3.

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Era passata una settimana circa dall'incontro di Manuel e Simone, il più grande tra una scusa e l'altra ogni giorno si era ritrovato dentro quella piccola libreria, che ci fosse o meno Dante passava almeno un'oretta lì dentro a chiacchierare con Simone.
Proprio per quel motivo quando entrò quel pomeriggio e vide solo Dante al bancone un'espressione confusa si fece largo sul suo viso e non si sforzò nemmeno troppo a nasconderla.

«Simone è a casa sua, deve finire il libro il prima possibile»

Manuel annuí e si morse l'interno della guancia sentendosi come 15 anni fa, quando si presentava davanti la porta di casa loro senza un motivo valido, semplicemente perché voleva stare con lui.

«vi siete ritrovati, mh?»
«a quanto pare»
«speriamo con meno problemi di prima»

Sorrise a quella che aveva tutta l'aria di essere una frecciatina nei suoi confronti, come poteva dargli torto, aveva creato più casini a Simone che a se stesso, soprattutto a livello emotivo. Quello che nessuno di loro sapeva, però, era che grazie a lui era riuscito a capire chi fosse davvero, e per quello non lo avrebbe mai ringraziato abbastanza.

«secondo lei ce viene a cena co me se glielo chiedo?»
«che tipo di cena?»
«eh che tipo di cena professò, ma secondo lei?»
«se non gli viene un esaurimento per quel libro magari ci viene pure»
«mh»

Manuel tamburellò le dita sul bancone storcendo la bocca e Dante lo fissò per un po' cercando di decifrare le espressioni sul suo viso constatando che no, non era cambiato niente, sotto a quel corpo adulto c'era sempre quel diciassettenne.

«magari gli scrivo un messaggio»
«mi sembra una buona idea»

Cessò di tamburellare le dita e battè piano il palmo della mano allontanandosi verso la porta.

«perfetto, ci vediamo domani prof»

________

Simone si era appena alzato per prendere un bicchiere d'acqua quando sentì vibrare il telefono sul tavolo, gli venne l'istinto di tirare una testata al frigo perché se per l'ennesima volta si trattava di un messaggio di lavoro sarebbe uscito pazzo. Finì di bere e scartò una barretta energetica avvicinandosi al tavolo, con sua grande sorpresa trovò una notifica da parte di Manuel, in quei giorni avevano ritrovato un equilibrio tutto loro, sicuramente diverso da quello dell'adolescenza, ma era come se non si fossero mai separati.

"Tuo padre mi ha detto che sta per venirti un esaurimento, che ne dici se ti distrai un po' e stasera usciamo a cena?"

Per poco non si strozzò con la barretta e ringraziò il cielo che vivesse da solo perché sarebbe stata davvero una scena patetica da guardare. Rilesse il messaggio un'altra volta e cercò di mettere in funzione il suo cervello per elaborare una risposta normale, alla fine era una cena, niente di particolare, solo una cena.

"Ho 0 voglia di uscire, se ti va puoi venire a casa, preparo qualcosa io così intanto porto avanti il lavoro"
"Manda l'indirizzo, se non disturbo tra un'oretta sono lì"

Simone alzò di scatto gli occhi sul suo riflesso nella tv spenta e notò di essere davvero in condizioni pietose, non si era fatto la barba, indossava una maglia bucata e soprattutto non aveva fatto una doccia. Mandò la posizione e corse in camera a prendere dei vestiti puliti, si doveva dare una sistemata, non poteva presentarsi davanti a lui come uno scappato di casa, Manuel era sempre stato così bello e lui non era proprio nella condizione di essere guardato in quel momento. Non gli balenò nemmeno in testa la domanda "ma perché stai facendo sto casino per un amico?" Semplicemente era troppo preso dal muoversi freneticamente per casa cercando di dare una sistemata, non c'era posto per le domande in quel momento.
Si era appena infilato i vestiti dopo la doccia quando sentì suonare il citofono, non era riuscito a farsi la barba ma il risultato era decisamente migliore rispetto a prima quindi si ritenne comunque soddisfatto quando diete l'ultima occhiata allo specchio.

Libreria. | Simone x ManuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora