John se ne era andato. Perché se ne era andato? Perchè le cose che lo riguardavano, le... emozioni, erano sempre così difficili? Perchè lui era John, ecco perchè, si rispose da solo Sherlock. Avevano un caso, aveva un caso e doveva concentrarsi su quello. John non aveva la priorità su tutto, non era al centro del mondo. Bhe forse al centro del suo mondo sì. Sherlock fece una smorfia di disgusto. Da quando era diventato così sdolcinato? La risposta era ovvia ma il consulente investigativo cercò di focalizzare la sua mente sul lavoro. Il lavoro! Lui viveva per il lavoro, lui si riteneva sposato con il lavoro, era questo che aveva detto a John la prima volta che si erano incontrati. John! Ancora lui, invadeva i suoi pensieri, ovunque guardasse aveva lasciato il suo segno. Sherlock si meravigliò che una mente così intelligente potesse essere messa in difficoltà da un semplice uomo. Non riusciva a pensare logicamente. "IL CASO, MALEDIZIONE, CONCENTRATI!" Urlò aprendo gli occhi e balzando in piedi. In verità il caso che aveva accettato non aveva niente di speciale. Era per lo più di una banalità stupefacente e Sherlock si ritrovò a chiedersi perchè lo avesse accettato. Lo aveva accettato perchè erano due giorni che buttava fuori gente dal 221B e magari sperava che un caso banale si potesse evolvere in uno intrigante. Per quanto questa spiegazione fosse logica e si adattasse perfettamente alla situazione, Sherlock si ritrovò a pensare che non era la risposta giusta. Voleva stare di più con John. Lo voleva davvero! Ma poi si è rinchiuso nel suo Palazzo Mentale e John se n'era andato... Però non era giusto. Il consulente investigativo stava facendo di tutto per rendere a John più facili le cose, non voleva che rinunciasse alla felicità con Mary e al suo matrimonio per non abbandonare un povero sociopatico. Perchè Sherlock sapeva che era così, sapeva che John aveva qualche ripensamento sul matrimonio e sapeva anche che la causa era lui. Ovviamente scacciò subito l'idea che fosse innamorato di lui. Dai, John era gentile, premuroso e tutti erano suoi amici, non avrebbe mai potuto innamorarsi di lui, un uomo freddo che insultava le persone (anche se era dell'idea che dire a qualcuno che suo marito la tradiva non era un insulto, ma piuttosto un favore e quando lo aveva detto si era ritrovato con una donna in lacrime che lo insultava per la sua insensibilità) e che tutti pensavano non provasse emozioni, cosa che non era affatto vera e cercava sempre di nascondere. La seconda possibilità era la più ovvia ed era perchè John aveva paura che una volta sposato non avrebbe avuto più tempo di stare con Sherlock e questo spaventava anche il consulente investigativo. Lui si era abituato ad avere John intorno, sulle scene del crimine, ma anche in casa, che preparava il tè o scriveva sul suo blog cose stupide. Già era stato uno sforzo enorme al suo "ritorno dalla morte" accettare che John non viveva più a Baker Street, adesso non riusciva ad immaginare come poteva essere non averlo affianco mentre mitragliava Lestrade di deduzioni e non sentirlo dire "Fantastico!" o "Stupefacente!" Era incredibile quanto prima disprezzasse la compagnia e adesso non potesse fare a meno di quella di John Watson. Tornare ad una vita solitaria era una cosa fuori dell'immaginazione di Sherlock. Per quanto riguardava il caso il consulente investigativo lo aveva risolto un minuto dopo che John era andato via. La ragazza ovviamente lavorava come tata in una casa, da quanto aveva raccontato il suo datore di lavoro provava un certo interesse per lei, ma sicuramente non era lui che la seguiva. Kate Riddle non si occupava solo dei bambini, Sherlock aveva dedotto che faceva anche altri lavoretti come per esempio curare il giardino della casa in cui faceva la tata (i polpastrelli e i bordi delle unghie del pollice e indice avevano una sfumatura verde, inoltre aveva le unghie un po' sporche di fango e terra). Ogni volta che si girava per controllare chi la seguiva aveva detto di non vedere nessuno, ma con la cosa dell'occhio era riuscita a guardare il suo inseguitore. Aveva inoltre raccontato di aver ereditato una grossa somma di denaro da uno zio morto in America che non aveva mai incontrato. Qualcuno la stava seguendo per progettare un rapimento, facile. Questo l'aveva capito subito, ma chi? Non aveva fratelli o qualcun'altro che potesse facilmente riscuotere la sua eredità una volta morta. Aveva un anello di fidanzamento al dito, molto economico. Praticamente era una stretta fascetta d'argento con sopra un piccolissimo diamante di... plastica? Plastica e... vetro. Molto economico, quindi questo significava che o il fidanzato non si trovava bene economicamente o non gli importava niente della signorina Riddle. Probabilmente entrambi. Perchè allora non aspettava il matrimonio per poi rapirla e poi forse ucciderla? Perché farlo subito? Debiti, semplice, era nei guai fino al collo e non poteva aspettare. Il suo fidanzato voleva rapirla, costringerla a sposarlo e poi ucciderla per ereditare il denaro e pagare i suoi debiti e poi magari fare anche una vita agiata. Tutto questo lo aveva capito in un minuto. Distrattamente prese il telefono e scrisse a Lestrade quello che c'era da sapere. Probabilmente la signorina Riddle era andata dalla polizia e il caso era stato affidato a lui. Adesso che aveva la mente libera dal caso i suoi pensieri ritornarono a John e al matrimonio. Le sue riflessioni vennero interrotte dalla signora Hudson, un'anziana signora che era la padrona di casa. "Cu cu" disse con tono allegro affacciandosi alla porta dell'appartamento. "Sherlock caro, dovresti prendere il tuo vestito per il matrimonio di John o non ce lo avrai!" Disse, il suo tono normalmente gaio divenne più dolce. La signora Hudson era come una seconda madre e sicuramente era la prima e non l'unica che aveva capito che sia Sherlock che John provavano qualcosa l'uno per l'altra ma erano troppo cocciuti per ammetterlo. La signora H. vedeva la tristezza del consulente investigativo ogni giorno. "Doveva anche farmi fare il testimone" sbuffò Sherlock mettendosi in piedi "è già tanto che vengo, non mi piacciono i matrimoni, sono una cosa stupida". "Sei il migliore amico di John, certo che devi fare il testimone!" Esclamò la signora Hudson mentre scendeva le scale. "Sono il suo migliore amico" ripetè Sherlock nella sua testa e sentì una fitta al cuore. Se questo era amore allora non voleva mai più provarlo, perchè faceva troppo male.
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Le emozioni sono complicate
Fanfictionsò che nessuno la leggerà perchè praticamente il fandom della serie Sherlock della BBC è praticamente morto, ma a me piace scrivere e quindi pubblico questa storia. John viene investito da una macchina in corsa. Questo incidente spingerà Sherlock e...