The big apple

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Il giorno seguente:

Harry e louis sapevano che avrebbero dovuto parlare con Simon quel giorno, è vero, la paura del no la tenevano però cercavano entrambi di vedere il bicchiere mezzo pieno e di sperare in un si.
Così quel giorno, louis andò con harry al suo allenamento così da poter parlare entrambi con l'allenatore del più piccolo.

"Pensi dirà di sì?" Chiese il più grande mentre camminavano verso i campi.

"Non lo so lou, noi però lo convinceremo in tutti i modi possibili"

"Va bene"

I campi erano sempre più vicini, l'ansia aumentava di passo in passo, e già, si intravedeva simon, seduto su una panchina a guardare il telefono.

"Simon" disse harry appena arrivarono.

"Har-" alza un sopracciglio "ciao harry e, ciao louis"

"Noi, noi ti dobbiamo parlare"

"Già" aggiunse subito louis.

"O em, si, certo, ditemi tutto ragazzi"

"Si, si ecco, io volevo , vorrei, che louis venisse con noi a New York" disse ansioso il minore

"Harry, lo dico per il tuo bene, è meglio di no, sai com'è, non avresti neanche il tempo di starci insieme"

"Si lo capisco, però, non importa, vorrei solo la sua mano nella mia durante quel volo, e vederlo sugli spalti durante le mie partite che mi applaude"

"Mmh, ok, però no, ma poi louis ha molti impegni con la scuola, sono sicurissimo che non riuscirebbe a venir-"

"Ecco, in teoria, Simon, è agosto, non c'è scuola, ecco" aggiunse dubbioso louis

"Oh ecco, ma sicuramente avrai tantissimi compiti delle vacanze e-"

"Li ho finito" riaggiunse in seguito

"Ah, non lo so, meglio di no, harry davvero"

"Simon per favore" supplicò harry

"Si Simon per favoreeeeee!!!" Esclamò poi il maggiore

"Va be, sono ancora incerto, scusami ma rimango dell' opinione che gli daresti fastidio uguale, però, puoi venire" *purtroppo* sussurrò poi a bassa voce e un po' stranito "ma non vi voglio vedere che vi baciate tutto il tempo, e quando ci stiamo allenando, non ci devi essere louis, per quanto riguarda la partita, ne riparliamo poi, ora harry fammi il piacere è entra in campo"

I due fecero un salto di gioia e si abbracciarono subito, stra felici della bellissima notizia appena ricevuta.
Louis saltò letteralmente in braccio a harry e si aggrappò con le gambe.

"Sono troppo felice amore mio, ti amo ti amo e ti amo" disse abbracciato louis

"Anche io lou, tanto" concluse il riccio, prima di staccarsi.

Poi si lasciarono un dolce bacio sulla guancia prima che il più piccolo entrasse in campo per allenarsi con Simon che li stava guardando già dall' interno disgustato, ma loro, piccoli e felici, non lo notarono.

———————
Il giorno della partenza:

I tre erano appena arrivati in aeroporto, l'aereo sarebbe partito meno di un ora dopo.
Simon sembrava ancora infastidito dal fatto che Louis venisse con loro, ma cercava di non farlo vedere.

"Che hai?" Gli chiese allora Harry

"Nulla" risponde freddo lui senza neanche guardarlo

"Eiii ormai ti conosco, c'è qualche cosa che non va"

"Assolutamente no, sto una meraviglia"

"Mh, se lo dici tu" rispose prima di tornare a parlare con louis.

——————
In aereo:

Sia harry sia louis dormivano con la testa appoggiata sopra la spalla dell altro, mentre Simon era impegnato a guardare il cellulare, ancora con quel aria nervosa che nessuno sembrava potergli togliere.

All improvviso la voce del comandante risvegliò il liscio.

"Atterreremo fra poco più di trenta minuti, grazie"

In seguito a questa frase gli venne spontaneo svegliare anche il suo compagno così da iniziare a vedere insieme, dal finestrino, se riusciamo a intravedere la "grande mela"
Ovvero New York City.

"Harry, harry, siamo quasi arrivati!" Gli disse subito

"Mmh" mugugnò il minore

"Dai harry, vediamo se dal finestrino si vede New York"

Il riccio sobbalzò di scatto, lasciando un veloce bacio al maggiore prima di affacciarsi al finestrino e guardare giù, come aveva fatto anni prima nel viaggio verso Londra...

Nell' affacciarsi aprì la bocca dallo stupore.

Grattacieli che sfioravano le nuvole lo fecero subito incantare.

Louis capì subito che harry riusciva a vedere qualche cosa.

L'aereo continuava ad abbassarsi nel mentre.

Harry aveva il cuore che batteva forte mentre continuava a guardare tutti gli altissimi edifici e il bianco e il nero che si mescolava tra essi.

Ma solo continuando a scendere potè vedere i veri colori della città.

Adesso non mancava molto al loro atterraggio.

Si vedeva infatti meglio e bene il mare, il ponte di brooklyn, e si riusciva a intravedere anche la statua della libertà, un po' più in lontananza nel mare.

Per harry sembrava solo tutto un sogno.

Ancora non era riuscito a realizzare dove realmente fosse.

Sembrava tutto un film.

Sempre più giù, adesso era tutto cosi visibile, i dettagli, le case oltre che i palazzi.....

Fino ad arrivare all atterraggio.

Harry si girò all improvviso con gli occhi lucidi dalla bellezza che aveva appena visto e abbracciò il più grande, il suo amato louis.

Ma durante tutto questo, Simon, era troppo impegnato a messaggiare con qualcuno per soltanto starli a guardare.

Ma a loro si certo questo non importava.

Ma a loro si certo questo non importava

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