3 - Il primo aperitivo

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Il mattino seguente Brooke si svegliò carica di energie prima della sveglia.

Quando entrò in cucina trovò Maddalena davanti alla macchinetta del caffè.

«Buongiorno! Per te un americano giusto?»

Disse la donna mentre tirava fuori una capsula del caffè del contenitore. 

Indossava una camicia verde acqua uno scollo a V.

Oddio se solo tutte le giornate potessero iniziare con questo panorama.

«Si grazie! Sei pronta per la tua riunione con i giapponesi?»

«Nata pronta.»

Rispose ridendo mettendo sul tavolo davanti a Brooke una tazza di caffè fumante.

Brooke guardando le sue mani si ricordò del contatto con le sue dita la sera precedente. Era stato assurdo, non aveva mai sentito nulla di simile. Come se una scarica elettrica la percorresse. Solo per una frazione di secondo, solo quando le dita di Maddalena si erano posate sulle sue.

Non. pensarci. Non. Ha. Senso.

Eppure non riusciva a farsi uscire quei pensieri dalla testa. Quei pensieri che le avevano fatto compagnia nel cuore della notte, nel buio della sua stanza.

Ma in fondo che male c'era a fantasticare un po', giusto?

Sono solo fantasie. Lei è sposata e soprattutto è etero.

La mattinata passò velocemente. All'ora di pranzo Maddalena rientrò e Brooke uscì per andare a sedersi in un bar.

Chiamò i suoi genitori, cosa che non aveva fatto negli ultimi due giorni. Certo, aveva mandato dei messaggi per far sapere che era arrivata sana e salva, ma non aveva chiamato. Suo papà non approvava molto il suo viaggio in Europa. Secondo lui si trattava di uno spreco di tempo, di un anno buttato, mesi che avrebbe potuto impiegare con un tirocinio nell'azienda di famiglia. Sua mamma invece la supportava. Voleva che la figlia vivesse in Italia, che scoprisse le sue origini.

«Tu sei americana? CHE FIGATA!»

Brooke si girò e si trovò davanti una ragazza circa della sua stessa età con i capelli biondissimi e un taglio a caschetto.

«Scusa io non volevo proprio origliare ma siamo sedute così vicine e non ho potuto fare a meno di ascoltare la conversazione. Sei appena arrivata? E ti trovi bene? Splendido!»

Gli italiani sono folli.

«Hem si io sono arrivata da pochi giorni.»

Stava per alzarsi e andare alla cassa a pagare quando si rese conto di non avere nulla da perdere. Non conosceva nessuno in quella città.

«Tu invece sei di Milano? Hai da consigliarmi un bel posto da visitare? Ho il pomeriggio libero.»

La ragazza si alzò dalla sedia e si sedette al tavolo di Brooke. Le porse la mano.

«Piacere io sono Perla. Milanese Doc. E ho da consigliarti non uno ma mille posti belli. Milano è un capolavoro. Lo scoprirai presto. Io sono diretta ai giardini Idro Montanelli per fare un aperitivo all'aperto. Un evento organizzato da alcuni amici. Vieni con me!»

Non aveva il suono di una domanda.

La titubanza iniziale di Brooke era quasi totalmente svanita. Andare ad un evento in un posto sconosciuto con una persona appena incontrata non era una cosa da lei, ma cavolo era in Europa e quella ragazza non aveva certo l'aria di una sociopatica.

L'evento si svolgeva sotto un tendone montato apposta per l'occasione. Era organizzato dagli studenti d'arte dell'accademia di Brera, dove Perla stava per laurearsi. Stand di quadri si alternavano a stand di cibo e di alcool.

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