capitolo 43: Noah, dove sei?

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Mercoledì pomeriggio. Sono appena uscita dalla doccia e l'ansia mi accompagna ancora. Non sono riuscita neanche a mangiare per colpa dello stomaco chiuso. Mi dirigo nella mia camera ed indosso una tuta blu. È presto per prepararmi anche se di certo non posso fare tardi ad una serata così importante. Scendo le scale lentamente e arrivo in cucina,dove rubo qualche Oreo. Mia madre è nel soggiorno intenta a pulire mentre mio padre è a lavoro. Non vedo l'ora che venga domani, sarò di sicuro meno in ansia e poi la sera ci sarà da divertirsi. Tutti quei vestiti,quelle persone,quei colori,mi sento già meglio se penso a questo e non al fatto che stasera dovrò cantare davanti a non so quante persone e che ci sarà anche Lucas tra quelle. Risalgo nella camera e decido cosa indossare,so che è presto ma se ci sarà anche Johnson devo prepararmi bene. Per non parlare del fatto che avrò Noah davanti che suona, è così sexy quando suona. Sono così confusa che non riesco a capire quale mi piaccia davvero.  Apro l'armadio e prendo il vestito rosa cipria stretto sul corpetto e che ricade leggero sulle cosce,arriva più o meno sopra il ginocchio. Non è scollato ed è proprio per questo che mi sembra quello giusto,mi farà sembrare una quindicenne. Prendo gli stivaletti con un piccolo tacco,giusto per sembrare più alta e da sopra metterò il solito cappotto per le occasioni. Posiziono tutto con cura sul letto e vado in bagno per truccarmi
Manca un'ora e mezza quindi andrò con tutta la calma. Prendo il correttore e lo passo sulle imperfezioni,poi passo al blash e all'illumimante,metto il mascara e sistemo le sopracciglia,per finire metto l'eyeliner e un gloss rosa. Ci ho messo quaranta minuti,tutta colpa dell'eyeliner,lo faccio su un occhio bene e su l'altro una schifazza,l'ho dovuto rifare non so quante volte. Una volta in camera metto il vestitino rosa e gli stivali,ho deciso di non mettere le calze,non mi piacevano le calze nere da sotto al vestitini rosa cipria. Aggiusto i capelli facendo dei piccoli boccoli sulle punte che ricadono leggere sulle spalle. Metto il mio profumo preferito e prendendo il cappottino scendo giù. Mia madre intanto è di sopra ancora a prepararsi mentre mio padre ci raggiungerà lì. Non so che fare e così prendo il telefono e controllo le notifiche. Un messaggio di Dennis mi incuriosisce.

Bonnieeeee
Dennis

Dimmi
Bonnie

Noah potrebbe ritardare,ma di poco
Dennis

Cosa è capitato?
Bonnie

Nulla di che,non preoccuparti, arriverà solo un po' più tardi,ma giusto in tempo
Dennis

Okay,fa che sia così
Bonnie

Sarà
Dennis

Cosa ha combinato ora Noah? Perché farà ritardo? Noi siamo i terzi non c'è la farà mai,devo spostare il turno. Proprio stasera doveva fare più tardi? Se quelli dopo di me non vogliono cambiare cosa faccio? Non posso salire sul palco e mettermi a cantare senza chitarrista,a cappella e poi senza Noah non so se riuscirei a cantare.
Mia madre scende quasi cadendo dalle scale. Ha indossato un completo nero e una canotta gialla,i tacchi alti neri ai piedi e la borsetta gialla,per rimanere sobria. Prendo le chiavi dell'auto e scappo fuori.
Bonnie:io inizio a scendere
Dico urlando per poi scendere velocemente giù. Dobbiamo muoverci se voglio cercare di cambiare il turno. Arrivata al quinto piano mi fermo di botto. La serratura della porta in cui sono entrata quella sera scatta e una figura in giacca e cravatta sbuca senza fare caso a me. Resto ferma a fissarlo per qualche minuto mentre chiude la porta impacciato. Poi lui si gira e mi nota,mi guarda intensamente finché mia madre non sbuca alle mie spalle. Mi sembra di averla già vissuta questa scena,ma stavolta io non gli sono caduta addosso.
Jennifer:ci rivediamo sempre sulle scale
Disse mia madre scendendo l'ultimo scalino prima del pianerottolo. Nel frattempo Lucas distolse gli occhi da me piantandoli sul decolté messo ben in evidenza da mia madre.
Lucas:mh mh
Affermò il pervertito del quinto piano,ora guarda anche il seno di mia madre. Intanto io riprendo a camminare dandogli una spallata per poi girarmi lentamente.
Bonnie:mi scusi tanto signor Johnson,non volevo
Fingo di non averlo fatto apposta e con grazia continuo a scendere le scale. Quando loro non possono più vedermi spingo con forza le unghie nel palmo della mano per la rabbia. Io credevo che tra me e Lucas ci fosse stato qualcosa ed invece lui ora guarda il seno di mia madre senza dire una parola. Sono ormai arrivata al secondo piano e senza guardare dove metto i piedi vado a sbattere contro una ragazza mai vista. È del secondo piano,mi sembra ovvio.
Bonnie:scusami non volevo
Dico prendendole alcune cose che le sono cadute dalle mani.
X:oh non preoccuparti
Afferma lei dispiaciuta quanto me. Quando finalmente le cose che aveva tra le mani ritornano dov'erano sento dei passi farsi più pensati dietro di me. Lei rientra in casa e le due persone che odio di più sbucano dalle scale. Mia madre appoggiata al mio professore per sostenersi. Che gallina!
Lucas:dovresti stare più attenta quando scendi le scale
Disse Lucas guardandomi divertito. Io lo guardai con gli occhi tinti di rabbia e ritornai alla mia corsa frenetica.
Jennifer:dovresti essere più gentile con Lucas, è un uomo così simpatico
Disse mia madre stringendo sempre di più il braccio del professore. Io facendo finta di non aver sentito continua a scendere fino ad arrivare al seminterrato. Misi piede per prima sul cemento e con passo svelto e arrabbiato arrivai all'auto. La aprii e salii davanti. Stavolta sarei rimasta io davanti. Non mi importa se lui è più grande o più importante, siederò io davanti e nessuno mi farà cambiare idea.  Sempre se verrà con noi, verrà con noi? E se invece noi andiamo con lui? Esco di fretta dalla macchina e li vedo andare verso una moto.
Mi avvicino a loro leggermente più calma.
Jennifer:Bonnie ti va di andare con il professore? Papà mi ha chiesto se potevamo aspettarlo ma tu non puoi tardare
Disse super rattristata dal fatto di non poter andare con Lucas.
Bonnie:non puoi dirgli che noi andiamo?
Chiesi pregandola per la prima volta in tutta la mia vita. Non mi piaceva farlo ma in questo caso era un questione di vita o di morte.
Lucas:hai paura delle moto?
Mi chiese l'unica voce che non avrei voluto più sentire per il resto della mia vita.
Bonnie:no, andrò con il signor Johnson allora,ci si vede là
Disse tirando il casco dalle mani di Lucas e mettendomelo. Mia madre triste e amareggiata tornò indietro e risalì le scale lentamente e con passo pesante. Guardai Lucas fermare il casco sotto il mento e cercai di replicarlo ma non ci riuscii. Sbuffai per la frustrazione che già avevo accumulato,ma lui con fare dolce prese le mie mani e le portò via dai laccetti e mettendo le sue mi fermò il casco. Solo il suo tocco era bastato per calmarmi. Lo guardai impegnato a fermare il mio casco e quella sua espressione mi fece vibrare la spina dorsale.
Lucas:vuoi una mano a salire?
Chiese porgendomi la mano. Feci di no con la testa e salii da sola. Una volta sulla moto lui partì andando all'indietro per poi accendere la grande moto nera e gialla e sfrecciare verso l'esterno. La velocità improvvisa mi fece sobbalzare e quasi caddi se non fosse stato per una sua mano che prese un mio avambraccio facendomi capire che sarebbe stato meglio se mi fossi stretta a lui. E così,un po' riluttante,ma più calma di prima portai le mie mani sul suo stomaco schiacciandomi alla sua schiena e quell'odore di bosco e menta mi riempì le narici.
Lucas: perché inizialmente non volevi venire? Hai paura delle moto o di me?
Chiese interrompendo il rumore del vento che mi sfrecciava sulla visiera del casco. Forse ci aveva preso,non volevo restare da sola con lui,avevo paura di lui.
Bonnie:non ho paura delle moto
Dissi facendo capire che avevo paura di lui. In realtà non avevo paura di lui,mi faceva solo schifo il fatto che ci provasse con mia madre.
Bonnie: e non ho paura di te
Continuai sincera.
Bonnie:quando mi sono fermata davanti la porta del tuo appartamento in attesa che tu uscissi il mio respiro si è fermato,ma quando mia madre è scesa e tu hai distolto gli occhi da me per passarli sul suo decolté non ce l'ho fatta a guardarti e sono scappata
Dissi allentando la presa per la tristezza a la delusione che avevo provato
Lucas:stringimi
Furono le uniche parole che udii finché non arrivammo alla scuola non molto lontana da casa. Scesi dalla moto e provai a slacciare il casco senza riuscirci e così,di nuovo,Lucas mi aiutò,stavolta però non rimase in silenzio.
Lucas:non potevo far vedere a tua madre che ti stavo fissando,si sarebbe insospettita,ha un bel seno e tutti gli uomini lo guarderebbero.
Disse per poi togliersi anche lui il casco e farmi rivedere quegli occhi grigi tanto sinceri.
La voglia di baciarlo fu immensa ma non potendo non feci nessun passo,gli passai semplicemente il casco.
Bonnie:ho voglia di baciarti
Diedi sfogo ai miei pensieri senza però farli avverare. Non potevamo. Lui annuì sorridendo soddisfatto e con la stessa espressione entrò nella scuola seguito da me. Mi affrettai ad andare dietro al palco ricordandomi di dover chiedere a chi c'era dopo di me se potessimo fare cambio.
Bonnie:resterai a guardarci?
Chiesi a Lucas mentre ci dirigevano al resto scena. Lo vidi annuire compiaciuto e poi andare via verso i posti per il pubblico. Andai dietro al palco e controllai la lista. Dopo di me c'erano Lidia Cooper e Larry Page,l'amico di Noah. Andai in cerca di Lidia e quando la trovai mi avvicinai a lei alzando la mano per farmi notare.
Bonnie:Lidia posso chiederti di fare cambio con il tuo turno,il ragazzo che si deve esibire con me non c'è ancora
Dissi pregandola.
Lidia:neanche quello che si deve esibire con me
Disse lri iniziando a mangiarsi le unghie. Se lei era nervosa io che avrei dovuto dire? Venivo prima di lei e di sicuro Noah non c'è l'avrebbe fatta,qualunque cosa fosse. Mi sedetti su uno sgabello messo lì per comodità e inizia a muovere il piede freneticamente. Noah ti prego!

Noah's pov

Mio padre mi aveva chiesto di andare a fare un piccolo lavoretto da un suo amico in una città vicino Detroit,a mezz'ora più o meno. Non sono sicuro di riuscire ad esibirmi,ma non posso lasciare di certo Bonnie da sola su quel palco. Di sicuro non riuscirebbe ad aprire bocca. Potrei sempre farcela. Sto tornando ora dalla consegna,tra dieci minuti lo show inizierà e se la strada sarà dalla mia parte riuscirò ad arrivare in tempo. Con me ci sono tutti i ragazzi,tutti tranne Tom,era il primo dello show e non ha voluto rischiare,ha fatto bene.

Bonnie's pov

Lo show è iniziato e di Noah nessuna traccia. Ogni spettacolo durerà al massimo cinque minuti,e prima di me ce ne sono solo due,cosa farò se Noah non dovesse arrivare in tempo? Nel frattempo inizio anch'io a mangiarmi le unghie come sta facendo Lidia da quando sono arrivata.

Noah's pov
Mancano 10 minuti posso ancora farcela. Per fortuna in strada non c'era traffico e così stiamo correndo per le strade cercando di arrivare il prima possibile,ma Bonnie deve trovare un diversivo.

Bonnie's pov
Alla fine della seconda esibizione mancano tre minuti,devo trovare un diversivo. Mi alzo dallo sgabello ed inizio a camminare velocemente verso l'uscita del retroscena. Arrivo al generatore di corrente e lo spengo, accendendo poi la torcia del telefono esco velocemente dalla stanza e ritorno dov'era prima. Questo mi farà guadagnare almeno 5 minuti.

Noah's pov

Dennis sta parcheggiando,siamo arrivati. Prendo di fretta la chitarra dal cofano e mi catapulto dentro la scuola.

Bonnie's pov
X: ed ora Bonnie Miller e Noah Moore
Non posso crederci,non è ancora qui. Tocca a noi,e ora? Devo salire lo stesso e cantare,non posso tirarmi indietro ora. Salgo con passo lento sul palco in cerca di recuperare più tempo. Chiudo gli occhi e stringo i pugni lungo il corpo. Non verrà,devo cantare. Un silenzio spaventoso mi circonda ed io non ho il coraggio di aprire gli occhi. Apro le mani tanto lentamente quanto sono salita sul palco e le posiziono sul microfono. Proprio in quel momento,come se tutto fosse programmato la porta si apre e Noah,con la chitarra tra le mani arriva suonando. I miei occhi si accendono e sul mio volto nasce un sorriso spontaneo. Si avvicina velocemente verso di me metre suona la melodia e quando arriva il mio momento canto, più calma di prima e più a mio agio. Prendo anche il microfono e mi avvicino a lui muovendomi leggermente. Mi sembra di essere alle prove,solo io e lui,dove ad ogni fine prova scoccavamo un bacio, l'uno sulle labbra dell'altro. Quando finimmo la nostra esibizione mi accorsi che Lucas mi aveva fissato per tutto il tempo e quando inchinandoci il mio sguardo cadde su di lui i suoi occhi grigi esprimevano dolcezza,tanta dolcezza da farmi alzare il diabete. Mano nella mano io e Noah rientrammo nel retroscena.
Bonnie:tu mi farai morire
Dissi facendo un grande sospiro. Lui rise leggermente e posò la chitarra. Si avvicinò a me e mi prese le mani, avvicinò ancora di più il suo corpo al mio facendoli scontrare. I nostri visi si avvicinarono e ad un passo dalle mie labbra sussurrò:
Noah:sei stata bravissima
Disse per poi baciarmi con la tenerezza e la passione che caratterizzavano i suoi baci,pura magia.

Occhi color miele (Completata)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora