Ci conosciamo?

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« Mi spieghi perché mi hai dato buca alla festa, ieri sera?» 

Azzurra alzò gli occhi al cielo; era al telefono di casa e adesso doveva sorbirsi tutte le lamentele dell'amica.

« Mi dispiace, davvero, ma mi sono sentita male e ho dovuto chiamato mia madre.»

Suo padre, Fabio, era in cucina con la televisione a tutto volume e quindi Azzurra non si preoccupò di abbassare il tono della voce. 

« Perché non mi hai mandato un messaggio? Te ne avrò inviati duecento, tutti senza risposta.»

« Ehm...ho finito il credito, ecco perché.»

Sospirò. Perché deve farmi sempre il terzo grado? 

« Guarda che non me la bevo, so che sotto qualcos'altro che non vuoi dirmi. Va bene, significa che ti farò sputare il rospo oggi...» Azzurra strabuzzò gli occhi.

Oggi? « Che vuoi dire?» 

« Voglio dire che ho bisogno di parlarti, e non per telefono. E credo che anche tu dovrai spiegarmi un paio di cose. Che ne dici alle quattro in libreria?» Non le lasciò il tempo di parlare che già aggiunse: « Allora è deciso, alle quattro. Puntuale, mi raccomando.»

« Ma...»

« Niente ma. Vieni e basta. A oggi allora. Ciaoooo» disse e chiuse la chiamata con il suo 'ciao' prolungato. Azzurra rimase con la cornetta del telefono per un po'. Era la seconda volta, quella mattina, che assumeva quell'espressione al telefono.

Non posso andare in libreria oggi. Ho altro a cui pensare! 

« Che voleva?» la voce di suo padre la fece rinvenire.

Quando parlò si accorse di avere la gola secca. « Vuole che ci vediamo oggi.» Giorgia arrivò in quel momento, con il cesto dei panni sporchi in mano. « Dove?» 

« In libreria.»

« Bene, almeno esci un po'. Sei sempre tappata in casa.» Ma tu da che parte stai?

Avrebbe dovuto dirle che il giorno dopo sarebbe andata al mercato, ma decise che ci avrebbe pensato in seguito. Cavolo, l'avrebbe fatto davvero! Tutto per incontrare quel pedofilo e riprendersi ciò che era di sua legittima proprietà. Andò in camera sua, chiuse la porta alle sue spalle e si buttò con il viso sul cuscino. 

Aiuto!

In una giornata qualunque essere in libreria le sarebbe piaciuto; amava i libri, il loro odore, toccare le pagine liscie e quando leggeva si immergeva in un mondo in cui ogni cosa sembrava perfetta. Ma quella non era una giornata qualunque.

Tra meno di due giorni sarebbe stato l'ultimo dell'anno, il che significava che le vacanze volgevano al termine. E non era così che dovevi passare gli ultimi giorni di libertà, le sussurrò la solita vocina nella sua testa. Per quanto la odiasse doveva constatare che aveva ragione. Accidenti!

Cat, accanto a lei, non la smetteva di parlare della festa; quello che aveva fatto e soprattutto chi aveva incontrato. Un certo Marco, o almeno così Azzurra aveva capito da frammenti di conversazione. Mi fa piacere, Caterina, che tu abbia incontrato un ragazzo carino, poco più grande di te e soprattutto sano di mente. Erano davanti la sezione Narrativa, e mentre Cat parlava, Azzurra osservava i libri; ne trovò molti interessanti: da Shakespeare a Thomas Hardy, oppure, più recenti, da Nicholas Sparks a Margaret Mazzantini. Le storie d'amore impossibili erano quelle che lei preferiva, le piaceva cimentarsi nei personaggi descritti, provare le loro stesse emozioni, e a volte piangeva quando il finale era particolarmente triste.

Prese un libro e lesse la trama; se si trovava lì, tanto valeva comprare qualcosa. 

« Mi stai ascoltando?»disse Cat. La guardò: era rossa in viso-probabilmente per il fatto che non aveva preso aria fino ad ora- i suoi occhi castani non facevano trapelare nulla, e i lunghi capelli biondi erano raccolti in una coda in mado accurato. Troppo perfetta. 

Tu non sarai mai così. 

« Certo che ti stavo ascoltando.»

« Va bene. Ma ora basta parlare di quello che ho fatto io ieri sera. Dimmi un po' cosa hai fatto tu» disse, l'aria civettuola.

« Te l'ho detto, non mi sono sentita molto bene.» Scorse con un dito le copertine degli altri libri. Poi aggiunse: « Cosa devo fare per fartelo capire?»

Osservò altri reparti da lontano e si congedò dall'amica per vederli più da vicino; in realtà voleva solo restarsene un po' da sola, e a Cat non sarebbe dispiaciuto. Altre copertine, altri libri che la osservavano dall'alto in basso; quando ne sfogliò uno a caso, sembrava che le parole le mandassero un messaggio, un segnale, anche se non ne capiva il significato. Lo so io il significato, stai diventando pazza. Scacciò quella voce come si fa con una zanzara e decise di tornare indietro. Anche i libri quel giorno le erano nemici. Quando girò l'angolo qualcosa la fece fermare. Anzi, qualcuno, perché accidentalmente aveva sbattutto contro un uomo di due metri circa, che la scrutrava con due profondi occhi verdi. « Mi scusi...»sussurrò, imbarazzata, ma quando vide il suo sguardo rabbrividì. Solo una persona l'aveva guardata in quel modo, come se volesse studiarla. Folti capelli scuri, indossava una giacca beige, con abbinata una cravatta, e una camicia bianca che stonavano con i jeans blu scuro e le scarpe da ginnastica. La guardava con un'aria impazientita, e intensamente. 

Azzurra arrossì, sotto il suo sguardo vigile, e quel rossore sul suo viso lo fece sorridere. « Ciao Azzurra.» Quell'accento... Aspetta, come fa a sapere il mio nome? 

« Ci conosciamo?»fu tutto quello che riusciva a dire, un po' tremante.

« Ci conosceremo. Mi chiamo Ryan.» Detto questo fece qualcosa di bizzarro, che la lasciò a bocca aperta a lungo. Le prese la mano e con un gran gesto di classe si abbassò per baciargliela. Il tutto senza mai staccarle gli occhi di dosso.

« Ci vediamo, Azzurra.» E se ne andò, lasciandola lì, sola, a fissare la sua mano. Il modo in cui aveva ripetuto il suo nome...le metteva i brividi.

« Azz, chi era quel tipo?» le chiese Cat, che aveva osservato solo il finale della scena.

Lei scrollò le spalle in maniera goffa. « Non lo so.»

« Figo, no?» Per te sono tutti fighi... Doveva comunque ammettere che il tipo non era niente male, le ricordava qualcuno di sua conoscenza, anche se David l'aveva colpita di più. Solo perché ti ha fatto quel gioco col ghiaccio... Quella vocina insisteva a dire la sua e, francamente, cominciava a stufarla.

Una cosa era certa: quel tipo aveva a che fare con David, e lei aveva tutte le intenzione di chiedergli spiegazioni il giorno seguente.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 01, 2015 ⏰

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