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Karil. Voglio Karil qui con me. Mi dicevo nel buio della notte dentro quella maledetta stanza chiusa a chiave. Era l'unica persona che in quel momento mi faceva sentire al sicuro. In più volevo un corpo accanto al mio che mi abbraccisasse. In quell'ultimo periodo ero vulnerabile.

Guardai in direzione della porta e rimasi lì ferma ad osservarla. Era una stupida, dannata porta, ma mi dava sollievo.

Mi voltai dopo un po' verso la finestra sbarrata per poi ricoricarmi.

Voglio qualcuno accanto a me.

Ad un tratto aprirono la porta della mia stanza.

"Karil?"

Nessuna risposta. La figura chiuse la porta e si avvicinò al mio letto.

Si, era Karil.

Si coricò accanto a me e mi prese tra le sue braccia.  Scoppiai a piangere.

"Tranquilla, sono qui accanto a te."  Mi disse accarezzandomi i capelli e lasciando un leggero bacio sulla mia fronte : "Resterò al tuo fianco."

Mi accoccolai tra le sue braccia e restai lì, aspettando che il sonno mi prendesse.

"Grazie papà." sussurrai.

Non so cosa fece Karil, ma dal suo cuore sentii che era felice.

Il Silenzio Che Avanza 4thDove le storie prendono vita. Scoprilo ora