Capitolo due

14 1 0
                                    

La cerimonia iniziale stava quasi per concludersi. Un centinaio di ragazzini veniva accolto con applausi e schiamazzi, da parte dei componenti delle varie casate, ad ogni decisione che esprimeva il cappello magico.
Sorrisi e sguardi di intesa svolazzavano in ogni parte della sala grande.
Non si poteva scorgere alcuna traccia di tristezza tra quei volti: i più piccoli erano speranzosi di formare nuove amicizie, di dare una svolta alla loro monotonia scoprendo le piccole soddisfazioni che la magia avrebbe regalato loro. I giovani, grandi maghi, invece, erano fieri di essere presenti a quella cerimonia, di poter essere partecipi del patrimonio che Hogwarts avrebbe lasciato alla nuova generazione.

Eppure, in mezzo a tutta quella spensieratezza spiccava un leggero sentore di ansia. Un'ansia che per Draco era tutt'altro che leggera, lo stava logorando da dentro.
Se ne stava a testa bassa, seduto in mezzo ai suoi amici che, seppur fossero quasi appiccicati a lui, erano decisamente distanti dai pensieri che stavano attanagliando Malfoy.

Quel dannato piano era pronto da mesi, ormai. Era stato studiato nel minimo dettaglio, sarebbe stato infallibile; ma sembrava essere diventata un'ardua impresa nascondere la paura.
Il biondo non aveva la minima idea di quando sarebbe stato il momento perfetto per agire. Continuava a lanciare occhiate veloci al grifondoro seduto tre tavoli difronte a lui.
Forse la sua era stata una decisione un po' troppo azzardata, ma quello sarebbe stato l'ultimo anno. Affidarsi al destino era un rischio che quel pazzo di Malfoy non avrebbe mai corso, nemmeno se questo avrebbe voluto dire esporsi più del dovuto.

.
.
.
.
.

«Sono felice di essere di nuovo qui con te» il sorriso dolce di Ginevra, il viso che si poggiava sul petto di Harry, gli provocarono un lieve rossore sulle guance che, fortunatamente per lui, sfuggiva alla vista della ragazza.
Si era sempre trovato bene con lei, al punto da domandarsi se fosse proprio lei la metà che, ora tra le sue braccia, poteva smettere di cercare.
«Ehi, quella è pur sempre mia sorella!»
«Piantala Ron» Hermione diresse il suo sguardo verso il cielo prima di colpire il braccio del sul fidanzato con un pugno.
«Ahia, che ho detto?»
Una risata vera lasciò le labbra della coppietta che era stata appena disturbata. Risero del povero Ronald, intento a massaggiarsi il braccio dolorante.

.
.
.
.
.

«Che fai?» uscí fuori più come un gridolino che come una domanda.
La corvina si era ritrovata in quella stanza perché spinta dalla noia, e la vista del suo amichetto, completamente preso da chissà quale dei suoi piani malvagi, aveva scaturito in lei un moto di curiosità.
Ed eccola ora lì, con le braccia dietro la schiena, che si sporgeva oltre le spalle del biondo, per sbirciare.
«Sei impazzita? Stavo per rovesciare tutto nel calderone» il tono di Draco era alquanto stizzito, nessuno doveva venire a conoscenza delle sue malsane intenzioni. E, come se non bastasse, quella ficcanaso di Pansy gli aveva fatto prendere un bell'accidenti.
«Che stai preparando?»
«Non ti riguarda, ora vattene» adesso avrebbe dovuto trovare un nascondiglio migliore per poter lavorare al suo piano senza essere disturbato.
«Che mi nascondi Draco?» la ragazza gli si parò davanti quasi a volerlo lasciare senza via d'uscita, senza altra scelta che non fosse rivelargli la verità.
«Ti ho già detto che non ti riguarda quello che faccio, smettila di ronzarmi intorno».
Pansy conosceva bene il tono perennemente aggressivo del suo compagno di casata, quindi, non si lasciò schiacciare dalle sue parole taglienti.
«Se stai organizzando un piano diabolico per ferire qualcuno, essendo serpeverde e tua amica, ho tutto il diritto di farne parte!»
Le mani dell'ormai irato serpeverde spinsero la ragazza fuori dalla stanza.
«Non si tratta di nulla del genere, è una faccenda personale di cui tu non hai alcun diritto di prendere coscienza».
E, ottenendo quella risposta, Pansy decise che avrebbe lasciato perdere. Infondo quello che accadeva nella vita di Draco non erano affari suoi.

.
.
.
.
.

«Credi che quest'anno riusciremo a stare in pace, senza strane creature che proveranno ad ucciderci?»
Una lieve risata sfuggì al controllo di Harry nello scorgere in Ginny un'aria preoccupata.
«È quello che spero, ma sicuramente non quello che mi aspetto».

Si perse a guardarlo.
Anche solo l'idea di possedere il cuore di colui che sempre aveva amato la lasciava a corto di fiato.
Gli sfilò lentamente gli occhiali per poter sprofondare in quell'immensa radura che erano i suoi occhi verdi.
Si avvicinò fino a sfiorargli le labbra.
«Sarò sempre al sicuro con te»


«È il salvatore del mondo magico!»
Un gruppetto di piccoli grifondoro cercava di indicare Harry in modo discreto, ma la loro voce li tradì.
Il corvino aveva iniziato a chiedersi se quel castello fosse contrario alla sua relazione con la piccola Weasley, non riusciva a capacitarsi di come ci fosse sempre qualcuno a interromperli.
Harry la amava davvero, mai si sarebbe aspettato di trovare il suo posto felice nella sorella del suo migliore amico.
La loro relazione era colma d'amore da entrambe le parti. Da ogni gesto di Ginny, pur se piccolo o insignificante, traspariva una dolcezza illimitata.
Non esisteva la minima traccia di violenza nemmeno nei loro rapporti più intimi.
Tutto era estremamente e  costantemente romantico, e a entrambi piaceva così.

«Sei così famoso che ti riconoscono anche quelli del primo anno, ed è solo il primo giorno».
E ancora una volta la Weasley rise.

<3<3<3
Onestamente non saprei cosa dire, spero solo che questa storia possa essere apprezzata da qualcuno (lol).
Anyway, siamo solo all'inizio e ho già un paio di idee per quanto riguarda il piano di Draco:)
Ps. Non trovate Harry e Ginny adorabili?
Mart

L'inganno è un arma a doppio taglioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora