Notti in bianco

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Manuel conosceva bene il concetto di notti in bianco.

Ne aveva passate tante preoccupato per la madre che non tornava a casa, per Sbarra che l'avrebbe potuto ammazzare da un momento all'altro, per la scuola - che per quanto non gliene fregasse ce li aveva dei momenti di lucidità in cui stranamente sentiva di valere di più di quanto credesse e gli facessero credere -, ma soprattutto per sé stesso, perché troppo spesso credeva di essere un peso per gli altri, la pietra in cui inciampava continuamente ritrovandosi pieno di lividi sull'anima - lividi che avrebbe coperto il più possibile fino alla loro guarigione.

Mai rompersi o mostrarsi fragile.

Di notti in bianco per amore, invece, Manuel non ne aveva mai passate.

Fu strano per lui, quindi, sentirsene una che valeva mille addosso. Ci pensò mentre ingurgitava un cornetto che non ne voleva sapere di scendere giù nello stomaco proprio a causa del nodo alla gola che gli si era formato in occasione di quella nuova notte appena vissuta. Neanche il succo d'arancia - in quel caso troppo aspro - aiutava, insomma, non trovava pace.

Ed era sicuro non l'avrebbe trovata fino a che non avrebbe parlato con Simone.

Simone, che mancava da quattro giorni a scuola, e a lui sembrava gli mancasse l'aria.

Co 'sto cemento in gola più che parole me escono muri, pensava ogni volta che provava a formulare nella sua testa un discorso che avesse senso, perché il bisogno di Manuel era quello di avere Simone accanto a sé per poter capire al meglio quelle sensazioni, per essere sicuro non fossero un errore di valutazione.

Voleva essere sicuro che l'effetto che gli faceva Simone fosse come quelli che si insidiano sotto pelle e non ti mollano più, fino alla morte.

''Pur per me è interessante il vuoto, ma dieci minuti a guardarlo me pare abbastanza.''

Manuel trasalì nel ritrovarsi davanti a sé la frangetta verde di Chicca.

''Senti Chicca...'' sbuffò. ''Oggi non è giornata.''

''E se vede, sei arrivato a scuola mezz'ora prima!'' disse lei, sventolandogli il telefono con l'orario davanti al viso.

Manuel aggrottò le sopracciglia e si lasciò andare ad un sospiro pesantissimo, segno che aveva già perso tutta la quantità di pazienza a sua disposizione. Comunque, non rispose.

''Sai se Simone oggi viene?'' chiese quindi Chicca, accendendosi una sigaretta.

''Perché 'o dovrei sape'?'' Manuel, sulla difensiva, la guardò con le sopracciglia aggrottate attraverso la nuvoletta di fumo.

Chicca annuì, furba. ''Senti, t'a posso fa' 'na domanda?''

''Questa è già una domanda...''

''Allora te faccio 'na constatazione, che te le domande le eviti come la peste, 'o so...'' alzò gli occhi al cielo.

Ci fu una pausa lunga qualche secondo, durante la quale Manuel sperò che la ragazza, che lo stava scrutando, non percepisse il terrore che dallo stomaco si espandeva sul suo volto assonnato.

''Spara.'' rispose incrociando le braccia e stringendosi nel suo bomber verde, quasi a volersi proteggere da una scarica di proiettili in arrivo.

''A un certo punto alla festa a scuola sei sparito...''

E infatti Manuel si strinse ancora di più, tradendo l'espressione da duro che aveva provato ad assumere. ''Chicca, 'a scenata de gelosia a prima mattina ce la possiamo pure risparmia', che dici?''

Ossigeno - SimuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora