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''Inuzuka: lasciami immediatamente o non risponderò più di me.'' Sibilò Temari, riportando alla realtà Kiba che stava ancora cercando una risposta da dare alle sue precedenti domande.
La bionda aveva smesso di strattonare il braccio nel tentativo di liberarsi e aveva fatto un grosso respiro prima di prendere parola; l'ultimatum che stava dando all'uomo era definito: se non l'avesse lasciata nell'immediato l'avrebbe preso a calci in culo, sfogando parzialmente la sua rabbia, che avrebbe voluto tenere tutta in serbo per Shikamaru, sua di lui.
Gli occhi grandi e verdi di Temari, appena visibili nel buio, erano fissi su di lui e avevano un nonché di lugubre illuminati appena dalla luce artificiale e lontana del lampione che, a intervalli di tempo, sfarfallava, rendendo l'atmosfera ancor più inquietante.
Kiba aveva abbassato lo sguardo sul polso della donna stretto nella sua mano, poi l'aveva riguardata negli occhi, assottigliando lo sguardo con fare di sfida.
''E che cosa pensi di fare una volta trovato Shikamaru, eh? Vuoi fare una scenata davanti a tutti, rendendoti ridicola? Vuoi che tutta Konoha venga a sapere i tuoi problemi con Shikamaru, la spalla destra dell'Hokage?'' La sommerse di domande, cercando di avere un tono sicuro e forte, senza alzare, però, troppo la voce, dato che si trovavano, comunque, in mezzo alla strada di notte fonda.
In questo modo pensava di farla ragionare un minimo, di farle cambiare idea; se avesse funzionato, oltretutto, oltre a salvare il culo a Shikamaru, avrebbe anche risparmiato a lei di fare davvero la figura della pazza e di far conoscere, così, a mezza Konoha i problemi che aveva in casa.
''Pensi che Shikamaru, sbronzo come è... perché è inutile mentirti dicendoti che non lo è, comprenda e dia un'importanza a ciò che gli urlerai in faccia? Il massimo che ti saprà dire, biascicando, sarà un ''che seccatura di donna'' e, forse, se l'alcool è capace di tirargli fuori le palle un ''stai zitta''.''
Kiba mimò alla perfezione la voce dell'amico, singhiozzando, come un ubriaco, tra una parola e l'altra per rendere il teatrino più credibile.
L'aveva guardata dritta negli occhi per tutto il tempo, notando come la sua espressione fosse variata da frase a frase: Temari era in balia di emozioni contrastanti, era ben visibile dai suoi occhi che, limpidi, si lasciavano leggere con molta facilità.
La bionda, a sua volta, non aveva mai interrotto il contatto visivo, ne tantomeno aveva battuto ciglio durante il monologo di Kiba, che aveva ascoltato nonostante la fretta di andarsene, lasciandosi travolgere dalle parole dell'uomo e dalle emozioni che queste le avevano suscitato.
Anche questa volta quel cane di un Inuzuka aveva ragione, per quanto non lo sopportasse per il fatto che, di nuovo, avesse osato intromettersi nel suo matrimonio senza che lei o Shikamaru gli avessero dato il permesso, ciò che aveva detto era più che sensato, logico, vero: se avesse raggiunto suo marito, indipendentemente dallo stato in cui lo avrebbe trovato, non sarebbe riuscita a trattenersi e avrebbe dato spettacolo davanti a tutti, incurante del fatto che le voci sarebbero girate in fretta e presto lei e Shikamaru sarebbero stati sulla bocca di tutti.
Non aveva pensato alle conseguenze che la sua sfuriata avrebbe potuto avere al di fuori dell'ambito matrimoniale.
Il fatto era che, Temari, nonostante ora fosse in guardia sui possibili effetti della sua rabbia, voleva comunque andare a recuperare da sé suo marito, perché voleva vedere, voleva sapere, la verità sulle uscite con i suoi amici.
Si chiedeva se Ino e Karui sapessero che cosa facevano i loro mariti al di fuori delle mura di casa, se fossero d'accordo e serene a non vederli tornare a casa a un'ora decente, se si fidassero così cecamente di loro o se, invece, come lei, fossero contrariate a quelle uscite continue, alle sparizioni per nottate intere e se avessero dei sospetti.
Non aveva mai tirato fuori l'argomento con le mogli degli amici di suo marito, quando le aveva incontrate in giro e avuto l'occasione di parlare con loro, non abbastanza in confidenza per sentirsi a suo agio a chiedere informazioni così personali suoi loro matrimoni; le erano sempre sembrate tranquille e per nulla infelici dei loro matrimoni, ma poteva sempre essere che fingessero proprio come faceva lei, dubitava, comunque, che fosse così, anche perché altrimenti, da attrice, sarebbe stata in grado di riconoscere una messa in scena.
Gli dispiaceva non aver opportunità di avere un confronto con qualcuno, avrebbe potuto fare la differenza, anche se non le importava niente dei matrimoni degli altri, ne tantomeno volesse che qualcuno si intromettesse nel suo.
Voleva una volta per tutte, quella sera, decidere se valesse la pena portare avanti il suo matrimonio, salvando il salvabile, sempre se ci fosse ancora qualcosa, oppure metterne fine una buona volta, sapendo bene che non sarebbe stato facile portare avanti nessuna delle due scelte.
''Senti Inuzuka: qui si tratta del mio matrimonio e di mio marito, non della mia reputazione e del giudizio altrui.
Io capisco che tu sei amico di Shikamaru, che tieni alla vostra amicizia e... e come un bravo cane fedele al suo padrone non vuoi tradirlo, ma io ho bisogno di conferme, ho bisogno di capire se vale ancora la pena mandare avanti questo matrimonio.'' Temari si era morsa la lingua, resasi conto di aver lasciato trapelare forse troppo informazioni; rabbiosa com'era, quasi al limite, le risultava parecchio difficile trattenere tutta la sua collera.
Kiba aveva inarcato un sopracciglio e sulla sua fronte erano apparse piccole rughe di espressione.
''Vuoi mettere fine al tuo matrimonio con Shikamaru? La situazione è così grave?'' Aveva domandato, a bassa voce, osservando con attenzione la donna dinanzi a sé, cercando di decifrare il suo malessere.
L'uomo non si sarebbe mai aspettato tanto, non credeva che la situazione in casa Nara fosse tanto disastrosa.
Shikamaru non si sbilanciava mai a parlare di sua moglie o di suo figlio, non aveva mai accennato ad alcun problema familiare, ne tantomeno era apparso agli occhi suoi e degli altri diverso, più triste e più stressato, infelice del suo matrimonio.
Al vedere e sentire la moglie, invece, sembrava che il loro rapporto fosse degenerato negli anni e fosse allo sfascio; il moro aveva capito che la donna non era in forma già da tempo, ma non aveva pensato che dietro a tutta quella rabbia, tristezza, tutto quel malessere, ci fosse una situazione tanto grave.
Evidentemente non era stato così empatico e non aveva capito quella sera, quando a casa dell'amico aveva avuto quel breve scambio di battute con la donna, quanto lei stesse male.
Se invece di essersi affidato esclusivamente al suo naso, che gli aveva suggerito fosse un problema di sesso, l'avesse guardata meglio negli occhi, forse si sarebbe reso conto prima che dietro a tutta quella frustrazione c'era molto di più di una semplice mancanza di attività sessuale.
Kiba non potè che sentirsi in colpa di non essersi reso conto prima dello stato in cui si trovava Temari, ma soprattutto si chiedeva come fosse possibile che Shikamaru, un così buon osservatore, non si fosse ancora accorto del malessere palese di sua moglie con cui aveva a che fare quotidianamente.
L'uomo non credeva che l'amico sapesse e stesse ignorando il problema, semplicemente trascurava la donna e, così, i suoi bisogni.

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