2 - Una famiglia perfetta

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Il suono della sveglia trovò Brooke con gli occhi già aperti. Stava fissando il soffitto bianco di quella stanza che adesso era la sua. Si alzò dal letto e guardò fuori dalla finestra. La strada era già piena di persone che a passo svelto andavano in tutte le direzioni.

Si avviò in bagno, ne aveva uno privato tutto suo, e si buttò sotto la doccia. Amava la sensazione della doccia al mattino, l'acqua calda la faceva sentire bene. Uscì dal bagno avvolta in un asciugamano color panna e si mise davanti all'armadio. Che vestiti scegliere per la prima giornata? Optò per una maglietta di pizzo gialla, il suo colore preferito. Semplice ma professionale. E stava particolarmente bene con i suoi capelli castani.

Andò in cucina per fare colazione e trovò Maddalena seduta al tavolo che leggeva un giornale.

«Buongiorno Brooke. Spero tu abbia dormito bene.»

«Molto, grazie. Dove posso trovare del caffè?»

Il caffè mattutino era uno dei momenti della giornata che preferiva.

«La macchinetta è lì nell'angolo, e le cialde sono nel barattolo vicino. Può fare sia il caffè espresso che quello americano.»

Disse indicando con la mano la macchina del caffè, ma senza staccare gli occhi dall'articolo che stava leggendo. Indossava un paio di occhiali con le stanghette viola. Brooke la fissò mentre si avviava alla macchinetta del caffè. Le sembrava perfetta. Con quel tailleur nero sopra la camicia bianca.

Mi piacerebbe proprio avere questa vita tra qualche anno.

Optò per una tazza di caffè americano e ci aggiunse due cucchiai di zucchero, come sempre.

Sul tavolo c'erano delle merendine e decise di prenderne una al cioccolato.
Si era appena seduta quando Giacomo entrò in cucina camminando un po' storto e con gli occhi ancora mezzi chiusi dal sonno.

«Ho fame.»

«Buongiorno amore, vieni qui da mamma e dammi un bacio».

Giacomo salì sulle ginocchia di Maddalena e le diede un bacio sulla guancia.

«Oggi devi fare il bravo tesoro. È il primo giorno con Brooke e devi farle vedere che sei un bambino bravissimo».

Lui grugnì una risposta affermativa e si lanciò sulle merendine sul tavolo.

«Brooke, per qualsiasi cosa i numeri di emergenza sono su quella lavagna. Davanti a casa nostra c'è un parco, sentiti libera di andarci con Giacomo, adora giocare all'esterno. Se volete portare con voi il pallone si trova nella scotola dei giochi in camera sua. Per ogni dubbio non esitare a chiamarmi ma sono sicura che te la caverai alla grande. Ora devo scappare!»

Brooke non fece neanche in tempo a rispondere che Maddalena si precipitò verso la porta, agguantò una giacca leggera e sparì.

La prima mattina di lavoro andrò bene. Giacomo aveva una riserva inesauribile di energie ma sembrava ascoltarla. Andarono al parco a giocare a palla e tornati a casa si sbizzarrirono a fare costruzioni con il lego.

Quando la chiave girò nella toppa Brooke era pronta a rivedere Maddalena, ma dalla porta entrò un uomo alto e vestito di nero.

«Papà!!!!»

«Ciao piccoletto! Vieni a darmi un bell'abbraccio!»

Il bambino corse verso il padre e gli saltò addosso aggrappandosi al suo collo.

«E tu devi essere Brooke! È un piacere conoscerti, spero che la prima mattinata sia andata bene. Io sono Amedeo.»

Brooke era ancora per terra con un pezzo di lego in mano. Si alzò e si diresse verso l'uomo.

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