Capitolo cinque

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Ginevra gli aveva rimesso gli occhiali dolcemente, accarezzandogli piano gli zigomi. Era il suo piccolo modo di dimostrare amore, Harry lo sapeva bene.
Eppure, la sua mente lo aveva condotto dritto verso a degli occhi argentati; al modo in cui si fossero avvicinati pericolosamente ai suoi, qualche ora prima.
Era inconcepibile, quel biondino finto doveva intromettersi persino in momenti intimi come quelli. Lo odiava con tutto sè stesso.

I pensieri del moro, riguardanti la sera precedente, vennero interrotti da un bigliettino che volando era appena arrivato verso di lui, poggiandosi sul banco. Aveva la forma di un piccolo uccellino e Harry sorrise alla creatività che aveva avuto la sua Ginny.
Peccato che, invece, dovette ricredersi, perché aprendolo si rese conto che quel disegno non poteva appartenere in nessun modo alla sua amata.
Lo osservó per un secondo, ne bastó uno solo per capire chi fosse il mittente di quella sorta di minaccia.
Sollevó gli occhi al cielo prima di riposarli sulla scenetta crudele che raffigurava lui, schiacciato contro un muro e tenuto per il collo da Draco.
Che volesse per caso strangolarlo?
Appallottoló il disegno sbuffando.
Come aveva fatto a credere, anche se per un solo attimo, che quel ragazzo fosse capace di pensare a qualcosa di diverso dai modi in cui avrebbe potuto ucciderlo?

«È un idiota! Non posso credere che abbia avuto il coraggio di mandarti una cosa del genere» Hermione era visibilmente infastidita dal racconto del suo compagno di casata.
«Un disegno» ribadì la ragazza «È rimasto all'età di undici anni, ancora spera che tu gli stringa la mano».
Nessuno si aspettava che Hermione potesse esordire con tanta freddezza, o almeno non Ron, che ora la stava guardando in modo strano.
Era uno sguardo difficile da decifrare - solo per Hermione, visto che anche uno sciocco, passando di lì si sarebbe reso conto dei sentimenti del rosso - , amore e ammirazione luccicavano nei suoi occhi, ma la confusione e lo stupore facevano da velo alle emozioni ormai palesate.
Harry fu il primo a ridere, avrebbe dovuto appuntarsi quella battuta da qualche parte, così che potesse trasformarsi in una bella freccia da scagliare contro il biondo.
Draco avrebbe potuto provarci per una vita intera, ma mai sarebbe riuscito ad umiliare Harry, poiché lui sarebbe stato sempre un passo avanti.

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«Non sbirciare» Ginny sorrise, prima di far comparire qualcosa tra i due amanti.
Si trovavano sulle sponde del lago nero, nel mezzo di un appuntamento romantico.
L'idea era stata proposta dalla ragazza, che si era affrettata a preparare quel piccolo pic-nic in poco meno di due ore. I due erano seduti su una grande tovaglia a quadri bianchi e rossi, circondati da sandwich e frutta di vario tipo.
Il clima era gradevole, era da poco inziato ottobre e tutto profumava ancora di un'estate che andava sbiadendosi sempre più velocemente, e di fiori profumati.
«Non dirmi che-» il delizioso aroma che proveniva dalla sorpresa di Ginny aveva scaturito in Harry ricordi piacevoli. Aprì finalmente gli occhi.
«So quanto adori la torta alla melassa, quindi ho pensato che sarebbe stato carino prepararne una per noi».
I capelli rossi le vennero accuratamente spostati dietro le orecchie, prima che un bacio delicato si poggiasse sulle sue labbra, rese ancor più lucenti dai riflessi del sole.
«Grazie» sussurrò il moro, posandole una mano sulla guancia per stabilire un contatto più intimo, per poi riprendere a baciare lentamente quella bocca lucida.

«È davvero deliziosa» le dita e le gambe erano piene di briciole.
«Mi fa piacere che ti piaccia» ed era vero, gli occhi della più piccola brillavano dalla gioia. Le guance arrossate per il complimento appena ricevuto.
Era decisamente amore quello che sentiva all'altezza del petto ogni volta che quelle piccole gemme verdi si posavano su di lei.
«Perché mi guardi così?» Harry inclinò la testa da un lato, sorridendo intenerito dalle occhiate che stava ricevendo.
«Hai pezzettini di torta dappertutto»
Rise sommossamente e osservó il suo ragazzo mentre si lasciava scivolare le briciole di dosso.
Lo trovava estremamente carino.

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«Cosa leggi? Una guida su come conquistare ragazzi etero?».
Draco sbuffó stizzito, chiudendo il libro con eccessiva aggressività.
Qual era il problema di Theodore? Non era già abbastanza difficile così?
«Per tua informazione, stavo studiando pozioni» si prese una piccola pausa, quel poco tempo che bastasse a far comparire un ghigno.
«Possiamo prepararne una per Blaise, magari lo farà diventare così stupido che finalmente si innamorerà di te».
Il sorrisetto impertinente che aleggiava sul viso di Theodore svanì all'istante, stavolta Draco aveva fatto centro.
La stanza cadde in un incessante silenzio per qualche minuto, gli occhi del ragazzo tutto gel erano tornati tra le pagine del suo libro immacolato.
«Tu credi che io non sia abbastanza intelligente per Blaise vero?» gli occhi gli si riempirono di lacrime, e il biondo si rese conto che quello non era più un gioco.
«Che cosa?»
«Io non sono all'altezza di un ragazzo sveglio e bello come Blaise» quella non sembrava neanche più una domanda, Theo era come sicuro di quello che stesse blaterando.
«Ma che dici? Io stavo solo scherzando, tu sei una persona adorabile e-» lo osservo per un istante «Dai vieni qui» aprì le braccia per accogliere il suo amico piangente.
«Se Blaise non si accorge di te è davvero stupido, forse l'unica pozione che dovremmo somministrargli è quella che serve a fargli aprire gli occhi». Theodore sospiró triste, così Draco continuó il suo discorso.
«Ma sono sicuro che non ricorreremo all'uso della magia, il tuo fascino farà tutto il lavoro».

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 07, 2022 ⏰

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