Mi sveglio nel mio letto con il ricordo, credo indelebile, della sera prima. Quanto ho dormito? Le mani non mi fanno più male per fortuna, ma cosa voglio fare ora? Non riuscirò a prendere sonno ora, devo quindi arrivare nuovamente a stanotte. Mi nascondo? E se ci parlassi? Magari ieri era solo l'alcol che parlava, in fondo Sakura è la stessa ragazza che fin da subito mi ha aiutato, è gentile.
Continuo ad interrogarmi, non pensavo minimamente di avere un sogno del genere, cammino per le stanze della "mia" casa, assorto.
Sento bussare al tavolo che funge da porta, e scaccio i pensieri.
-ehm... chi è?- dico mentre attraverso le stanze per andare alla porta.
-E questo per te è riparare?- ridacchia Sakura da fuori, spingendo delicatamente il tavolo facendolo dondolare pochissimo non spostandolo.
Che faccio? Le apro? Ormai ci sono, dai vediamo come va. -eh ecco, è una soluzione temporanea- Sposto il tavolino e la faccio entrare.
-Come va? Scusami per ciò che è accaduto ieri sera- si fa seria e inchina il busto in segno di scusa -Ho bevuto un po' troppo e mi sono fatta trascinare da Tsunade-
-Accomodati ti prego- la invito a sedersi al tavolo -è vero, ieri non è stata la serata che mi aspettavo, ma non fartene una colpa, sto bene alla fine- Non voglio che si senta in colpa, non ha agito con cattiveria in fondo.
-Va bene, la prossima volta berrò di meno- sdrammatizza -ti è piaciuta la carne?-
-Buonissima, sei una cuoca straordinaria- che bello vederla sorridere.
Mi guarda, è felice e serena -Sono contenta che si sia già risolta, sei un ragazzo d'oro- si alza, e io la imito. Che mi stia innamorando di un personaggio di fantasia?
-Tranquilla, anzi apprezzo tantissimo il fatto che tu sia passata a scusarti, grazie mille-
Ci dirigiamo alla porta -però devo ammettere che non ho mai avuto i piedi così riposati- ridacchia, accuso in silenzio. - Ci vediamo stasera?- mi chiede, una volta alla soglia.
-credo di si- ci guardiamo negli occhi, il mio cuore aumenta il battito, e poi...
La guardo allontanarsi, mentre sposto nuovamente il tavolo. Mi appoggio al muro di fianco e mi lascio scivolare fino a terra. L'ho mandata via, che altro avrei potuto fare? Non appartengo a questo mondo, non posso mettermi con lei, nonostante... Nonostante sia così bella e gentile con me.
Me ne devo andare.
Stasera.
O rischio di rimanerci per sempre.
Mi accorgo di aver versato una lacrima, la prima da quando sono qua. Mi asciugo e mi alzo, voglio rischiare e andare da Tsunade: se stasera non é nuovamente a cena da Sakura, potrei... Potrei passare l'ultima sera con Sakura. Nuovamente il battito accelera.
Per quanto non mi andasse a genio la mia stessa idea, a metà pomeriggio busso all'ufficio di Tsunade, stavolta solitario.
-avanti-
Entro e lei mi guarda per una frazione di secondo, e con altrettanta velocità riprende a scrivere.
-Hokage, i.-
-Fila qui sotto e massaggiami i piedi- mi interrompe disinteressata, continuando la sua mansione. Il mio temporeggiare stando fermo sul posto non é di suo gradimento, infatti alza lo sguardo e si ferma -devo ripetermi?-
-n-no arrivo subito- e mentre faccio il giro della scrivania, mi maledico per la pessima idea avuta, cosa mi è saltato in mente? Mi ha lasciato uno spazio strettissimo dove passare, e immagino che chiederle di spostarsi leggermente non farebbe che peggiorare la situazione. Mi accuccio e gattono, cercando di non toccare le gambe dell'Hokage, lei però non è altrettanto gentile e delicata, e come se fosse normale, mi prende a calci per "aiutarmi" ad andare sotto alla scrivania, mettendomi con la schiena appoggiata in fondo al mobile e mi piazza i piedi sulle gambe.
-non voglio sentirti- dice da sopra, continuando a non degnarmi di un singolo sguardo.
Silenziosamente quindi tolgo entrambi i sandali e massaggio i piedi in modo alternato. Passa poca luce, tra l'altro lo spazio ristretto sotto la scrivania fa percepire molto di più l'odore dei piedi di Tsunade. Devo resistere dal tossire. Spero almeno di riuscire perlomeno a capire se ci sarà anche a cena o meno.
Il tempo passa.
Saranno ore che massaggio i piedi, dovremmo essere vicini al tramonto, i raggi di sole che arrivano qui sotto tendono all'arancione. Tsunade non mi ha mai rivolto parola, ogni tanto faceva una pausa e si distendeva sulla sedia qualche minuto per godersi il massaggio. Le mani iniziano a farmi male, quanto deve durare ancora? Che poi cosa deve fare dato che non c'è nessuno?
All'improvviso parla -rimettimi i sandali- io, sorpreso, smetto di massaggiare e mi blocco. Era l'ora, non ne pot...
A quanto pare, l'esitazione di quei pochi secondi non è piaciuta all'Hokage che senza pensarci 2 volte mi piazza un pestone al petto con il piede destro che ho massaggiato tutto il giorno, togliendomi il respiro.
-sei sordo?- infastidita.
-no no- dico con voce strozzata, mentre rimetto velocemente i sandali indosso ai rispettivi proprietari con il petto che mi pulsava dal dolore. Dopodichè, lei senza dire nulla si alza ed esce. No, no no, nonononono, cavolo no, e ora? Rinuncio a vedere Sakura o rischio un'altra serata come la scorsa?
Resto sotto la scrivania a pensare, che situazione orribile che è questa. Non era così che doveva andare, ci deve essere una soluzione...
E se!
Scivolo fuori dalla scrivania. Inizio a correre, con la fiamma della speranza che divampa in me, ritrovo il sorriso che avevo perso sotto le immense piante dei piedi di Tsunade. Mi sento quasi in una scena dell'anime in cui mi trovo, con il Sole che ormai ha sfumature rosse che iniziato a spuntare.
Busso alla porta, riprendendo un po' il fiato. La apre.
-Hai un momento?-
Mi guarda e sorride.
STAI LEGGENDO
desideri pericolosi
FantasyLa storia di un ragazzo che, per raggiungere il suo sogno, é finito in un incubo distopico dei suoi stessi desideri.