𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 2

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Il grande giorno era arrivato, finalmente avrei avuto la mia prima esperienza lavorativa; sarei andata a vedere un film di Gabriele Muccino ed avrei potuto criticarlo! Ero al settimo cielo, ma avevo ancora un dubbio...come faceva a conoscermi? E soprattutto come sapeva fidarsi di me come critica? Quando realizzai meglio la cosa ero un po' preoccupata...insomma un uomo di successo che mi chiama di punto in bianco, in una giornata normalissima, e mi propone pure di lavorare per lui! Tutto questo è al quanto strano... così decisi di farmi una passeggiata da sola per schiarirmi le idee...l' unica cosa che mi venne in mente era parlare con il regista alla fine del film e fargli le domande che avevo. Più tardi mi vestii in modo elegante e suonai ad Eda che sarebbe dovuta venire con me. Eda, come al solito, si era vestita come se dovesse andare ai Grammy awards. Lei era più emozionata di me, come la maggior parte delle volte. Andammo all' Andromeda come c' era stato detto. Una volta lì vidi tanti personaggi  importanti del cinema italiano. Eda aveva capito un' unica cosa, era al cinema ed era pieno di persone reputate "importanti" da me, mentre lei neanche ne sapeva l' esistenza.  Io mi sentii un po' a disagio così dissi ad Eda di andare nei posti in fondo, in modo da non essere sotto il mirino di altre persone. Mentre ci sedevamo arrivò il Sig. Muccino:

-"Signorina Lofaso, è un piacere averla qui."-

Ero un po' confusa del perché mi avesse invitato ma comunque risposi:

-"Grazie mille, lo è anche per me...ma come faceva a conoscermi?"

-"Ehm....sono un grande amico del suo professore universitario Giovanni Chirone, e l' altra mattina mi ha chiamato parlandomi di lei e della sua grande volontà, nonché della sua passione  per il cinema, così le ho voluto dare un' opportunità."

Molto grata mi misi a sedere. Il film era un documentario sulla seconda guerra mondiale, una noia assurda, per un attimo ho pensato addirittura di addormentarmi ma proprio in quel momento il cellulare di Eda iniziò a squillar la solita canzone delle Blackpink. Volevo sotterrarmi, era il mio primo lavoro ed Eda, la mia ospite, si era dimenticata l' unica cosa che bisogna fare quando si va al cinema; SPEGNERE O SILENZIARE IL TELEFONO. In quel momento avrei voluto ucciderla con le mie stesse mani, e come se non bastasse, invece di riattaccare, rispose ed uscì dalla sala. Ero veramente feroce, ma Eda è fatta così e le voglio bene per quello che è. Così presa dall' angoscia della bruttezza del film, e dalla figura appena fatta, mi misi le mani sul volto e mi costrinsi a capire che dovevo guardare il film, e che facendo questo lavoro era inevitabile che prima o poi avrei dovuto vedere film noiosi. 

Il film durò circa 3 ore e alla fine di esso ero stremata. Proprio in quel momento realizzai che avrei dovuto dare la mia opinione tecnica, in mente già la avevo, ma alla sola idea di criticare negativamente un film di Gabriele Muccino mi angosciava. Come al solito, mi feci prendere dall' ansia, un mio classico (penso che nella mia vita non hai fatto nulla senza andare nel panico, prima), non feci in tempo a calmarmi che arrivò Eda tutta spumeggiante.

-"Ti rendi conto della figura di merda che mi hai fatto fare o no?"- le dissi infuriata.

Eda con un fare un po' troppo seccato mi disse: -"Senti carina, tu dovresti ringraziarmi perché sono sempre stata accanto a te e a tutti i tuoi impicci, io ne ho sempre avuti pochi invece. Adesso neanche mi chiedi chi era e mi strilli in faccia. Ma come ti permetti?"-

Mi misi le dita sulla tempia...-"Scusami tantissimo, hai ragione. Sono un po' agitata perché adesso devo dare la mia opinione...comunque...chi era a chiamarti?"-

-"I cazzi tuoi mai?!"- stavo per rispondere ma Eda capì che non era il momento di scherzare provocandomi, così ritornò sui suoi passi.

-"Era KEREM! OK?!!"- 

-"E mo chi è 'sto qua?"-

-"Kerem! L' attore turco! è il ragazzo con cui mi sto sentendo da mesi."

-"Ah capito! Vabbè...il film mi ha fatto schifo, che faccio?"-

-"Dici la verità! La verità è sempre la via migliore"-

-"E se la mia verità non piacesse?"-

-"La tua verità piacerà perché è vera"-

Un po' agitata decisi di andare a scrivere sul Messaggero (il giornale su cui dovevo scrivere).

Alla fine scrissi ciò che pensavo, anche avendo molta paura alla fine, sono piaciuta molto sia alla stampa che a Gabriele Muccino e ciò mi soddisfava molto.

Da quel giorno la mia vita sarebbe cambiata.

||𝐓𝐡𝐞 𝐝𝐚𝐲 𝐰𝐡𝐞𝐧 𝐈 𝐦𝐞𝐭 𝐲𝐨𝐮🖤💭||𝐁𝐀𝐑𝐑𝐘' 𝐒 𝐒𝐓𝐎𝐑𝐘Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora