Quel mattino ero partito da casa all'alba, complice l'euforia dei primi week-end di primavera. Ricordo sempre il venticello fresco, che mi aveva assalito all'uscita, il sollievo provato sotto i primi raggi del sole, i profumi della primavera, e la pedalata al fiume con potenti falcate, con in testa l'idea di fare ciò che credevo di saper fare meglio. Ricordo pure il senso paradossale di quiete ed eccitazione, l'idea che tutto nella mia vita stesse andando come doveva. So che scriverlo qui e così non ha molto senso... però sentivo di essere nel posto giusto al momento giusto, vedevo ingranaggi sincronizzati ovunque mi giravo.
Raggiungere il fiume in bici fu questione di pochi minuti. Vivevo abbastanza vicino alle campagne, e un paio di isolati più a sud l'aria cominciava già a cambiare. A quei tempi, pedalando, arrivava anche un momento in cui la natura del posto ti sorprendeva in modo violento... strappando la scena alle case di villeggiatura, alle fabbriche che si apprestavano già a infestar la zona, e alle cascine. C'era un punto in particolare, superata una rotonda, dove improvvisamente ti trovavi avvolto in questa città di smeraldo, fatta di vegetazione fitta, campi coltivati, e strade non asfaltate. Una volta giunto lì, man mano che avanzavi, da estraneo ti ritrovavi presto ad essere parte del disegno; come se la natura accordasse le tue frequenze a quelle del posto.
Il tratto di fiume che passa per la nostra città è qualcosa di particolare. È variegato, prende forme e aspetti diversi ogni due, trecento metri. Logicamente esiste un tronco principale, e questo è un imponente flusso d'acqua, che si divide e si ricongiunge attorno a varie isolette di ciottoli bianchi e grigi, come un fascio di funi... tuttavia, i confini di questo non sono ben definiti: dalle sue sponde spuntano vari torrenti più piccoli, soprattutto sul lato ovest, emissari che spesso vanno a serpeggiare nel verde dei boschi circostanti, e lì a perdersi. Alcuni di questi formano fra loro un altro grappolo di isolette, nella periferia a sud di Lessate, e uno in particolare si allarga in un piccolo accenno di lago. Nei pressi del laghetto, e di queste altre isole, pare quasi di stare su un pianeta alieno. Verde, silenzioso, e pulito.
L'idea, quel giorno, era di andare a parare lì. Quelle zone, oltre che bellissime, sono quelle dello starter pack di cui parlavo prima. Non volevo seccature, volevo solo pescare, e mettermi un po' d'ordine nella testa; staccar la spina da tutto e da tutti, pure... o almeno così credevo. In ogni caso, anche se il fiume in quel periodo dell'anno non era ancora molto battuto, non volevo rischiare. Optai quindi per quella soluzione, sicuro che non ci sarebbero state sorprese.
Dopo aver raggiunto il punto prefissato, quello che papà e io abbiam sempre chiamato il mezzolago, scesi dalla bicicletta e appoggiai le mie cose per terra. Erano passate da poco le otto, e gli unici rumori (ronzio dei mosconi a parte) erano il gorgoglio dell'acqua e il fruscio del vento sugli alberi. Come ipnotizzato, iniziai a fare subito quello per cui ero lì.

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Just a River
ChickLitLa più grande passione di Freddy, studente di liceo alle porte degli esami di maturità, è pescare. Ogni fine settimana, praticamente da sempre, il ragazzo raggiunge il fiume del suo paese all'alba, per passare ore a rilassarsi e a cercare di prender...