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Come ogni mattina mi alzo presto per andare a correre, aiuta a scaricare la tensione e lasciarsi alle spalle i problemi della vita per qualche ora. E io di problemi ne ho molti. Il mio giro mattutino finisce sotto la Torre Eiffel, dove ci sono i primi turisti mattinieri che si scattano i selfie.

X: "Mi scusi,  ci scatterebbe una foto?" chiede un ragazzo mentre tiene la mano alla sua fidanzata. 

Io: "Esiste l'autoscatto" dico tirando dritto. So che posso sembrare sgarbata a primo impatto, ma giuro che infondo non sono poi così male (infondo, molto infondo). Di solito non sono cattiva con i turisti, da quando due anni fa mi sono trasferita in Francia mi sono abituata ad averceli continuamente intorno. Quello che urta il mio sistema nervoso sono le coppiette. E per mia sfortuna Parigi è una delle loro mete preferite. L'amore è inutile, non porta a niente. E' come una lama, un coltello, ti può salvare la vita, ti può difendere, ma se ti si ritorce contro, non hai via di scampo, ti ferirai sicuramente. Wow, che frase saggia! Mi stupisco di me stessa. Parlo per esperienza personale, eh, l'amore è la causa del mio trasferimento impulsivo, il motivo per cui ho lasciato casa mia, i mie genitori, la mia famiglia, il mio lavoro, e potrei continuare... Comunque mentre rimugino per l'ennesima volta sul passato, eccomi arrivata davanti al mio palazzo. Ho bisogno di farmi una bella doccia, così mi fiondo dentro, dove c'è il portinaio che come sempre mi aspetta per consegnarmi la posta.

Gregor: "Buon giorno Miss. Potts". Lo so vi starete chiedendo come mai ho preso il cognome di mia madre, semplicemente perché non  volevo essere trovata,  e cambiare il cognome Stark era necessario "Com'è andata la sua corsa stamattina?" chiede il mio amico portinaio. E' un vecchietto adorabile, fa il portinaio in questo palazzo da moltissimi anni, ed è stato il primo che mi ha fatto sentire a casa quando sono arrivata qui. 

Io: "E' stata rigenerante. Hai qualcosa per me?"

Gregor: "Solo alcune lettere da parte dell'università. Dovrebbe davvero prendere in considerazione la loro proposta di andare ad insegnare lì. E' un'università molto rinomata, e lei sarebbe perfetta per quel posto"

Io: "Grazie del consiglio, ma non credo che accetterò" dico prendendo le lettere che mi porge "Ci vediamo Greg. Buona giornata!" dico entrando nell'ascensore che mi porta all'ultimo piano, il quinto, dove si trova il mio appartamento. Mentre sto prendendo le chiavi, il mio telefono squilla, è la signora del piano sotto al mio. E' una vecchietta mezza rimbambita, ma sa fare dei dolci spettacolari! L'unico problema è che il suo fastidioso cagnolino scappa in continuo, e indovinate a chi tocca sempre andarlo a cercare? Vi lascio immaginare.

Io: "Signora  Anne, se lei tenesse quella cavolo di porta chiusa il suo cane non scapperebbe. Abita al quarto piano, i cani non volano!" dico mentre entro in casa "Si, si lo vado a cercare". Fra un paio d'ore però, se ho fortuna una macchina l'avrà già preso sotto, penso. Arrivo in cucina, apro il frigo e mi verso del succo d'arancia in un bicchiere. "Lo sai che è illegale entrare di nascosto nelle case degli altri?" dico senza voltarmi.

X: "Vedo che non perdi colpi" dice l'uomo seduto in penombra sul mio divano.

Io: "Come mi hai trovato Fury?" dico voltandomi a guardare il mio ospite inatteso.

Fury: "Non ti ho mai persa Allison" dice con il suo solito tono saccente.

Io: "Complimenti, neanche tu perdi colpi. Allora se sei venuto qui  per fare visita a una vecchia amica, accomodati pure, in caso contrario sai dov'è l'uscita" dico pacata.

Fury: "Vorrei tanto essere venuto qui per vedere come stai, ma al momento ci sono altre cose di cui preoccuparsi" dice avvicinandosi al tavolo, e poggiandoci un fascicolo sopra.

Io: "No" dico secca.

Fury: "Ti prego Ally è importante"

Io: "No, non faccio più parte dello S.H.I.E.L.D" dico scuotendo con decisione la testa.

Fury: "Non ti avrei disturbato se non fosse una questione di massima importanza. Gli Avengers hanno bisogno di te"

Io: "Trova una scusa migliore Nicholas. Davvero mi stai dicendo che dei supereroi hanno bisogno di una semplice umana?"

Fury: "Sai benissimo di non essere una semplice umana". Sentire questa frase è peggio di un pugno allo stomaco. Sapevo che prima o poi il mio passato mi avrebbe raggiunto di nuovo, ma almeno speravo che passasse più tempo.

Io: "Non ti azzardare ad entrare in questo argomento" dico stringendo inconsciamente il bicchiere di vetro che tengo in mano.

Fury: "Ti ho lasciata tranquilla per due anni, avevi bisogno di una pausa e ho rispettato la tua decisione. Ma adesso non si tratta più di te Allison, qui c'è una reale minaccia" dice prendendo in mano il fascicolo "E gli Avengers non possono farcela da soli. Hanno bisogno di te e dei tuoi poteri"

Io: "SMETTILA!" urlo "VA VIA! VATTENE FURY" dico sbattendo una mano sul tavolo, mentre con l'altra stringo ancora di più il bicchiere che va in frantumi tagliandomi la mano.

Fury: "Ally" dice prendendomi la mano ferita "Ti prego. Guardami. Lo so che hai paura di fare di nuovo del male a qualcuno, ma ora ti sai controllare, sai usare i tuoi poteri. Adesso è tornato il momento di usarli per aiutare gli altri" dice mentre con un panno mi fascia la mano.

Io: "Io non li volevo questi poteri. E non voglio avere niente a che fare con questa storia" dico indicando il fascicolo "Hai sprecato tempo a venire fin qui"

Fury: "Dagli solo un'occhiata. Poi se dopo averlo letto dici ancora che non ne vuoi sapere, allora ti prometto che me ne vado" cerca di convincermi.

Io: "Te ne vai davvero?" dico diffidente.

Fury: "Promesso"

Io: "D'accordo da qua". Apro il fascicolo e comincio a leggere. Parla delle Gemme dell'Infinito, dei loro poteri, e provenienza. C'é scritto che un certo Thanos, vuole tutte queste Gemme per sé, e farà qualsiasi cosa pur di ottenerle. Infatti  è già in possesso di due.

Fury: "Allora?" chiede impaziente.  A volte mi chiedo se Fury non legga nella mente. Sapeva benissimo che qualora avessi letto il fascicolo avrei accettato subito.

Io: "Dovevi partire da questo" dico lasciando il fascicolo sopra il tavolo e correndo in camera a preparare un borsone.

Non si può scappare dal passato Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora