Note: grazie all'amore della mia vita lasciarsiiandare che mi ha detto il libro da utilizzare, senza di lei sono una donna inutile
Quel giorno la libreria era particolarmente silenziosa nonostante all'interno ci fossero sia Simone che Manuel.
Il primo era impegnato nel mettere a posto degli scaffali, mentre l'altro leggeva un libro in una posizione scomposta seduto a terra. Simone gli passava accanto cercando di non fare passi troppo pesanti per non rompere quel silenzio piacevole, ogni tanto lo guardava completamente assorto dalla sua lettura e si chiese come fosse possibile che il resto del mondo non si innamorasse di lui ogni secondo che passava.
Per Simone era inconcepibile posare gli occhi su Manuel e non innamorarsene, era come guardare un'opera d'arte senza rimanerne ammaliati, uno spreco della bellezza sia interiore che esteriore.
Non sapeva che Manuel pensava esattamente le stesse cose su di lui.
Manuel al destino non ci credeva, lo aveva detto anche ai suoi studenti, però credeva nella fortuna e nell'amore e non poteva fare a meno di dire che lui era stato estremamente fortunato a ritrovare Simone riscoprendo quei sentimenti esattamente come li avevano lasciati anni prima.
Sorrise sfogliando l'ennesima pagina ed alzò lo sguardo sul minore incontrando subito i suoi occhi.
«che me guardi?» gli chiese non un sorriso divertito.
«pure te mi guardi»Borbottò Simone puntando gli occhi sul libro che aveva tra le mani, Manuel ridacchiò poggiando bene la schiena sullo scaffale dietro di se. Dopo qualche istante batté il palmo della mano a terra per indicare a Simone di mettersi vicino a lui, voleva sentirlo ad una distanza minima perché lo aveva avuto distante per troppo tempo.
Simone posò il libro su una pila disordinata e lo raggiunse, oramai erano due adulti ma ogni volta che si trovavano uno di fianco all'altro gli sembrava di essere sempre quei ragazzini delle scuole superiori, solo con qualche consapevolezza in più.
«che leggi?» Manuel chiuse il libro per mostrargli la copertina, "Norwegian wood" lesse Simone aggrottando le sopracciglia. «mio padre mi ha sempre detto che avrei dovuto leggerlo ma non l'ho mai fatto» Manuel rise di cuore, facendo vibrare anche il petto del minore che non aveva la minima idea di cosa avesse scatenato quella risata.
«e certo che te l'ha detto, tu padre è sempre stato più intelligente de noi» la confusione sul volto di Simone si fece sempre più evidente e Manuel si bagnò rapidamente le labbra sovrastando le sue gambe con le proprie. «parla de noi sto libro Simò»Simone boccheggiò davanti a quella dichiarazione, posò una mano sul polpaccio di Manuel mentre con l'altra raggiunse i suoi ricci, accarezzandoli piano.
«perchè? Di che parla?»
Sussurrò facendo scorrere il pollice sull'orecchio di Manuel che inclinò la testa verso quel contatto, senza mai togliere il sorriso furbo dal volto. Mai si sarebbe immaginato di trovarsi lì, seduto a terra con Simone a trent'anni passati mentre gli raccontava di un libro fatto di ritrovamenti e legami indissolubili, non se lo sarebbe mai immaginato ma ora che era lì non sarebbe voluto stare da nessun'altra parte.
«vuoi il pippone chilometrico o la sintesi?» Simone rise scuotendo la testa.
«la sintesi, grazie»
«manco n po' de soddisfazione Simò» alzò gli occhi al cielo non riuscendo comunque a trattenere un sorriso. Posò il libro a terra e si sistemò meglio in direzione di Simone che fece scorrere la mano dal polpaccio al suo fianco.
«parla di questi due ragazzi, un ragazzo e una ragazza, lei era la fidanzata del suo migliore amico morto e lui per 18 anni ha cercato de creá relazioni e di farsi una vita sua, ma in qualche modo ritornava sempre da lei Simò, loro erano legati, pure dopo 18 anni»Simone sorrise facendo scorrere gli occhi luminosi sul volto di Manuel, non lo fermarono nemmeno le sue guance arrossate quella volta, non avrebbe distolto lo sguardo per niente al mondo.
«lui c'ha provato ad andare avanti, pure dopo aver realizzato sta cosa, doveva decidere se staccarsi dal passato ed andare avanti con un'altra ragazza o rimanere con lei»
Manuel si bagnò un'altra volta le labbra con un movimento veloce della lingua e Simone rimase con il fiato sospeso perché ora che aveva ritrovato Manuel non avrebbe mai voluto lasciarlo andare, permettergli di lasciarsi alle spalle il passato, lui.
Si schiarì la voce sentendo il labbro inferiore tremare e si sentì davvero stupido ed indifeso davanti a lui.
«e tu che vuoi?» chiese, stringendo la presa sul suo fianco come se servisse a tenerlo lì dopo una possibile risposta indesiderata. Manuel raggiunse il suo volto con la mano destra e gli accarezzò la guancia.
«io penso che se possa pure creá un futuro rimanendo legati al passato, no?»Simone sorrise muovendo leggermente la testa in segno di assenso, cercò di gestire il cuore che cercava di ribellarsi alle restrizioni della cassa toracica e mentre prendeva un respiro profondo spostò le gambe di Manuel solo per potersi sedere a cavalcioni su di esse ed afferrargli il viso tra le mani.
«se entra qualche cliente che je dimo?» chiese Manuel posandogli le mani sui fianchi e tenendolo stretto a se.
«che stiamo creando il nostro futuro» rispose Simone sorridendo, Manuel fece altrettanto ma il suo fu un sorriso amaro, che fece preoccupare un po' il minore. Prima ancora che potesse chiedergli il perché, fu lui a parlare incastrando gli occhi ne suoi.
«quanto tempo che abbiamo perso Simò» sussurrò, lo sguardo di Simone si addolcì e si sporse quanto bastava per lasciargli un bacio sulla tempia.
«e quanto ce ne abbiamo, però?» rispose lui di rimando accarezzandogli il collo.Manuel rifletté sul fatto che effettivamente il tempo perso non era nemmeno paragonabile a quello che avevano davanti, erano passati pochi giorni e loro già avevano iniziato a recuperare momenti persi e sentimenti, gli anni a venire sarebbero stati pieni di loro e questo era quello che contava di più.
Allungò il collo per far collidere le loro labbra e portò le braccia intorno al busto di Simone per stringerlo in un abbraccio, avrebbero dovuto recuperare tutto quel contatto fisico vitale per entrambi e no avrebbero perso nemmeno un secondo in più.
«che vogliamo fa in questo futuro?» gli chiese Manuel strisciando il naso sul suo zigomo, Simone si strinse nelle spalle sorridendo.
«essere felici» Manuel sorrise sulle sue labbra facendole sfiorare volontariamente.
«se non fai più l'esaurito ogni volta che scrivi un libro stiamo già a buon punto» rispose, Simone ridacchiò allontanandosi un po' per poterlo guardare in volto.
«mi sei venuto a cercare anche durante il mio esaurimento»Gli disse alzando le sopracciglia, Manuel non riusciva a levarsi quel sorriso innamorato dal volto e poggiò la testa sugli scaffali dietro di se per poter osservare interamente sul corpo scultoreo che si trovava sopra di lui.
«lo rifarei» confessò.
Simone si spinse rapidamente contro di lui per baciarlo, facendo traballare qualche libro. La verità era che non avrebbe cambiato niente, tutto quello che avevano passato a sedici anni era servito per arrivare lì e forse era vedo che Manuel avesse preso consapevolezza prima della sua identità le cose sarebbero andate diversamente, ma un futuro non si costruisce con i se, un futuro si costruisce con la felicità e quella in quel momento era presente in abbondanza.
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Libreria. | Simone x Manuel
Fanfic«a scuola mi hanno detto che il professor Balestra aveva aperto una libreria proprio qui, dovevo accertarmi che non gli avessero rubato l'identità»