Capitolo 11-Sto impazzendo.

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"Non posso crederci," disse Tanner, arrabbiato, mentre camminava per il soggiorno. Le foto di me ed Harry comparivano alla televisione una dopo l'altra, alimentando la rabbia di Tanner. "Piomba lì e tu dici semplicemente di sì? Sei consapevole del fatto che sei fidanzata?"

"Tanner, per favore, ascolta--" Iniziai, ma lui gemette e roteò gli occhi.

"No, Viv, non voglio ascoltare nessuna delle scuse che stai cercando di fare."

"Per quale motivo eri lì?" Lo interruppi, stando in piedi e guardandolo confusa.

"Perché eri su tutti i social media!" Disse arrabbiato. "Le persone stavano filmando l'intero evento ed ho corso verso il tuo ufficio per, non so, fermare il tutto, ma ovviamente sono arrivato troppo tardi."

"Oh, l'ho detto solo perché eravamo in pubblico," dissi roteando drammaticamente gli occhi. "Non volevo mettere in imbarazzo me e lui davanti a tutti i miei colleghi visto che ora tutti hanno grandi aspettative su di me-"

"Perché? Per la tua intervista con lui? Ora ti stimano così tanto?"

"In realtà, sì. Mi stimano." Dissi convinta. "Il mio capo è molto orgogliosa del mio lavoro e le piacerebbe vedere cos'altro so fare. Non avrei ottenuto questo riconoscimento con nient'altro."

Lui roteò gli occhi e mi diede momentaneamente le spalle. "Avresti potuto scrivere su letteralmente qualsiasi altra cosa e sarebbe andato bene. Ed ora andrai ad un appuntamento con lui?"

"Hai ascoltato almeno una parola di ciò che ho detto?" Dissi, alzando le sopracciglia. "Ho detto che gli ho risposto di sì solo perché eravamo davanti a molte persone. Sarebbe stato umiliante dire di no--"

"No, no, invece no.  Sarebbe andato bene., il suo ego avrebbe subito il minore dei danni ed avrebbe trovato un'altra ragazza."

"Lui non è così, Tanner," dissi incrociando le braccia. "E' stato un gentiluomo con me, più di quanto lo sia stato tu in queste settimane."

"Mi stai prendendo in giro, cazzo?" Disse con occhi spalancati. "Vuole solo entrare nelle tue mutande, non gli importa di te."

"Allora siete in due." Borbottai, e mi allontanai da lui.

"Cos'hai appena detto?" Si arrabbiò di più.

"Niente, non è importante."

"Cosa diavolo hai appena detto, Viv?" Chiese di nuovo, e sentii la sua mano prendere il mio braccio in maniera forte, per farmi voltare verso di lui. Rabbrividii alla violenza della sua presa, guardando i suoi occhi infuocati.

"Ho detto, allora siete in due." Dissi, scandendo le parole.

"Cosa vorrebbe dire?"

Mi liberai dalla sua presa, guardandolo con pura rabbia nei miei occhi. "Non ti importa di me."

All'improvviso sembrò ferito, preso alla sprovvista dalle mie parole. "Ma certo che mi importa di te, Viv. Ecco perché non volevo che stessi vicina a lui."

"Oh, cazzate. Se ti fosse davvero importato di me, mi avresti lasciato fare il mio lavoro. Devo intervistare persone, Tanner. E' quello che fa una giornalista. Non posso fare il mio lavoro se tu mi dici continuamente chi devo e non devo intervistare, in base alle loro intenzioni."

Sospirò attraverso il naso e ruotò gli occhi. Sapeva che avevo ragione; era solo troppo testardo per ammetterlo.

"Non ti fidi di me?" Chiesi, incrociando le braccia e guardandolo.

"Vivian..." Disse piano. "Non voglio più parlarne."

"No, Tanner, devo saperlo. Non ti fidi di me?"

Sospirò e prese la punta del suo naso tra l'indice e il pollice. Scosse la testa, dicendo piano, "No, non mi fido."

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