1 - Una nuova casa per Brooke

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Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell'avere nuovi occhi.

Marcel Proust

* * *

Brooke sollevò le due valigie lilla dal rullo dei bagagli con non poche difficoltà. Ne afferrò una con la mano sinistra e una con la mano destra e si avviò verso l'uscita. Pochi metri prima delle porte si fermò con il cuore che le batteva in gola.

La sua famiglia ospitante avrebbe dovuto già essere già lì fuori.

E se non fosse piaciuta? E se il bambino l'avesse odiata?

Coraggio Brooke non ha senso perdersi in paranoie proprio adesso.

Alzò la testa e sospirò rumorosamente, come faceva sempre quando cercava di affrontare qualche difficoltà. Iniziò a muoversi e passò con gli altri viaggiatori attraverso la porta automatica per ritrovarsi nella sezione arrivi dell'aeroporto di Milano Malpensa.

Li vide subito, una mamma e un bambino in piedi che osservavano la folla che usciva dalle porte.

Anche loro videro subito lei, riconoscendola dalla videochiamata fatta la settimana prima. Il bambino le corse incontro quasi inciampando, tenendo in mano un cartellone con su scritto "Benvenuta Brooke".

Quando arrivò davanti a lei si presentò mangiandosi le parole come fanno i bambini quando sono presi dall'emozione.

«Io sono Giacomo e ti ho fatto un cartellone tutto da solo ti piace?»

Brooke aveva appena iniziato a rispondere quando venne interrotta da una voce allegra.

«Giacomo, lasciala respirare, viene da un volo molto lungo. Piacere, come avrai intuito io sono Maddalena, la mamma. È bello vederti finalmente di persona.»

Il sorriso sul suo volto cercava di nascondere un filo di agitazione. Quella ragazza di fronte a lei avrebbe dovuto prendersi cura del suo bambino per i prossimi mesi. E sembrava così giovane.

«Il volo è andato bene? Vieni abbiamo la macchina proprio qui fuori.»

Si avviarono fuori dall'aeroporto diretti ad una Bmw nera.

È tutto vero. Sono finalmente qui.

Era da molto che Brooke aspettava questo momento. Aveva finito l'università ed era pronta a viversi al massimo questo anno in Europa. Venire come aupair le era sembrata l'opzione migliore, amava da sempre i bambini e questo le avrebbe consentito di avere vitto e alloggio. Veniva da una famiglia italoamericana ma non aveva mai avuto occasione di vedere l'Italia di persona, pur parlando perfettamente la lingua dato che sua mamma usava solo quella in casa.

Aveva trovato la famiglia Accordi su un sito web e dopo una videochiamata per conoscerli aveva prenotato il volo.

In macchina Giacomo la tempestò di domande e di informazioni sui suoi giochi preferiti.

«Mi dispiace, giuro che non è sempre così. È l'entusiasmo iniziale, vuole solo conoscerti.»

Disse Maddalena alzando la mano destra dal volante con fare impotente.

«Di solito è abbastanza tranquillo, tutte le nostre aupair precedenti si sono sempre trovate bene.»

Certo che è davvero bella.

Brooke lo aveva notato solo ora, guardandola mentre guidava. Aveva sempre avuto un debole per i capelli rossi. E quella frangia che le incorniciava il viso.

Brooke smettila lei è il tuo datore di lavoro.

Passò il resto del viaggio a rispondere alle domande del bambino, a raccontare che anche lei da piccola giocava sempre con il pongo, a guardare il panorama fuori dal finestrino. Milano arrivò all'improvviso e lei si ritrovò incantata a osservare i palazzi che le scorrevano affianco veloci.

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