Strappai un lembo delle lenzuola e l’arrotolai leggermente su sé stessa. Controllai l’ora da fuori le sbarre e vidi che erano le due passate di notte poi mi voltai nuovamente verso il letto.
Eleanor dormiva tranquilla girata da un lato e sperai con tutto il cuore che non mi vedesse il giorno dopo in quello stato, quella sera avevamo parlato molto e so che non dovrei farlo ma sono al limite della sopportazione.
Passai qualche minuto a fissare la pioggia, l’unica cosa che ho sempre odiato più di qualsiasi cosa dopo me stesso.
Mi avvicinai e ripresi il lembo di lenzuola precedentemente strappato e vi feci un nodo dopo essermelo messo al collo. Presi lo sgabello e ci salii in piedi arrivando alle sbarre più alte, legai velocemente la fine delle lenzuola alle sbarre ed inevitabilmente incominciai a piangere.
Ripensai a tutte le cose più brutte che mi capitarono in tutta la mia vita e di cose da pensarne ce n’erano veramente tantissime e poi, quando la tortura era fin troppa frugai nei miei pantaloni e presi il pezzo di specchio preso in precedenza, passai il vetro in entrambi i polsi e sentii il dolore atroce della carne tagliata fino in fondo ed appena mi guardai i polsi vidi che mi ero tagliato molto a fondo ed usciva tantissimo sangue.
Pensai che era ora e quindi, dopo aver preso un respiro profondo scalciai lo sgabello.