02

1.6K 102 272
                                    

DABI'S POV

Ed eccoti qua.
In piedi, di fronte a me, con una camicetta grigia e frugale che tenta disperatamente di occultare i segni delle tue azioni passate.
Cicatrici dal significato profondo, che vorresti cancellare come se avessi a che fare con la cronologia di un adolescente in piena fase ormonale, ma che in realtà, continueranno ad essere quello scarabocchio indelebile in mezzo a tante linee perfette.

«Ben tornato a casa, Touya.»

Sorridi e allo stesso tempo ti gratti nervosamente il collo.
Le tue mani non vogliono saperne di stare ferme; continuano a tentennare.
Sudi e quella voce acuta non ti si addice proprio.
Mi ci vogliono poco più di tre secondi per capirlo: stai nascondendo qualcosa.
E a me, come sai, gli inganni non piacciono, principessa.

Un sospiro fiacco mi abbandona le labbra mentre mi avvicino all'interruttore per dare luce a questo ambiente più scuro dei colori del cielo.
Sarò onesto; non mi piace ignorare (t/n), specie quando torno con mille problemi che rovinano il mio umore.
Il tiro di una sigaretta non basterebbe a risolverne nemmeno un quarto e lei, mia moglie, dovrebbe farmi dimenticare le rogne che subisco, non aggravarle. Però, ancora, non ci riesce.

«Ehi... Uhm... Sei tornato prima!» la sento più vicina.

Mi sta seguendo per caso?
Giro la testa mentre regolo la luminosità della stanza.
E sì, mi sta seguendo, ma si ferma appena sente i miei occhi addosso.

«Hai fatto in fretta.» giocherella nervosa con le dita.
«Mhm.» faccio soltanto, appena finisco con il deviatore.

Il modo impacciato in cui si schiarisce la gola va ad influire con il mormorio sgradevole del silenzio e dopo minuti passati ad osservarci a vicenda, (t/n) decide di fare il primo passo, incamminandosi verso di me.
Ogni falcata è sfiduciata e l'estremità delle maniche della camicia oscillano tra le sue dita mentre le tira su, scoprendo le lesioni che fino a qualche attimo fa cercava di coprire.
Cos'hai in mente, principessa?
Vuoi che mi fidi di te?
O stai cercando di dirmi che hai accettato e riconosciuto i tuoi sbagli?

«Sei fradicio.» mi analizza, piazzandosi a sì e no un metro da me, allungando la mano per toccarmi il volto.

Se dovessi seguire il cuore mi farei accarezzare volentieri.
Mi manca il suo tocco, ma purtroppo i sentimenti sono la rovina di questa coppia.
Io di lei ancora non mi fido, così, dopo aver ringhiato, lei si ritrae, come se si fosse appena scottata con una fiamma.

«Scusa...»
«Fa nulla.» miro altrove pur di evitare la maniera in cui i suoi occhi si fanno lucidi.
«Permettimi almeno che ti aiuti a togliere la giacca.»
«(t/n)...»
«Ti prego... Tu ti prendi cura di me, lascia che per una volta sia io a farlo.»

Inspiegabilmente, sorrido e lei fa altrettanto, in maniera più timida.
"Tu ti prendi cura di me."
Cazzo, sta iniziando a saperci fare con le parole.

«Quella curva leggera devo prenderla come un sì o...»
«Stai zitta e vieni a togliermi la giacca.» acconsento, rilassando i muscoli corporei e sciogliendo quelli della mascella irrigidita.

(T/n) mi delizia con un soffio di risata, prendendo spazio dietro di me.
La scia fresca del suo profumo è inconfondibile e averla così vicino mi fa sentire un'amante della vita.
Quasi dimentico quanto male mi abbia fatto in passato questa donna.
Sarà che le farfalle bloccate nel mio stomaco stiano risalendo al cervello per farne il lavaggio?

«Quindi fuori... Sta piovendo?» azzarda una domanda, mentre fa scivolare la giacca con diligenza.

Sospiro.
La commessa del negozio e adesso lei.
Perché fanno tutti domande stupide?

SICK LOVE 2: The Past Never Dies // (Dabi x Hawks x Reader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora