."

"M-" harry incapace di parlare ancora corse in camera, lasciandosi
indietro tutti i problemi.

Si buttò sul letto, esausto,
stanco e adesso
nonostante tutto anche triste.
Non poteva stare senza louis,
non di nuovo.
Stava così bene.
Quello stronzo doveva portare via tutto
quello che gli era rimasto oltre al
tennis.
Che aveva anche iniziato
ad odiare grazie a Simon.
Era ossessivo.
Cattivo.
E non voleva il bene per lui.
Faceva tutto questo solo per i
soldi che gli
dava lui.
Solo per questo.
E oltretutto era anche omofono,
sennò non avrebbe odiato lui
e Louis così tanto,
così da torturarli
oggi cazzo di
giorno.
Così lo stava ammazzando.
Lo stava ammazzando.
Ma un giorno,
glielo avrebbe fatto vedere
gli avrebbe fatto pentire
di ciò che stava facendo ora.

Con ancora le lacrime agli occhi si
addormentò nuovamente, cercando di
sognare qualcosa di migliore
della realtà.
Magari Louis.

Magari Louis

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