Marina sentì il vento freddo sul viso mentre scappava dall'infermeria.
Aveva il cuore che batteva ancora forte, la faccia rossa non solo per la corsa, ma soprattutto per l'imbarazzo che le stringeva il petto. L'espressione di Shirei continuava a riemergere nella sua testa: il modo in cui l'aveva fissata negli occhi, il silenzio, il suo respiro più pesante.
Era confusa, non sapeva come comportarsi.
Shirei era sempre stato gentile con lei, eppure il turbamento che sentiva accanto a lui era nuovo, diverso da qualsiasi altra cosa avesse mai provato.
Scuotendo la testa, cercò di allontanare quei pensieri. Non era il momento per lasciarsi andare alle emozioni. Non con ciò che lui poteva nascondere e, soprattutto, non con la possibile minaccia che rappresentava per il Parco dei Gigli.
Mentre correva, il suono familiare di voci e urla dall'arena catturò la sua attenzione.
Si stava tenendo un allenamento e Marina si rese conto che quel brusio di combattimenti e grida di sforzo poteva essere una perfetta distrazione dalla confusione che le affollava la mente.
Respirò profondamente e decise di dirigersi lì.
"Non mi aspettavo che l'avessero già aperta dopo quello che è successo..." disse a sé stessa con una nota di sorpresa. "I figli di Corgi e di Cechela avranno risolto tutto al più presto e sanato la zona. Mi chiedo se anche i miei fratelli..."
La infastidiva non essere al corrente del progetto, ma comprendeva che Lorenzo era più che in grado di guidare la Settima Casa in sue veci.
Arrivata all'arena, si fermò un attimo per osservare la scena.
Il luogo rimaneva ampio, dominato da un grande spazio centrale circondato da gradoni in pietra su cui si assiepavano altri Stirpemista. Il dislivello non esisteva in origine, era stato per forza costruito per coprire i danni dello scontro con il tenebrae.
Marina smise di soffermarsi sull'architettura e spostò la propria attenzione verso i combattimenti veri e propri.
Era sempre impressionante assistere a quegli allenamenti: l'energia che si sprigionava dai corpi in movimento, le urla di incoraggiamento e i suoni delle armi che si scontravano.
"Adesso basta, sembro una figlia di Sidal così."
Aguzzò la vista e vide un ragazzo, il rappresentante dei figli di Ione, che si stava già muovendo con sicurezza al centro dell'arena. Immaginò che fosse lui a dover guidare la lezione e il fatto che stesse distribuendo armi di legno a tutti i presenti non fece che avvalorare quella tesi.
"Gliomede Capobianco..."
Era uno dei pochi Stirpemista ad aver superato i vent'anni, un cacciatore naturale con una gran presenza e uno stile da solitario.
Marina non aveva avuto la possibilità di conversare molto con lui al di fuori degli incontri fra rappresentanti, ma Gliomede, con i suoi attenti occhi verdi e la sua postura dritta, emanava un'aura di maturità ed esperienza. Portava un'armatura leggera che si adattava perfettamente al suo fisico, la faretra piena di frecce che penzolava al suo fianco era un chiaro segno delle sue abilità di arciere.
Il figlio della dea della caccia stava tenendo un discorso agli altri Stirpemista, la sua voce melodiosa e tranquilla dominava l'arena.
«Ricordate, non siamo qui per dimostrare chi è il più forte, ma per capire i nostri limiti e superarli. Il controllo di sé è fondamentale. Non esistono scorciatoie per migliorare nell'arte del combattimento ed è bene che lo capiate subito.»
Marina lo ascoltò con attenzione, notando il rispetto che gli altri ragazzi e ragazze gli riservavano. Era anche incuriosita dalla scelta, normalmente sarebbe spettato a un figlio di Sidal oppure di Aesi tenere quel genere di lezioni.
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Maschere Immortali: L'Alba della Verità
FantasySopravvivere. Una missione che tutti gli Stirpemista devono affrontare ogni giorno. Ma nell'Altrimondo, una dimensione parallela dove mostri e divinità mascherate si intrecciano al destino dei mortali, esistono dei luoghi protetti, nei cui confini è...