Capitolo 105

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Beverly

Le forme sinuose del corpo della donna di fronte a me sono fasciate da un vistoso tubino sulle tonalità del blu topazio. Il colore risalta la sua carnagione olivastra, rendendo arduo staccarle gli occhi di dosso. L'espressione spavalda però si tramuta in confusione quando si accorge dell'espressione preoccupata che dipinge il volto di Andrea e Dylan. I due fanno saettare lo sguardo da lei ad Asher che, immobile alle mie spalle, continua a cingermi la vita col suo braccio possente. Percepisco però il suo corpo irrigidirsi all'istante e i lineamenti assumere la stessa agitazione dei fratelli.

Un pessimo presentimento fa scattare la vocina nella mia testa che mi urla contro di allontanarmi dall'uomo a cui stanotte, ancora una volta, ho donato tutta me stessa. Tento di ignorare l'istinto di farmi da parte, ma qualcosa mi dice che la quiete di stamattina preannunciava la tempesta che sta per abbattersi su di noi.

Asher deve intuirlo perché salda la presa attorno ai miei fianchi, impedendomi di fuggire da lui. Questo gesto, benché debba rincuorarmi, non fa che mettermi ancora di più in allarme.

Gli occhi smeraldo della donna scattano sul movimento compiuto da Ash ed improvvisamente si irrigidisce, compiendo un passo verso di noi.

«Non è il momento adatto Samantha», percepisco il petto dell'uomo che mi stringe a sé vibrare dietro la mia nuca. Le sue parole non sembrano essere gradite dalla donna che gli lancia un'occhiata truce, guardandolo sdegnata.

Un fulmine a ciel sereno mi paralizza di colpo, facendo sì che ogni cosa diventi più nitida nella mia mente. Il volto famigliare della donna, a sentir pronunciare il suo nome, mi riporta indietro di due anni, facendomi realizzare di conoscerla già.
Lei è Samantha Richards.

All'istante la mia mente si riempie di domande a cui non so trovare una risposta. Cosa ci fa lei qui? E perché scruta Asher come se si aspettasse che lui dica o faccia qualcosa? Perché qui tutti sembrano essere a conoscenza di qualcosa che io non so?
Mi sento stranamente fuori luogo e non mi piace per niente.

«Non possiamo più rimandare Asher! Dobbiamo-» viene interrotta bruscamente da quest'ultimo che abbassa lo sguardo su di me per lanciarmi un'occhiata fulminea, senza che Samantha se ne accorga. Esamina la mia espressione per cogliere in me un sentore che possa fargli comprendere quale sia la mia reazione davanti a tutto questo. Un cipiglio scettico solca il mio viso, mentre non stacco gli occhi di dosso alla donna infilata nel tubino blu, e lei ricambia con un velato astio nei miei riguardi.

Per un attimo mi sento quasi come se fossi io quella che è stata colta in flagrante tra le braccia di un uomo con cui non dovrebbe stare, ma stanotte lui era nel letto con me a fare l'amore. Le sue mani toccavano il mio corpo, le sue iridi mi bramavano, le sua bocca mi ha viziata e il suo sorriso ha baciato il mio. Allora perché un'angoscia viscerale continua a ripetermi di prendere le distanze da lui?

«Ho detto che ora non è il momento adatto per parlare di qualsiasi cosa, lo faremo un'altra volta. Non qui e soprattutto non ora».

La tensione nell'aria diviene quasi palpabile, a stento riesco a respirare. Ho paura che se solo incanalassi troppa aria nei polmoni potrei spezzare il fragile equilibrio su cui sembriamo barcollare tutti noi. Andrea e Dylan non hanno per un solo istante smesso di guardare Asher alquanto allarmati, Arthur mantiene il capo chino per evitare di incrociare gli occhi di qualcuno dei presenti e un presentimento mi spinge a credere che siano proprio i miei. Angelica alterna l'attenzione da me, ad Asher per poi finire rivolta a Samantha.

«Mi stai per caso cacciando da casa tua?!» ribatte lei stizzita, sbattendo un piede a terra e incrociando le braccia al petto con intenzioni per nulla pacifiche.

Quel buio dentro noiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora