4. Mezzanotte.

3.3K 153 31
                                    

La cosa più superba è la Notte,
quando cadono gli ultimi spaventi
e l'anima si getta all'avventura.
Lui tace nel tuo grembo
come riassorbito dal sangue,
che finalmente si colora di Dio
e tu preghi che taccia per sempre,
per non sentirlo come rigoglio fisso
fin dentro le pareti.
(Alda Merini)

Mezzanotte è la fine del giorno, avrebbe detto Simone. Mezzanotte è l'inizio del giorno, avrebbe detto Manuel. Due visioni contrapposte per due ragazzi che in comune, in fin dei conti, avevano ben poco eppure erano riusciti a trovare un incrocio in quelle strade a senso unico e non avevano alcuna intenzione di abbandonarlo neppure quando questa sarebbe sembrata la decisione migliore.
A mezzanotte le stelle sono splendenti nel cielo, circondano la luna e donano una speranza a chi si sofferma a guardarle, un desiderio che qualcosa possa succedere cullato dal buio della notte, al riparo da occhi indiscreti e dalla luce del giorno. A mezzanotte tutto può succedere, una zucca può diventare carrozza e un cuore può trovare la sua metà mancante, basta soltanto saper aspettare.
Manuel, quel giovedì, aveva lasciato il campo da rugby con il cuore pesante e la sensazione di star facendo il peggiore dei suoi sbagli, più di una volta era stato sul punto di girarsi e tornare da Simone, ma che diritto aveva lui di illuderlo e farlo soffrire? Simone era la persona migliore che gli fosse capitato di incontrare nella vita ma lui era troppo codardo per affrontare la realtà e tutto quello che stava succedendo. Il riccio, con la coda tra le gambe, indossò velocemente il casco e salì in sella alla sua moto soltanto per fuggire il più lontano possibile da ciò che stava provando, da Simone che da mesi a quella parte condivideva tutto con lui ma soprattutto voleva fuggire dal rimorso che lo stava attanagliando. Nonostante Manuel si vantasse di essere uno tosto, di non avere paura di niente e di saper affrontare tutto, in realtà era l'esatto opposto, sapeva tirarsi fuori dai guai la maggior parte delle volte, quello era vero, ma davanti ai problemi non faceva altro che scappare, immaginava fosse per quello che lui e la matematica non andassero per niente d'accordo, quella era piena di incognite e di problemi e lui non sapeva cosa fare per risolverli. Simone invece era l'opposto, amava la matematica e aveva sempre una soluzione per ogni problema, soprattutto per quelli di Manuel, ma quella volta non avrebbe potuto fare niente per aiutarlo perché erano l'uno il più grande problema dell'altro.
Quando il romano tornò a casa, con le labbra ancora gonfie e il maglione in disordine, dopo essere stato da – e con – Simone si rinchiuse in camera sua ed ignorò ogni domanda di sua madre che insisteva per sapere che cosa fosse successo e perché stesse in quelle condizioni, la mattina seguente inventò di sana pianta una febbre improvvisa che gli impediva di andare a scuola e, in generale, di fare qualsiasi cosa prevedesse l'alzarsi dal letto e parlare di che cosa fosse successo il pomeriggio precedente.
"Ma è successo qualcosa co' Simone?" Continuava a chiedergli Anita, la quale non credeva assolutamente alla febbre del figlio ma era ugualmente preoccupata per lui e non riusciva a capire che cosa fosse successo per ridurlo in quello stato. "Avete litigato?" Gli chiese ancora, senza alcuna intenzione di desistere dal suo obiettivo.
"L'ho perso." Fu tutto ciò che Manuel disse sulla questione, per poi far cadere l'argomento sul fondo di un vaso che minacciava di rompersi da un momento all'altro.

Il diciasettenne trovò il coraggio di ritornare a scuola soltanto il mercoledì seguente, dopo aver passato cinque giorni chiuso nella sua stanza a fissare il soffitto e ad ignorare quella foto sua e di Simone – scattata fuori scuola il giorno in cui avevano superato l'esame che Dante era riuscito ad ottenere per loro per non farli bocciare - che sembrava giudicarlo dall'alto del muro dove l'aveva attaccata tempo prima, ricordandogli che cosa aveva distrutto con le sue stesse mani.
In quel momento lui già mi amava, pensò Manuel il martedì mattina mentre indossava una delle sue solite canotte da basket per andare a scuola e si perdeva a fissare il sorriso suo e di Simone. E tu, Manuel, tu l'amavi?

Moments of the day || Simuel.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora