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"Solo gli occhi aperti possono scoprire che l'universo è il libro della più alta Verità."
RUMI

L'acqua del mare rispecchia il colore del cielo.
Se fosse stato lì, sott'acqua, avrebbe capito il perché della sua vista offuscata, ma no.
Era aria quella nei suoi polmoni.

Gli ci volle qualche attimo per realizzare effettivamente cosa stesse succedendo.

Niente.

Non succedeva niente: era solo lì, disteso, all'ombra di un semplice albero, fissando il cielo e cercando di mettere a fuoco le pennellate bianche che passavano, indisturbate, o le piccole macchie verdi ai rami.

Respirava lentamente, il ragazzino, girando di poco la testa e lasciando che il proprio sguardo, stanco, ricadesse sull'erba.
Magari sarebbe riuscito a vedere qualcosa da più vicino, ed effettivamente..qualcosa scritto sul suo braccio.

«Ti ho trovato, non ci credo!»

Una voce femminile, ovattata, che a stento sentì.
C'era una scritta sulla sua pelle, come se fosse cenere, ma ancora non capiva niente.
Non ricordava niente.

«Oi, ci sei? Stai bene?»

Stavolta le pennellate bianche non erano più distanti, ma contornavano il viso di quella che sembrava una ragazza.
Dovette battere le palpebre più volte, ancora scombussolato.

Le ciglia e i capelli erano del colore del latte fresco, gli occhi grandi e chiari come l'oro, la pelle chiara, ed era vestita in modo così strano che sembrava un costume, chiaro e dorato anch'esso.
Dalla sua frangia scorsero le sue sopracciglia sottili, accentuando la sua espressione irrequieta.

«Mi rispondi?!»

«Ah-»

Mormorò finalmente il ragazzo, stringendo gli occhi e scuotendo di poco la testa, avvertendo solo ora i capelli leggeri sulle sue guance, la brezza fredda d'autunno e i lievi rumori circostanti.

«Vieni con me, andiamo!»

«Aspetta-»

Non riconosceva neppure la sua stessa voce.
Scorreva tutto troppo in fretta; in un attimo la ragazza camminava, trascinandolo per mano, lungo un sentiero.

«Lo so, ti starai chiedendo cosa stia succedendo, ma devo-»

«Chi sono io?»

La ragazza si fermò per un attimo, lo sguardo fisso sui fili d'erba.
Il vento soffiava leggero.
Ella si voltò, seguita dalla coda di capelli che portava legata al lato della testa. La sua espressione era decisa, e il suo tono di voce fermo, chiaro e positivo.

«..So che non sai niente, perché..anche io mi sono risvegliata qui, ma- so dove andare. Mi dirigo al posto da dove vengo, e se vieni con me, ricorderai tutto, mh? Anche perché io rammento di conoscerti vagamente!»

Il suo sorriso rassicurante lo convinse, nonostante lui fosse ancora in preda alla confusione.
Mentre tornarono a camminare, il suo sguardo cadde nuovamente sul proprio braccio, notando che c'era davvero scritto qualcosa.
La polvere scura era marcata in lettere, sfocata e dissolta verso l'ultima, come se fosse stata cancellata, ma era ancora leggibile.

C'era scritto "Den".

«..Dove..stiamo andando? Credi che questo sia il mio nome?- Ah, ma come mi conosci? E chi saresti?»

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