Andando incontro al Demone

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"Mamma, posso andare da Elsa oggi pomeriggio verso le 4,00?"
Alla madre quelle parole sembravano un sogno, erano mesi che Victoria non chiedeva più di uscire. Forse stava iniziando a stare meglio. E piena di entusiasmo rispose:
"Certo tesoro, chiedo a tuo padre di accompagnarti."
"No mamma, non c'è bisogno, preferisco fare due passi"
"Vicky non credo sia il caso, per strada è pericoloso, e poi Elsa non abita molto vicino..."
"Prenderò il pullman, dai, ti prego, non ho voglia di essere accompagnata!"
"Okkey tesoro, come vuoi, l'importante è che ti svaghi un po', ti farà bene, non fare troppo tardi e fammi sapere se vuoi che tuo padre ti venga a prendere."
Era fatta!

Le dispiaceva aver ingannato così sua madre, ma era l'unica opportunità, e poi era stata così felice quando aveva saputo che voleva uscire. Non aveva più smesso di sorridere. Ora doveva sbrigarsi, era quasi pronta. Si guardò allo specchio, doveva truccarsi in modo decente, non andava più bene spalmare la prima matita che gli capitava a caso sugli occhi. E nel riprendere in mano i suoi innumerevoli pennelli e pennellini si sentì invasa di nuova energia. Stava tornado nel suo mondo. E si sentiva per la prima volta un po' più lei stessa, e un po' meno un oggetto inanimato.
Le era mancato prepararsi per uscire.
Le era mancato specchiarsi per aggiustarsi al meglio.
Le era mancato essere soddisfatti del riflesso nello specchio.
In poche parole, le era mancato essere lei.

Cuffie nelle orecchie, sguardo basso, mani nelle tasche della felpa e procedeva verso la fermata del pullman. Alla fine aveva optato per indossare una felpa grigia col cappuccio al posto della camicia di jeanse, la sua preferita. Si sentiva più a suo agio protetta al suo interno. L'aveva rubata dall'armadio di Gabriel, e ormai non se ne separava mai.
Non dovette aspettare il pullman per molto tempo, poi una volta scesa alla fermata più vicina ad una metropolitana, scese per prenderla.
Mentre cammina guardava distratta le cose intorno a se, e in metro gli occhi bassi mentre si teneva stretta al palo cercando di non cadere. Pensava. Pensava. Pensava a cosa dire. Cosa fare.
Scese alla fermata di Toledo, le piaceva da matti quella fermata, era ispirata al mare e lei si perdeva sempre in quel bellissimo blu intenso, sembrava davvero di stare sott'acqua. Man mano che si saliva con la scala mobile, il blu diventava sempre più chiaro, per poi lasciare posto al giallo della spiaggia. E mentre si sale, se si guarda in alto, si può vedere un tunnel tutto decorato come una grotta marina, che poi sboccia in un oblò trasparente alla luce del sole, in modo che sia dall'interno puoi vedere l esterno, che viceversa.

Uscita dalla metro, camminò a piedi passo svelto verso piazza Plebiscito. Erano le 5 meno venti. Non degnò di uno sguardo i negozi e arrivò direttamente al centro della piazza. Trovò un posto dove sedersi a gambe incrociate e iniziò ad aspettare.

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