«Wow, i fratelli Miya sono davvero straordinari!»
«Già! Sono proprio incredibili!»Straordinario, incredibile, cosa c'è di tutto questo in due semplici gemelli?
Il rapporto? La coordinazione?
Perchè la gente ci acclama così tanto?
Proprio non lo capisco. Non siamo esseri ultraterreni, quindi perché trattarci come tali? Lo odio.Odio i complimenti, odio il nostro rapporto, odio la nostra coordinazione, odio i nostri ricordi, odio i fratelli Miya, odio il mio cognome, odio il fatto che il suo nome sia sulla bocca di tutti, odio come ci trattano, odio l'esagerazione, odio Osamu.
Perché tutto questo? Perché a me? Perché a noi?
Fa caldo. Troppo caldo. Dov'è quel tuo carattere freddo e distaccato a rinfrescarmi?
Sto bruciando 'Samu. Aiutami a spegnere il fuoco.Dove sei 'Samu?
Si sta male senza di te, fa troppo caldo, odio il caldo.
Amo i complimenti, amo il nostro rapporto, amo la nostra coordinazione, amo i nostri ricordi, adoro i fratelli Miya, amo il mio cognome, amo il fatto che il suo nome sia sulla bocca di tutti, amo come ci trattano, amo l'esagerazione, io voglio tanto bene a Osamu.Mi sento solo.
«Atsumu Miya?»
Il mio nome venne pronunciato dalla dolce infermiera dai capelli castani, accompagnato da un leggero sorriso capace di tranquillizzarti facendoti pensare a delle probabili buone notizie.Mi alzai dalla seggiola in plastica, scomoda da morire, non tanto per la forma, ma per l'agonia capace di trasmetterti.
Per chi è familiare con il sentimento può sembrare stupido, ma non c'è nulla che mi spaventi di più di dovermi sedere su quella sedia dal colore blu.Mi avvicinai alla ragazza, che mi accompagnò fino ad una stanza, ove, all'interno, giaceva mio fratello, sdraiato sotto quelle lenzuola talmente leggere da tenerti freddo in estate.
«Hey idiota»
Finsi un sorriso, so che non sarebbe servito, ma ci provavo, ogni volta.«Smettila di forzarti a sorridere e vieni qui, coglione»
Spensi quella finta gioia e mi avvicinai al letto talmente bianco da far paura, in quella stanza che portava solo brutti ricordi, brutte immagini.«Allora, che mi dici?»
Chiese la figura posta di fronte a me.
«Che mi dici tu, sei te quello in ospedale, genio»Il ragazzo dal fare freddo sembrava felice, trasmetteva calore, potevo percepirlo.
«Oh, io niente, mi hanno semplicemente detto che sto migliorando e sto iniziando a guarire!»
Un sorriso a trentadue denti ricoprì il volto del moro, mentre io spalancai gli occhi per la bella notizia.«Davvero?!»
Mi girai verso l'infermiera per una conferma, un cenno, qualsiasi cosa che potesse dirmi, anche solo parzialmente, che mio fratello avrebbe continuato a vivere.La donna sorrise socchiudendo le palpebre e annuendo leggermente. Mi alzai con le lacrime agli occhi, abbracciai il ragazzo di fronte a me e piansi, piansi come non avevo mai fatto, di gioia.
Sono stato un vero sciocco a credere che tutto si sarebbe sistemato, che anche noi avremmo ottenuto il nostro "e vissero tutti felici e contenti", che le favole fossero vere, che esistesse un bel finale, che il potere dell'amicizia per una volta vincesse contro la cattiveria del mondo e del destino.
«'T-tsumu...apri gli occhi, e guarda quella luce, mi troverai lì, in ogni momento.»
Queste furono le tue ultime parole, ma ancora oggi il loro significato mi è ignaro.Ti odio davvero tanto Osamu.
Ma non avrei mai dovuto dirtelo, perché è una menzogna e ti avevo promesso che non ti avrei più mentito.Perdonami 'Samu.
È solo che mi sento incredibilmente solo senza di te.-------------------------------------------------
ciao.
avevo voglia di scrivere una Fanfiction deprimente.
stavo guardando Haikyuu.
Poi Alan ha detto una frase.
"La forza di Atsumu non è essere fisicamente forte o essere talentuoso, la forza di Atsumu è avere Osamu".
eh beh, la mia mente malsana ha creato questo, buon divertimento.
(ci saranno dei riferimenti all'anime e al manga perché trovo carino aggiungerli)
STAI LEGGENDO
Alone without you
Fanfiction"I mitici gemelli Miya" così li chiamavano. Cosa ci fosse di mitico Atsumu non lo sapeva, ma Osamu sì. Lui ne era consapevole, ma forse, se n'è reso conto troppo tardi, o magari troppo presto. Chiunque li guardasse da fuori vedrebbe una luce scender...