Sherlock si sedette sulla sua poltrona di pelle nera e fissò l'altra che aveva davanti, quella su cui di solito sedeva John. La guardò intensamente, fino a quando non riuscì ad intravedere una sorta di poltrona identica nella sua mente. Fatto questo chiuse gli occhi e continuò ad osservarla. Su quella poltrona apparve John. Non era il vero John, ma comunque ci andava molto vicino. "Allora Sherlock... come va?" Chiese il falso John, proprio come aveva chiesto l'altro nella stanza dell'ospedale. Sherlock non rispose, John sapeva benissimo la risposta senza che lui glielo dicesse. "Bene, vedo che non siamo in vena di parlare" sbuffò la falsa copia. Era molto facile riconoscere il vero dal falso. Questo John, questo falso John era in qualche modo più simile a Sherlock di carattere e aveva una luce strana negli occhi. "Che cosa vuoi Sherlock? Perchè sono quì?" Chiese lanciando uno sguardo perplesso al consulente investigativo. Anche a questa domanda, il finto John sapeva la risposta, ma Sherlock doveva parlare con qualcuno, ne aveva bisogno. "Voglio farti una domanda" annunciò il consulente investigativo alzandosi in piedi e avvicinandosi maggiormente alla poltrona dell'amico. "Che cos'è successo quattro ore fa quì, proprio in questo appartamento, a Baker Street?" Chiese guardando attentamente John, che adesso si stava muovendo a disagio sulla poltrona. Alla fine il dottore si alzò in piedi anche lui. "Perchè non me lo dici tu? Non mi sembra che tu abbia fatto qualcosa per porre fine a quella situazione" ribattè John mentre osservava Sherlock con aria di sfida. Il consulente investigativo rimase immobile a bocca aperta per qualche secondo prima di controbattere. Di solito John non era così, era diverso e questo fece sospirare Sherlock. "Ero troppo confuso per fare qualcosa" disse infine girandosi e dando le spalle all'amico. Certe volte si dimenticava che quello nella sua mente non era John, non era il vero John, ma era solo una copia che creava quando aveva assoluto bisogno di parlare con qualcuno e sceglieva John perché lui lo ascoltava sempre e, più o meno, in qualche modo lo capiva. Sherlock riaprii gli occhi. Non serviva a niente tutta questa conversazione mentale se poi non poteva parlare con il vero John. Il suo telefono vibrò. Il consulente investigativo lo prese in mano e lesse il messaggio.
Dobbiamo parlare JW
Per fortuna non era l'unico tra i due che aveva un assoluto bisogno di parlare. Senza pensarci digitò la risposta e, veloce come il vento, prese il cappotto, scese le scale e chiamò un taxi.
***
John aspettava. Aspettava che Sherlock entrasse da un momento all'altro da quella porta, aspettava di ricevere delle risposte e, sicuramente, aspettava e sperava che tutto si sarebbe risolto per il meglio. Ma qual era il meglio? Il meglio era lui che stava con Mary, che si sposavano, che vivevano una vita felice e avevano perchè no, anche dei figli? A quel pensiero John fece un sorriso. Una vita normale, senza casi, senza misteri o adrenalina. Quel sorriso però divenne un sorriso triste. Questo voleva dire abbandonare Sherlock? O il meglio era lui che rimaneva al fianco del suo amico a vivere una vita in cui ogni giorno era una nuova avventura e osservare la mente brillante di Sherlock lavorare, senza mai avvicinarsi, senza mai dirgli che lui lo amava, tanto a lui bastava soltanto osservarlo per amarlo? Qual era il meglio? Qual era la cosa giusta, la scelta giusta da prendere per essere felice, per fare una vita normale? John era spaccato in due. Una parte voleva stare con Mary e l'altra con Sherlock. Da una parte però una cosa era sicura. Mary lo amava, ricambiava il suo amore, mentre Sherlock... Sherlock no, lì era più complicato, ma sicuramente no, non lo amava, alcune volte sembrava proprio non provare emozioni... Le sue riflessioni vennero interrotte dal cigolio della porta. John alzò la testa di scatto e si trovò di fronte l'alta figura del consulente investigativo. Sempre continuando a guardare John, Sherlock chiuse piano la porta alle sue spalle e si sedette sulla sedia dove prima stava Mary. "Allora... di cosa volevi parlarmi?" Chiese il consulente investigativo, con la voce calma e il volto rilassato come al solito. John si diede mentalmente dell'idiota, forse Sherlock non se n'era accorto, forse non aveva capito niente e adesso lui stava per fare la figura dello stupido per l'ennesima volta. Si schiarì la voce prima di parlare. "Ehm... io in verità volevo chiederti la stessa cosa, prima Mary ci ha interrotto e volevo sapere cosa volevi dirmi" disse. Se Sherlock voleva che fosse lui il primo a parlare allora aveva sbagliato tutto, perchè John non aveva alcuna voglia di esporsi per primo. Il consulente investigativo rimase fermo immobile. "Oh, niente, volevo parlarti di un caso" disse con nonchalance spostando lo sguardo da quello del suo amico che adesso lo guardava perplesso. "Quale caso?" Chiese infatti John lanciando a Sherlock un occhiata interrogativa. "Questo" disse il consulente investigativo prendendo in mano il suo telefono che adesso aveva preso a vibrare. Sherlock rispose all'istante. "Lestrade?" Dall'altra parte si sentì la voce del detective di Scotland Yard. John non riuscì a sentire molto. Alla fine Sherlock attaccò con un "Arrivo subito" e si girò a guardare il suo amico. "Devo andare" disse ancora senza guardare negli occhi John, ancora senza vedere l'espressione di tristezza che si era dipinta sul volto dell'amico. Sherlock uscì dalla stanza lasciando John con la testa ancora piena di domande. Non avevano parlato. Sherlock aveva abilmente sviato il discorso per non parlarne e se da una parte John ne era grato, perché sarebbe stato parecchio imbarazzante, dall'altra voleva rimproverare il consulente investigativo per averlo fatto. Anche lui però non aveva aiutato molto la situazione. L'unica cosa da fare in quel momento era far finta di niente. Quello che era successo a Baker Street era lì a Baker Street e non c'era bisogno di parlarne.
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Le emozioni sono complicate
Fiksi Penggemarsò che nessuno la leggerà perchè praticamente il fandom della serie Sherlock della BBC è praticamente morto, ma a me piace scrivere e quindi pubblico questa storia. John viene investito da una macchina in corsa. Questo incidente spingerà Sherlock e...