Capitolo-29~ᴏʀᴅɪɴᴇ

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Dopo aver portato Piadina in ospedale accompagnammo Nathasa e lui a casa della ragazza.

La bionda stava per scendere
«C: Nathasa»
«N:dimmi»
«C:sai che tra di noi è finta,vero?»
«N:C-cos»
«C:non puoi pretendere che io ti perdoni dopo quello che ho visto forse hai anche un altro amante, ma io non lo saprò mai. Ti voglio bene ma non posso provare qualcosa per una persona che mi tradisce»
«N:Cico, Io- I-o ti amo»
«C:se hai bisogno di qualcun altro tu non mi ami, è una fantasia che ti sei fatta, ma possiamo rimanere amici se non mi manderai la vita a puttane»
«N:oh-va bene»

Poi sorrise e urlò contro Piadina di muoversi visto che stava ancora in macchina.

«P:Stre»
«S:Dimmi»
«P: vorrei parlarti, potrei avere un attimo il tuo telefono»

Gli passai il telefono già sbloccato e con un contatto nuovo da aggiungere già pronto.

Appena finì di inserire il suo numero di telefono mi passò di nuovo quell oggetto elettronico.

«S: grazie»
«P:di nulla, spero che appena possibile tu mi chiami così da poterci vedere, mi dispiace»
«S:non ti preoccupare, ne parleremo una prossima volta, ci vediamo, Nathasa ti sta aspettando»
«P:ciao Stre, ciao»

Scese dalla macchina e chiuse la portiera, mi girai davanti pensando che saremmo partiti subito ma il poliziotto difronte a me non voleva saperne.

«C:chi era? se posso chiedere»
«S:un mio vecchio amico»
«C: amico?»

Poi si girò a guardarmi aveva alzato un sopracciglio

«S:AMICO, si»
«C:gatto?»
«S:cos-»
«C:ti ha chiamato gatto,prima»

A quella frase era in imbarazzo credevo non lo avesse capito invece.
Non sapevo come rispondergli è come stare ad un vero è proprio interrogatorio, piano piano iniziavo a sentire caldo un po' dappertutto.

«C:se non vuoi dirmelo non devi»
«S:no no, voglio parlartene ma devo metterti delle cose prima in ordine»
«C:cioè?»
«S:nella mia testa, devo mettere in ordine delle cose»
«C:per lui?»
«S:no»
«C:per cosa?»
«S:AAA CAZZO PER TE,OK?»
«C:per m-me?»
«S:te lo appena detto cosa è che non capisci»
«C:nulla ho capito, grazie per avermelo detto»

Arrivammo alla centrale il viaggio era stato molto silenzioso.

Stavamo per entrare nella centrale.
«C:domani alla 5:30 ti aspetto qui fuori»
«S:oh, va bene»

Lasci entrare prima Cico e dopo qualche secondo entrai anche io.

Vidi mia mamma sempre al solito posto seduta sui divanetti tranquilla.

«S:mamma»

Lei alzò lo sguardo dal suo telefono e mi guardò.

«M.S:tesoro,siediti»

Mi sedetti affianco a lei
«M.S:allora,parliamo»
«S:si ma mi sento a disagio di parlare qui, andiamo in un bar?»
«M.S:subito non vedevo l'ora che me lo chiedessi»

A pochi passi dalla centrale c'era un piccolo bar molto colorato mi metteva allegria nelle giornate pesanti di scuola appena finito venivo qui per rilassarmi, leggere.

Appena ci sedemmo il cameriere era un ragazzo che mi conosceva perché sapeva che orami quel posto era il mio preferito.

«?:ehi Stre, signora cosa vi porto?»
«M.S:ragazzino così mi fai sentire vecchia»
«?:mi scusi»
«M.S:eh dammi del tu, non sono mica una sconosciuta, sei un amico di mio figlio venivi a giocare sempre da noi
quando eravate piccolo»
«S:guardo lo stai mettendo in imbarazzo, allora che ne dici di portarmi un limonata e per mia madre un tè alla pesca»
«?:arrivano subito»

Come aveva detto mi madre il ragazzo che lavorava qui era ed è un mio caro amico ci conoscevamo da quando eravamo piccoli, era il mio unico amico, poi è arrivata anche Anna, ed è diventato il nostro piccolo grande gruppo, ma lui non c'era quasi mai aveva abbandonato la scuola a sedici anni per poter lavorare ed andare aventi visto che sua madre non riusciva a pagare tutto lei e suo padre bhe... Lui era morto prima che il mio amico fosse nato infatti sua madre stava veramente male ma era una donna forte e sapeva che c'è l'avrebbe fatta anche da sola. Questo ragazzo il mio caro amico si chiama Paga.

Pensando ad Anna dovrei chiamare anche lei visto che di solito mi aiuta in casi del genere.

«S:mamma»
«M.S:dimmi»
«S:ti disturbo se faccio venire qui anche Anna?»
«M.S:come potrebbe disturbarmi anzi, se ti aiuta falla venire immediatamente qui, hai la testa tanto contorta piena di pensieri quindi due consigli sono meglio di uno»

Le sorrisi.
«S: grazie,ora la chiamo»

Presi il mio telefono cercai Anna nella rubrica e la chiamai.
Dopo un po' che il telefono squillava la ragazza mora mi rispose.

«S: finalmente»
«An: scusami!»
«S:che stavi facendo?»
«An:ero con Lyon e non avevo sentito il telefono squillare»

«S:ho interrotto qualcosa di hot?»
«An:STRE giuro che ti ammazzo allora per cosa hai chiamato?»
«S:non potevo semplicemente voler salutare la mia amica?»
«An:ok ok allora attacco»

«S:NO, ok sul serio, potresti venire al bar dove ci incontriamo sempre con Paga,mi serve un tuo consiglio ho la testa incasinata e mi servirebbe sul serio un tuo aiuto»
«An:ok ok arrivo»

Chiusi la chiamata e appoggiai il mio telefono sul tavolino dove c'eravamo accomodati io e mia madre mentre stavo parlando a telefono.

«S:Arriva»


















Spazio Autrice
Riuscirà Strecatto a mettere in ordine i suoi pensieri?
Ecco a voi un capitolo, scusatemi ancora per l'assenza.
Comunque spero che il capitolo vi piaccia in tal caso potete mettere una stellina, commentare, e se vi va di darmi qualche consiglio su come migliorare la storia. Se trovate errori colpa del correttore automatico e ci vediamo alla prossima.

Pᴇʀ Uɴᴀ Vᴏʟᴛᴀ, Aᴍᴀᴍɪ- ˢᵗʳᵉᶜⁱᶜᵒDove le storie prendono vita. Scoprilo ora