A Crossing Of Wands

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Una sensazione di svolazzamento le si era insediata nello stomaco, e stava solo peggiorando man mano che l'orologio del suo ufficio si avvicinava alle sette. Erano i nervi, si disse. E c'era da aspettarselo, visto che tutto il suo duro lavoro stava per dare i suoi frutti. Non vedeva l'ora di dimostrare la sua ipotesi, per poter concludere una volta per tutte quel progetto di ricerca che, se avesse dovuta essere onesta con sè stessa, le sarebbe sfuggito di mano.

Fece un rapido controllo mentale dei preparativi che aveva fatto; aveva rivisto i suoi appunti e deciso il suo abbigliamento (avrebbe tenuto il suo completo da lavoro, ma riapplicò il rossetto e cercò di sistemarsi i capelli in modo che fossero presentabili. Non voleva che Malfoy pensasse che non stava prendendo la cosa sul serio, dopo tutto).

Aveva anche riletto la sua ricerca e fatto un'approssimazione calcolata su dove pensava che Malfoy potesse trovarsi nel suo grafico, per permetterle meglio di tracciare la differenza tra la sua ipotesi e i risultati del suo esperimento. Sperava che si trovasse all'estremità inferiore della scala di colori, con una buona lunghezza, ma non troppa circonferenza. Si sarebbe accordato abbastanza bene con il resto del suo corpo, magro e pallido, e grosso in tutti i punti giusti. Impedì che quel pensiero si sviluppasse ulteriormente.

Pregò silenziosamente che le venisse risparmiato un altro membro mostruoso simile ad Ernie. Non sapeva se sarebbe stata in grado di evitare di fuggire inorridita se le si fosse presentato qualcosa del genere.

Almeno non temeva che si ripetesse il poco entusiasmante episodio di Seamus; gli standard di cura personale di Malfoy le erano sempre apparsi rigorosi.

Stava anche cercando di prepararsi a un certo grado di delusione. Merlino sapeva che non credeva di poterne sopportare molte altre. Le sembrava che il futuro della sua vita sessuale fosse precariamente in bilico; il destino di tutti i suoi futuri orgasmi nelle mani di Malfoy (non letteralmente, ovvio, ricordò a sé stessa). Ma se non fosse riuscita a trovare qualcosa che le piacesse in lui, che le era stato così caldamente raccomandato, non era sicura che non avrebbe rinunciato del tutto ai peni.

Si era riservata venti minuti prima di andare per un'autogratificazione sommaria e precauzionale. Solo perché non voleva che qualche accidentale eccitazione accademica la distraesse dalla raccolta dei dati quantitativi di cui aveva bisogno. Dopo tutto, sarebbe stato terribilmente imbarazzante se, dopo la (si sperava grande) rivelazione, Hermione fosse stata così sopraffatta dall'ammirazione per essa da farsi prendere dal momento e dimenticare di documentare le sue scoperte. Non che pensasse che sarebbe stato un problema. Solo che non voleva lasciare nulla al caso.

E se i suoi pensieri erano andati, mentre sedeva dietro la scrivania con la mano nelle mutandine, cercando di darsi un'aria di nonchalance nel caso in cui qualcuno fosse entrato inaspettatamente, al ricordo delle cosce forti di Malfoy, rette a sostenere l'attrezzatura di cui era diventata così curiosa, o alle sue lunghe dita appoggiate sulla cintura, beh, era normale. E non c'era bisogno di includerlo nelle sue scoperte.

Dopo un orgasmo sommario, durante il quale non immaginò assolutamente il calore degli occhi di Malfoy, si raddrizzò la gonna, si infilò i tacchi e, dandosi una rapida occhiata allo specchio sul retro della porta del suo ufficio, entrò nel camino.

Il cuore le batteva rapidamente dalla suspense mentre atterrava in un camino così grande che non dovette nemmeno abbassarsi per uscirne.

"Buonasera, Granger". la salutò lui educatamente, tenendosi a distanza mentre lei spazzava via la cenere dai vestiti.

Per qualche motivo era arrivata in cucina. Si aspettava qualcosa di molto più grande. Malfoy sembrava fuori posto, ancora con i suoi pantaloni attillati e la giacca del completo. Li portava bene.

Hermione Granger and The Quest For The Perfect Penis | TraduzioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora