Era sbagliato, lo sapeva, eppure non si sentiva poi così tanto in colpa di aver tradito suo marito con un altro uomo.
Era colpa proprio dell'uomo che aveva sposato, colui che non le dava più le attenzioni che si meritava, se era finita tra le braccia di un altro che le dava proprio ciò che le mancava, o almeno così aveva creduto inizialmente, continuando a essere accecata dalla rabbia e dal risentimento nei confronti del poco presente marito.
Nonostante sapesse che quello che stava facendo non fosse corretto, perché lo sapeva che non era un bene, non riusciva a porre fine a tutto, a dire basta, a uscire da quel circolo vizioso.
Per quanto ingiusto fosse tradire suo marito, l'uomo con cui aveva deciso di passare il resto della sua vita e con cui aveva anche avuto un figlio, si era autoconvinta che, arrivata a quel punto, tradirlo una volta in più o in meno non avrebbe fatto la differenza, anche se in realtà non era così.
Erano mesi, ormai, che tradiva Shikamaru; non era accaduto per sbaglio, non era stato un episodio isolato, dimenticabile, era stato qualcosa di voluto, dettato da un insieme di emozioni negative che le avevano fatto commettere l'errore di cadere nelle braccia di un altro.
Ed era proprio durante quel lasso di tempo in cui si trovava tra le braccia dell'amante che i sentimenti negativi, accumulati nel tempo, trovavano sfogo.
Portare avanti quella relazione extraconiugale era rischioso: oltre che a distruggere il suo matrimonio, stava distruggendo anche un'amicizia.
Troppi erano i lati negativi, troppi erano i rischi che correvano tutte le volte che cedevano alla tentazione, ma nessuno dei due amanti aveva mai tentato di porre fine a quella relazione extraconiugale.
Fare sesso con Kiba la faceva stare bene, la faceva sentire libera, leggera, priva di ogni peso.
Non c'era nessun sentimento che li legava: nessuno dei due aveva iniziato quella relazione proibita per un coinvolgimento emotivo; il loro era del puro, risanatore, selvaggio sesso.
Kiba le dava attenzioni, quel tipo di attenzioni che ormai da suo marito non riceveva più.
Non che in passato Shikamaru fosse stato il tipo di uomo che si sprecasse a farle complimenti, regali, però era stato presente e anche se la maggior parte del tempo lo avevano passato a battibeccare, lei era stata felice, erano stati felici, perchè il loro rapporto era sempre stato conflittuale, ma erano stati proprio quei conflitti a tenerli uniti.
Con il passare degli anni, però, avevano sempre avuto molto meno tempo per stare insieme e i litigi, una volta brevi e per sciocchezze, si erano fatti pesanti e duraturi nel tempo.
C'erano alcuni giorni, alcuni momenti, in cui Temari si chiedeva persino se amasse ancora Shikamaru, se c'era ancora amore tra di loro, se era il caso di portare avanti ancora il loro matrimonio che, ormai, pareva non essere più alimentato da nulla.
Se si fossero separati forse sarebbe riuscita ad avere una vita piena e avventurosa a Suna, proprio come quando era una ragazza e svolgeva il ruolo di ambasciatrice, ruolo che, magari, avrebbe potuto tornare ad occupare, inoltre avrebbe recuperato il rapporto con i fratelli, ritornando a far parte quotidianamente della loro vita; nella sua testa questa opzione le sembrava perfetta, l'ideale, la soluzione ad ogni suo malessere.
L'idea di tornare a essere libera di fare ciò che voleva, di viaggiare, di muoversi di continuo, di star in mezzo alla gente, di fare nuove conoscenze la entusiasmava parecchio, ma si doveva ricordare che c'era un figlio di mezzo: Shikadai era l'unica ragione per cui non aveva mai preso in considerazione l'idea di lasciarsi con Shikamaru.
Per quanto suo figlio fosse strafottente e insofferente, proprio come il padre, era pur sempre un bambino e aveva bisogno che la sua famiglia stesse unita.
Temari aveva vissuto senza genitori ed era stata dura, anche una volta abituatasi a badare a se stessa aveva continuato a percepire una mancanza, mancanza che anche i suoi fratelli avevano percepito e, purtroppo, non erano stati in grado di colmare tra di loro; un punto di riferimento che li guidasse era ciò che non avevano avuto e Temari desiderava che suo figlio lo avesse, ancor meglio voleva che ne avesse due.
Shikadai sembrava aver preso come riferimento Shikamaru, nel bene e nel male, diventando la sua piccola nemesi; Temari sembrava non essere stata presa mai in considerazione, sin dal principio, dal figlio, cosa che la faceva stare ancor più male.
La donna avrebbe tanto voluto avere un rapporto diverso con il ragazzo, meno conflittuale e di superficie, ma purtroppo Shikadai non voleva saperne di passare del tempo con lei, ne tantomeno di darle retta di sua spontanea volontà, senza che lei dovesse ricorrere a ricatti.
Se lei e Shikamaru si fossero lasciati l'affidamento di Shikadai sarebbe stato problematico: il ragazzino avrebbe espresso il desiderio di rimanere a Konoha, vicino ai suoi amici, decidendo di vivere con il padre, sapendo che avrebbe avuto molte libertà vivendo con Shikamaru, un uomo troppo impegnato nel suo lavoro e poco presente, che l'avrebbe lasciato libero di fare ciò che voleva; la vita con la madre sarebbe stata totalmente diversa, un vero strazio per lui che avrebbe dovuto, oltre che trasferirsi nell'arida Suna, subirsi le continue lamentele e richieste apprensive di Temari che non voleva altro che il meglio per lui.
La donna non voleva assolutamente che il giovane Nara fosse lasciato in balia degli eventi, ma non voleva nemmeno renderlo infelice e, sapeva, che la sua felicità avrebbe portato all'infelicità di suo figlio; da madre doveva pensare prima di tutto al bene della creatura che aveva concepito, a costo di rinunciare al proprio benessere e, quello che era meglio per Shikadai era che la famiglia rimanesse unita, se non per amore tra lei e suo marito, per amore del loro primo genito.
Il fatto era che non bastava vivere sotto lo stesso tetto per esser una famiglia unita, ci voleva anche un affiatamento tra i membri di questa e ciò mancava in casa Nara.
Temari aveva sempre dato la colpa in primis a suo marito e poi a suo figlio per questa mancanza di affinità tra di loro, ma anche lei ci stava mettendo del suo da quando aveva iniziato a frequentarsi di nascosto con l'Inuzuka, il suo antistress, la sua valvola di sfogo, il suo cane da compagnia che l'ascoltava e la confortava, dandole il supporto morale che desiderava, senza pretendere nulla in cambio.
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𝖂𝖔 𝖇𝖎𝖘𝖙 𝖉𝖚
Fanfiction[SOSPESA] È risaputo che nell'ambito di una relazione matrimoniale, dopo un certo periodo di tempo, l'attrazione reciproca tende ad affievolirsi, se non viene costantemente tenuta vivida: è come un fuoco che arde, al quale se non ci si aggiunge altr...