Tramontata è la luna
e le Pleiadi a mezzo della notte
anche giovinezza già dilegua,
e ora nel mio letto resto sola.
Scuote l'anima mia Eros,
come vento sul monte
che irrompe entro le querce;
e scioglie le membra e le agita,
dolce amara indomabile belva.
Ma a me non ape, non miele;
e soffro e desidero.
(Saffo)I colori del tramonto son sempre diversi, cambiano continuamente e la città sempre diversa momento dopo momento, le sfumature sono infinite e chiunque potrebbe perdersi a guardarle. Il tramonto è il momento degli ultimi strascichi, degli ultimi momenti per vivere alla luce del sole prima che il buio avvolga tutto e porti via ogni cosa, lasciando nient'altro che ricordi. Il tramonto è il momento dell'istinto, della voglia di fare e della paura di perdere, è la fine della giornata ma è anche l'inizio della notte, fine ed inizio che si incontrano e danno vita ad uno spettacolo di colori irripetibile.
Simone aveva sempre amato sedersi nel giardino di casa sua e perdersi nell'osservare quelle sfumature di rosa e d'arancio fino a vederle sparire e lasciar posto alle stelle e al nero della notte, ogni volta che sentiva di essere sopraffatto da tutto ciò che lo circondava si ritagliava il suo angolo di mondo e se ne stava lì fino a quando non sentiva i problemi svanire con il giorno, da quando poi aveva saputo di suo fratello gli piaceva immaginare che anche Jacopo facesse lo stesso e lì, oltre le nuvole, se ne stava seduto a guardare con lui il tramonto. Da quando Simone aveva saputo di Jacopo non c'era stato giorno in cui non gli avesse dedicato almeno un pensiero, gli aveva chiesto consigli e gli aveva chiesto scusa per averlo dimenticato, gli aveva chiesto scusa per essere sopravvissuto, nonostante non avesse ricordi del gemello lo faceva sentire più sicuro sapere che da qualche parte, in qualche tempo, si sarebbero rincontrati e tutto sarebbe diventato solo un brutto ricordo. Simone non parlava quasi mai di Jacopo ma, invece, parlava sempre con lui e delle volte aveva la sensazione che davvero qualcuno – o qualcosa – lo ascolti e a quel punto tutte le ansie e i problemi diventano stupidaggini.
L'unico a sapere del rapporto che Simone aveva instaurato con il fratello era Manuel che non l'aveva mai fatto sentire strano, non l'aveva mai giudicato, anzi quando gli raccontò che delle volte parlava con lui Manuel, con la sua semplicità disarmante e un sorriso, gli rispose che un giorno gli avrebbe fatto piacere se glielo avesse presentato e Simone poté giurare di non essersi mai sentito più felice. Manuel lo capiva, lo capiva sempre, nonostante all'apparenza potesse sembrare una persona egoista e menefreghista – cose che in realtà era davvero alla fine – sapeva ascoltare meglio di chiunque altro, sapeva anche dare buoni consigli e soprattutto non lasciava mai solo nessuno nel momento del bisogno, a modo suo c'era sempre e di questo Simone gliene era infinitamente grato, dopo l'incidente senza di lui non avrebbe davvero saputo come fare. Anche in quel momento il sedicenne avrebbe voluto poter contare su un consiglio, una parola, del riccio ma non era possibile dato che era il riccio stesso la fonte di quel dolore che non lo lasciava in pace, che gli impediva di chiudere occhio la notte ed era fonte del suo malumore di giorno.Erano passati quattro giorni, era ormai il secondo giovedì del mese di novembre, da quando Simone aveva visto Manuel baciare Chicca per strada, Laura aveva provato a consolarlo in mille modi dicendogli che non era niente e che se l'amica fosse tornata con Manuel lei lo avrebbe saputo ma niente era valso a risollevargli l'umore, il sedicenne era giunto alla sua conclusione e nulla avrebbe potuto fargli cambiare idea: Manuel era tornato con Chicca e lui si era solo illuso.
Quella conclusione rese il rugbista di pessimo umore per tutti i giorni successivi, era intrattabile sia a scuola sia a casa, nonostante il loro rapporto fosse migliorato in quei giorni aveva diverse volte risposto male a suo padre e Dante, povero, non riusciva a spiegarsi quella regressione, neppure l'intervento della nonna riuscì a sistemare le cose anzi ebbe anche lui una buona dose di cattive risposte tanto che i due adulti, il terzo giorno, convennero fosse meglio lasciargli il suo tempo. Il malumore di Simone però non aveva avuto come solo bersaglio il padre e la nonna ma soprattutto Manuel, il quale non aveva la minima idea di che cosa fosse preso all'amico e si era preso una sfilza di vaffanculo soltanto per avergli augurato il buongiorno e avergli chiesto se fosse successo qualcosa, il riccio però non aveva la minima idea di mollare la presa e lasciar perdere il sedicenne, anche se questo significava discutere con lui circa ogni cinque minuti e tornare a casa con la testa che gli scoppiava cercando di capire dove avesse sbagliato o quando Simone fosse impazzito.
- "Manuel che c'hai?" Chiese Anita, quel giovedì, a suo figlio vedendolo rientrare anche quel giorno con il muso lungo e un'espressione corrucciata.
- "Niente mà, nun te preoccupa'."
- "È da giorni che c'hai quella faccia, non ti starai a mette' di nuovo nei guai?!" Chiese allarmata la donna. "Stavolta non te la faccio passa' liscia come co' Sbarra!"
- "Mà nun salta a conclusioni come sempre, ma me dai un po' de fiducia?" Replicò Manuel e alzò gli occhi al cielo. "Stavolta nun ho fatto niente, non sto nei guai."
- "E allora me spieghi perché c'hai sta faccia? E nun me di' niente che m'arrabbio!"
- "E che sono un po', uhm..." Si zittì per un momento il ragazzo. "Confuso?" Tentò e si sedette a tavola.
Anita, a quella risposta, aggrottò la fronte e si sedette di fronte al figlio.
- "È successo qualcosa a scuola? Problemi?"
- "Pe' 'na volta in vita mia a scuola va tutto bene, oggi ho pure preso 6+ al compito de matematica fatto sabato."
- "Un miracolo praticamente." Lo prese in giro Anita ma quando notò che il figlio non stava ridendo tornò seria. "E allora qual è il problema?"
- "Simone."
- "Simone?"
- "Eh."
- "Ma quel Simone?"
- "Mà quanti Simone conosci che so' capaci de famme impazzire?" Sbuffò Manuel. "Quel Simone là, il solo e unico." Borbottò e incrociò le braccia al petto.
- "E che è successo con Simone? Avete litigato?" Chiese la donna e inclinò leggermente la testa da un lato, facendo scivolare alcune ciocche di capelli precedentemente poggiate sulle sue spalle.
- "Lui ha litigato co' me."
- "Spiegati meglio."
- "Sabato che ce semo visti andava tutto bene, tutto come al solito, domenica nun l'ho sentito tutto il giorno e da lunedì me tiene il muso e me risponde male ad ogni cosa, figurate gli ho detto buongiorno e m'ha mannato a fanculo, posso capi' una brutta giornata ma perché prendersela co' me?" Si lamentò il ragazzo e si prese la testa tra le mani. "Te giuro io certe volte non lo riesco a capi', glie voglio bene, e pure parecchio, ma me fa usci' pazzo quanno fa così." Aggiunse e sospirò.
Anita rimase in silenzio per qualche momento, pensando ad un po' di cose che Manuel nemmeno sospettava ma che la donna sapeva già da un po' grazie a Dante.
- "Sicuro che non sia successo nulla tra di voi?"
- "A mà credo che me n'accorgerei se litigassi co' qualcuno, no?!" Replicò il romano con la sua solita aria teatrale. "Io a Simone non ho fatto niente, ma popo zero, il problema ce l'ha lui con me."
Anita arricciò le labbra a quelle parole.
- "Effettivamente anche Dante mi ha detto che in questi giorni è praticamente impossibile parlare con lui, è molto nervoso." Disse la donna. "Ha risposto male anche a sua nonna e sai quanto la adori."
- "Almeno adesso so di nun esse' l'unico problema della vita sua." Rispose Manuel che in quei giorni aveva davvero iniziato a pensare fosse sonnambulo e che avesse litigato con l'altro mentre dormiva. "Eppure lo vedo tutti i giorni che parla fitto fitto co' Laura, perché a lei tutte rose e fiori e a me me tratta 'na merda?"
- "Non potrebbe essere qualcosa che ha a che fare con suo fratello?" Ipotizzò la donna. "M'hai detto tu stesso che c'ha periodi in cui si comporta come se niente fosse e altri in cui è distrutto."
- "Me n'avrebbe parlato, l'ha sempre fatto."
- "Magari non voleva essere un peso pe' te e ha preferito fare altro."
- "Cioè insultamme solo perché respiro?" Inarcò un sopracciglio il riccio. "Se è triste so gestirlo, so che cosa fare per farlo stare meglio ma se nun me rivolge la parola io che ce posso fa'?" Aggiunse. "E poi perché co' Laura se comporta normalmente?" Ribatté su quel punto il ragazzo, confuso e irritato da quello che vedeva ogni giorno a scuola tra i due ex fidanzati.
- "Forse si sfoga con lei?"
- "Ma c'ha me!" Esclamò, convinto, Manuel. "A che glie serve sfogasse co' lei quanno ce sto io?"
Anita a quelle parole non poté evitare di sorridere, conosceva suo figlio e sapeva quanto significato avessero per lui quelle parole, in generale non gli interessava niente delle persone ma con Simone era diverso. Simone era la sua eccezione.
- "E perché, allora, non glielo dici?" Replicò la madre. "Lui non ti parla? Allora parla tu, prima o poi dovrà ascoltarti."
- "Se lo chiamo nun me risponde." Mugugnò il romano e recuperò una fetta di pane dal cesto con il pane fresco che la madre aveva tagliato per il pranzo.
- "Allora vai di persona." Rispose Anita. "Non potrà scappare per sempre."
- "Me intrufolo a casa sua? E se me caccia?"
La donna ci pensò su per un momento ma subito dopo parve illuminarsi.
- "Oggi Simone c'ha gli allenamenti de rugby, giusto?"
- "Giusto." Rispose a bocca piena il figlio.
- "È un luogo pubblico, da là non te può caccia'." Disse, orgogliosa della sua idea, Anita. "Vai là oggi, parlaci e chiarisci sta situazione che tanto ce state male entrambi." Aggiunse e si alzò dalla sedia per ritornare ai fornelli dove il pranzo era quasi pronto.
Manuel si prese qualche momento per pensarci su, valutare se fosse la cosa giusta da fare ma alla fine lui che cos'aveva da perdere? Simone già non gli parlava, di certo non poteva andare peggio e almeno avrebbe potuto dire di averci provato.
- "E c'hai ragione, oggi ci vado."
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Moments of the day || Simuel.
FanfictionMoments of the day || Simuel. Una giornata è composta da molti momenti, in ventiquattro ore tutto può succedere e Simone e Manuel questo lo sanno bene, ciò che succede all'alba a mezzanotte potrebbe già essere cambiato. Che cosa riserveranno questi...