2.

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Simone odiava suo padre, quella mattina lo aveva chiamato dicendo di avere un impegno importante e anziché chiudere la libreria aveva pensato bene di incastrarci dentro suo figlio, quindi ora Simone si ritrovava seduto dietro al bancone mentre cercava di continuare a scrivere il suo libro con le persone che continuavano a distrarlo chiedendogli informazioni.
Era contento di poterlo aiutare, ma doveva per forza portare a termine il lavoro e suo padre questo non riusciva a capirlo.
Soffocò un verso frustrato quando sentí la porta aprirsi per l'ennesima volta e prese un respiro profondo prima che la persona entrata comparisse davanti a lui, appena vide comparire dei capelli ricci ben sistemati la frustrazione di quel momento si affievolì un po'.
Manuel si guardò in torno prima di posare lo sguardo su di lui e sorridere, teneva le mani nelle tasche della giacca beige ed aveva una borsa marrone scuro a tracolla.

«oggi solo eh»
«si, mio padre non c'è e mi ha incastrato qua»
«certo che non c'è, sta co mi madre»

Simone lo guardò come se gli avesse detto la cosa più scandalosa del mondo, il suo impegno urgentissimo era Anita e lui per colpa sua non stava concludendo niente con il lavoro, era tornato indietro di 15 anni e non se n'era accorto.

«stai lavorando?»
«bisogna essere multitasking qua, doppio lavoro in contemporanea»

Manuel ridacchiò spostando lo sguardo sui libri dietro di lui, Simone pensò che quel giorno fosse più bello di quando era andato a cena a casa del padre, sembrava più luminoso.

«tu non lavori?»
«appena finito»
«vuoi dare un'occhiata?»

Il più grande annuì ed iniziò a girare per la libreria, Simone cercò di riportare l'attenzione sul suo computer, ma dopo ogni frase che scriveva alzava gli occhi sull'unica persone all'interno del negozio. Lo guardò prendere dei libri e sfogliarli nella sezione di filosofia, dopo qualche minuto lo vide spostarsi davanti un'altra sezione e si morse il labbro guardandolo di sottecchi.
Manuel prese uno dei libri osservando la copertina con un sorriso accennato e Simone non sapeva davvero come prendere quella reazione così spontanea, lo guardò aprire il libro convinto del fatto che non ci stesse capendo nulla, ma nonostante questo continuò a sfogliarlo sotto il suo sguardo attento. Fece la stessa cosa per altri due libri nella stessa sezione e poi ne prese uno  andando verso di lui.
Simone cercò di nascondere il sorriso che gli stava spuntando sul viso coprendosi dietro lo schermo del suo PC finché non vide il libro comparire vicino la sua tastiera.

«prendo questo»
«da quando leggi libri di fisica?»
«ho dato un'occhiata e credo che alcune cose si possano incastrare con la filosofia, credo che per i ragazzi possa essere utile. Magari mi puoi aiutare visto che l'hai scritto tu»

Manuel sorrise e di riflesso lo fece anche Simone.

«si, forse qualcosa c'è»
«posso rimanere a darti una mano?»
«non ti preoccupare, la situazione sembra abbastanza tranquilla»
«riformulo la frase»

Manuel si passò la lingua tra le labbra e assottigliò lo sguardo, Simone sentì quello sguardo bruciare sulla pelle e non riuscì a capire come facesse ad avere un potere del genere su di lui anche dopo tutti quegli anni.

«voglio rimanere qui con te, posso?»

Oh. Oh. Il più piccolo si tirò dritto sulla sedia schiudendo le labbra e se non fosse stato troppo concentrato sull'uomo davanti a lui avrebbe fatto caso a quanto fosse seduto scomposto prima. Manuel rimase lì in attesa di una risposta da parte sua mentre lui continuava a ripetersi che erano due vecchi amici e lui stava avendo una reazione da adolescente che davvero non era consona a quel momento.
Si diede due schiaffi mentali da solo ed indicò la sedia vicino a lui.

«si certo, vieni»

Manuel fece il giro del bancone prendendo il posto che gli aveva indicato poco prima, Simone tornò con l'attenzione sul suo schermo rileggendo l'ultima parte scritta visto che non ricordava nulla e sentì lo sguardo dell'altro su di se per qualche secondo finché non lo vide afferrare il libro sul bancone per iniziare a leggerlo. Riuscì ad andare avanti con la scrittura per un po' di tempo, nella libreria non era entrato nessuno e Manuel era particolarmente silenzioso, cosa a cui Simone non era decisamente abituato perché lo ricordava in ben altro modo.

«a professò che ha cambiato lavoro?»

Un ragazzo biondo comparve davanti a loro e Simone si girò con sguardo divertito verso l'altro.

«e te da quando entri nelle librerie, Tommaso?»
«so pieno de sorprese professò»
«ah non lo metto in dubbio»
«ma che sta a legge?»
«un libro di fisica»
«ammazza che che palle»

Simone, che fino a quel momento era rimasto in silenzio osservando i due, scoppiò inevitabilmente a ridere, dal primo secondo pensò che quello che aveva davanti era decisamente un Manuel adolescente e quel commento sul suo libro ne fu la conferma.
Manuel chiuse il libro sbattendolo sul braccio del ragazzo che rise allontanandosi dal bancone.

«porta rispetto, certo non è come filosofia ma qua c'è qualcuno che c'ha basato gli ultimi 10 anni su sti libri»
«detta così sembra una vita un po' monotona la mia»
«perchè invece?»

Simone gli sfilò il libro dalle mani e fece a lui la stessa cosa che aveva fatto al ragazzo facendo ridere entrambi.

«professò ma allora qualcuno che la maltratta c'è»
«Tommaso che sei venuto a cercá qua? Un bel due?»

Il ragazzo cambiò improvvisamente espressione abbassando lo sguardo sul bancone, Simone vide le guance diventare rosse e gli venne automatico guardare Manuel con sguardo divertito, l'altro dal canto suo probabilmente già sapeva la risposta alla sua domanda e capì in quel momento che forse anche loro non erano così complicati da capire quando avevano la sua età.

«volevo prende un libro per Giulia»
«ah ecco, un libro per Giulia. E sai già che libro prendere?»
«no»

A quel punto si intromise Simone indicando un angoletto della libreria.

«dai un'occhiata lì, qualcosa trovi»
«grazie»

Appena il ragazzo si allontanò da loro Simone diede una gomitata tra le costole a Manuel che si girò con uno sguardo che era un misto tra lo sbigottito e il divertito.

«la mia vita non è monotona»
«magari se entrassi di nuovo a farne parte lo potrei vedere»

Non sapeva a che gioco stesse giocando il più grande, non ne aveva idea e non riuscì a fare a meno di pensare se quei giochi per lui avevano la stessa valenza di 15 anni prima.

«prendo questo»

Il ragazzo interruppe quei pensieri poggiando il giovane Holden sul bancone, Simone lo afferrò per batterlo in cassa e lo mise dentro una busta.

«Giulia è una ragazza fortunata»
«eh lei invece professò? Quando se la trova na ragazza o un ragazzo?»

Eh?
Simone sgranò gli occhi tornando a sedere forse in modo troppo irruento. Magari il ragazzo stava facendo una battuta, pensò, magari semplicemente non sapeva l'orientamento sessuale del suo professore e per non offenderlo aveva deciso di rimanere imparziale.

«Tommá mio nonno era un grande filosofo, lo sai che diceva? Chi se fa l'affari sua campa cent'anni. Mo vedi de andá a studiá che domani te interrogo»

Il ragazzo uscì ridendo e gridando un "ciao prof" a cui Manuel non rispose, lui invece iniziò a fissare lo schermo del computer con sguardo perplesso, attirando in breve tempo l'attenzione dell'altro.

«non è capitata l'occasione per dirtelo»
«eh?»
«non è capitata l'occasione di dirti che con un po' di tempo ho capito di essere bisessuale»

Se non fosse stato seduto sarebbe caduto, questo pensò il più piccolo appena quelle parole gli arrivarono alle orecchie. Lo sguardo di Manuel era sereno e consapevole e lui si chiese dove fosse finito quel codardo che dopo aver scopato con lui lo aveva insultato nei modi peggiori possibili.

«meglio tardi che mai»
«tutto quello che t'ho fatto lho fatto per paura Simò e mi dispiace davvero»
«so passati 15 anni Manuel, direi che è tutto ampiamente superato»
«meriti comunque delle scuse anche a distanza di 15 anni»

Simone annuì sorridendo, gli faceva piacere che Manuel avesse riflettuto su quello che gli aveva fatto, anche se con un po' di ritardo, ma alla fine non si aspettava niente di meglio da lui.

Libreria. | Simone x ManuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora