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"Simò ma se po sapé che te guardi a sto computer da tre ore?"
Panico.
Raccatto tutti i fogli sparpagliati sulla scrivania, li incastro nel pc e violentemente sbatto lo schermo contro la tastiera. Mi volto fingendo pieno controllo della situazione e "Manu! Sei tornato!"

Vorrei aggiungerci pure un sorriso accogliente ma me pare più che esce na smorfia da sociopatico se ben interpreto lo sguardo stranito che mi lancia dalla porta.

"T'ho chiamato un sacco de volte da giù, ma te niente..." si avvicina "non è che me stavi a tradì con qualche «maschio caldo a 5 km da te»" mi canzona con voce fintamente meccanica e impostata.
Forse sarebbe meglio Manu, credimi.

"Ma che vai a pensare..." io devo sinceramente seguire un corso di recitazione o in generale di approccio alla vita senza paré n'automa perché nun se po fa così. Questo n'altra mezza domanda me deve fa e rischio di confessare pure le marachelle della prima elementare.

"Simò..." poggia una mano sul mio viso e mi scruta gli occhi come se da lì potesse arrivare all'interno della mia testa. Speriamo de no. "ma sei sicuro che te senti bene, si?"
"Si Manu, ovvio" ecco adesso dillo senza piangere o senza sembrare C-3PO con un cortocircuito in atto. Mi schiarisco la voce "perché me lo chiedi?"

"Stai qua appollaiato sulla sedia dello studiolo come n'uccello impagliato, c'hai la schiena che è n'fascio de nervi" mi preme l'attaccatura fra spalla e collo come a riprova del suo discorso. Sussulto. Stringe gli occhi "o vedi? Stai teso come na corda de violino!"

"Beh si in verità..." in verità de che Simò?
De che.
Che je dici mo a questo?
"Uhm- un po' di stress a scuola con la fine del quadrimestre, i compiti da correggere-"
"Nun me ne parlà!"
ecco bravo interrompimi, parla tu, cambiamo focus.

"C'ho 200 verifiche da fa e altrettante da correggere e oggi la collega di compresenza s'è pure presa il giorno perché c'ha il pupo malato" spiega lievemente stizzito "e io per colpa de sto marmocchio infetto me so dovuto fa 3 ore da solo in prima... in prima Simone!" Solleva l'indice a mo di uno "Con sti 14enni che alla fine sempre marmocchi sono... meno male che domani ho le quarte, almeno se po fa n' discorso un po' più maturo"
"Vabe Manuel ma sono teneri i ragazzini al primo anno dai, sono ancora dei bimbi-"
"Appunto Simò, è questo il problema! Lo sai che a me i bambini- no ma poi dico se volevo delle pesti immature me mettevo a fa il maestro d'asilo te pare no?"
Abbasso la testa. Non fa una piega certo.

Si porta indice e medio alla base del naso "scusami" alza l'altra mano a mo di stop verso di me "non me volevo sfogà così, ma oggi sto k.o. e me vorrei solo sbracà sul divano con te per guardà un film..." gli si illuminano gli occhi e li punta pericolosamente dietro di me "anzi sai che è?"
"Che è?" chiedo con tono inorridito.
Si avvia ad agguantare il pc "Mo ce guardiamo proprio na cosa su netflix!"

"No!" sbotto facendolo saltare "no..." riprovo con meno foga «calmati cretino» mi ripeto "io- ecco... il computer è in tilt!"
Scusa perfetta, bravo, bene!
"In tilt?" mi osserva confuso "ma famme da n'occhiata allora o sai che so bravo co ste cose..."
Male invece, male!

"No Manu lascia stare dai, vediamocelo col tuo e domani lo porto a riparare..."
Mi guarda ancora come se volesse trapassarmi e penso che manco all'esame di stato me so sentito così in ansia, proprio sento il sudore freddo dietro la nuca e-
"Va bene..." alza le mani in segno di resa "come dici tu Simo" non mi pare convinto, ma almeno ha desistito.

Si allontana un po' dalla scrivania, quel tanto che basta perché possa alzarmi anche io.
"Che voi vedé?" chiedo mentre mi avvio verso la porta cercando di capire se mi seguirà.
"Mah non lo so" lo fa, mi segue! "Quello che ti pare..." usciamo da sta cazzo de stanza Manuel e ti giuro che mi guardo pure tre ore di documentario su tutti i tipi di brucola esistenti.

Siamo fuori.
Noi siamo fuori e il computer, con tutto il suo contenuto pericoloso, è rimasto lì, intatto.
Esulto mentalmente mentre intreccio le mie dita alle sue e mi avvio verso le scale.
Dovrò poi ricordarmi di spostare tutto nel solito posto, ma per ora va bene così.
Più lontani siamo da qui meglio me sento.

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