1. La Cerimonia di Antonio

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Casa Madrigal, giorno della cerimonia del talento di Antonio

«Mirabel!» la voce di Abuela risuonò per tutto il cortile della Casita.

Silene e Andrea, che si trovavano al piano di sopra, si precipitarono incuriosite verso il balcone che dava sull'ingresso. Mirabel si trovava lì davanti, insieme ad un gruppo di bambini. Che stava combinando questa volta?

«Che stai facendo?» continuò Abuela confusa.

«Beh, volevano sapere un pò della famiglia e-» rispose la ragazza, che venne subito interrotta da una delle bambine che urlò «Stava per svelarci il suo talento super-epico!»

Alle gemelle non potè che scappare una risata a vedere la scena.

«Hm, Mirabel non ha un talento.» si intromise Dolores che passava da lì, facendo girare gli occhi alla cugina e deludendo i bambini che probabilmente si aspettavano di sentire chissà che.

Mentre Mirabel spiegava loro come in ogni caso lei fosse speciale tanto quanto gli altri, arrivò un uomo con il suo asino, che trasportava un cesto pieno zeppo di materiale per la festa.

«Mirabel, consegna! Ti ho portato lo speciale, dato che sei l'unica Madrigal senza talento. Questo è... lo speciale per chi speciale non è, visto che non hai un talento.» disse soddisfatto consegnandole il cesto, ricevendo indietro un'occhiata poco convinta da parte della ragazza.

«Vuoi che ti aiutiamo, Mira?» le chiese Andrea cercando di nascondere un sorriso divertito.

«No, no» rispose. «Ce la faccio... uh... ce la faccio benissimo... anche da sola!» continuò cercando di portare il cesto dentro casa.

«Come dici tu!» si aggiunse Silene, e le due rientrarono.

La Casita era interamente decorata con i fiori e le piante create da Isabela apposta per l'occasione. Ce n'erano di ogni colore e forma a decorare i pilastri, le ringhiere, gli archi, la scala e persino il sottotetto del piano superiore. Ovunque c'era un viavai di gente che stava aiutando con i preparativi della festa che ci sarebbe stata da lì a poco.

Andrea e Silene raggiunsero Camilo, che stava appoggiato alla ringhiera della scala.

«Tu si che sei all'altezza!» disse ad un abitante del villaggio intento ad appendere uno striscione sopra la porta di Antonio. Era verde, con il nome del bambino scritto sopra a lettere grandi e colorate.

«Camilo, ci vuole un altro Josè!» gli disse Abuela, vedendo che l'uomo si trovava in difficoltà. Il ragazzo subito si trasformò in una sua copia esatta, aiutandolo nel suo compito.

«Ehm, Abuela, c'è qualcosa che possiamo fare per aiutare?» chiese Silene.

«Adesso no, è tutto a posto, se servirà il vostro aiuto vi chiamerò.» rispose l'anziana. «Oh, Andrea, dovrei spostare questi altri vasi, mi aiuteresti?» si corresse poi, indicando un altro paio di vasi vuoti vicino a lei.

«Si, certo.» rispose subito la ragazza.

«Beh, visto che noi due siamo liberi... Vieni con me, Camilo? Tìa Julieta sta preparando da mangiare.» propose Silene ammiccando, e a sentir nominare "mangiare", Camilo non potè che annuire, facendo girare gli occhi ad Andrea. "I soliti bambini" pensò.

I due stavano per scendere le scale quando ad un tratto tutto si fece grigio, il cielo nuvoloso e cominciò a tirare un forte vento.

Silene e Camilo si scambiarono un'occhiata confusa, poi guardarono giù, e videro Pepa che girava in tondo. Sembrava esageratamente agitata.

«La cerimonia del mio piccolo doveva essere perfetta e non lo è! Gli ospiti sono qui e non-» farfugliava, mentre Felix cercava di calmarla.

«Pepi, Pepi mi amor stai imburrascando i fiori, i fiori!» le diceva. La donna si guardò attorno rendendosi conto di ciò che aveva scatenato, così quella piccola tempesta cessò.

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