"Dove sei?"

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Quel giorno mi svegliai più presto del solito, ero felice e per una volta in tutti quegli anni non vedevo l'ora di andare a scuola.

Prima di addormentarmi, la sera prima mi ero ripromesso che sarei andato a parlarle, volevo sentire la sua voce.

Arrivai 20 minuti prima a scuola, così se tante le volte fosse arrivata prima degli altri, avrei potuto parlare, senza tutte quelle orecchie indiscrete.

Mi avviai a piedi, abitavo poco lontano dalla scuola.

Erano le 7,50 quando aprii la porta, le lezioni sarebbero iniziate alle 8,15.

Lei era già lì.

Era seduta sul suo banco, intenta a leggere un libro, alzò la testa e mi sorrise, potevo svenirle lì davanti per quanto era bella.

"Ciao" le sorrisi di risposta.

"Ciao a te!" rispose allora.

Chiuse il libro e guardò l'ora, si rigò verso di me ed incrociò le gambe.

"Come mai qui a quest'ora?" Le feci, sedendomi vicino a lei.

"Oh, ehm.. Mia mamma lavora lontano, e io non abito proprio vicino alla scuola, quindi quando va a a lavoro mi lascia qui..E tu, come mai? Ti ho visto arrivare a piedi dalla finestra".

"Ah" E che le raccontavo? Non potevo mica dirle così a primo impatto che mi ero innamorato di lei a prima vista.. "Perchè mi sono svegliato troppo presto e non sapevo che cosa fare" non suonava molto bene, ma non mi fece domande aggiuntive.

Parlammo del più e del meno, era dolce, era una bellissima persona anche dentro e questo mi fece impazzire ancora di più.

Avevamo più pochi minuti per parlare, tra poco sarebbero arrivati tutti gli altri e la magia si sarebbe interrotta..

"Domani a che ora vieni?" Mi sorrise lei.

"Uhmm..Tu a che ora ci sei?"

"Sette."

"Ok, ora rifammi la domanda" Risi.

"Domani a che ora ci sei?" Stava ridendo così tanto che le mancava il fiato.

"Alle sette, tu?" Ovviamente non mi rispose, anzi mi sussurrò un grazie, dopodichè la campanella suonò e la mangia scomparve

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Fu così per due mesi, l'aspettavo fuori, salutavo la madre, che ormai si poteva dire che era un viso familiare e poi entravamo e parlavamo parlavamo e parlavamo fino a finire il fiato.

Era una ragazza abbastanza chiusa, infatti solo negli ultimi giorni mi aveva cominciato a dire di lei, di quello che faceva e di ciò che le piaceva.

Io gli avevo raccontato che tipo ero,che mia madre era andata su in cielo, quando avevo meno di un anno, chi frequentavo e che cosa volevo fare da grande..(lo saprete poi).

Lei non mi aveva detto nulla del suo futuro, ne del suo passato, mi raccontava sempre e solo del presente.

Finchè un giorno non cominciò a parlarmi di ciò che i suoi occhi mi dicevano da tempo.

Mi disse che da sempre era vissuta solamente con la madre, non aveva mai avuto contatti con il padre per il semplice fatto che era uno stronzo malato di mente, che sua madre era la persona più importante che aveva avuto sempre affianco e che non voleva affezionarsi a nessuno, ma soprattutto gli altri non dovevano affezionarsi a lei.

"E' questo che devi capire.. Non puoi affezionarti a me."

"P-p-perchè?" C'ero rimasto male.

"Io non rimarrò qui per sempre, e quando me ne andrò non puoi star male"

"Ci vedremo comunque" Continuavo ad insistere

"NO, non possiamo..."

"La cosa è che già sono affezionato e tu non puoi farci nulla, lo capisci? Dopo due mesi e mezzo, che ci vediamo praticamente sempre, come puoi chiedermi di non essere affezionato? COME?" Quasi strillai, mi veniva spaccare qualcosa, quella mattina le girai il culo e me ne andai, lasciandola nella classe fredda da sola.

Tornai a casa, mi misi a dormire, ma non presi sonno, non ce la facevo, avevo fatto una cazzata, non potevo trattarla così.

Mi alzai subito dal letto e tornai in classe, bussai.

"Scusi per il ritardo Prof."

"Strano Masetti, di solito sempre puntuale..Emma non è con te?"

Guardai tutta la classe, fissai il suo posto, era vuoto.

Senza dire una parola sbattei la porta della classe e me ne andai, non volevo starci a scuola se non c'èra lei.

La chiamai, non rispose.

Dov'era? Dove!?

My Little starDove le storie prendono vita. Scoprilo ora