III

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"Papà tu la devi smettere di impicciarti in sti discorsi e basta!... lo so, LO SO, che te l'ho accennato io ma questo non significa che ora-" incastro il telefono fra orecchio e collo mentre armeggio ai fornelli "senti!" mi sto spazientendo "è na cosa che nun se po fa! i segnali ci sono e sono chiari" deglutisco il groppone che mi si sta formando in gola "me devo solo rassegnà..."

E mentre papà che blatera sul potere della comunicazione in una coppia diventa solo un sottofondo non richiesto nella mia testa, noto che, per quanto continui a girare, il cioccolato si sta comunque attaccando alle pareti del pentolino e penso che sto dolce oggi verrà na schifezza e che ha proprio ragione nonna Virginia quando dice che col cuore pesante non si possono mai fare cose buone «specialmente in cucina e in camera da letto, caro!»

"Si, si ti ascolto! Ero- ero soprappensiero... e senti, nonna come sta?... Ah, lo sa pure lei..." stringo gli occhi "ah pure Anita ha visto la foto? beh ovvio... ma ovvio de che... e a Lombardi non l'hai fatta vedé? A Mimmo? No? Strano!" lo dico con tono ironico ma la verità è che vorrei buttare un urlo "no no... che arrabbiato con te... no guarda so scemo io che pretendo pure di poterti raccontare un segreto! Manco sai che significa sta parol- si ho capito... ci sperate tutti... ma te lo dico chiaro eh! Sta cosa alle orecchie di Manuel non deve arrivar-"
"Che non deve arrivare a me?"

Ma quest'uomo che poteri ha?? ma come fa?? E' un ninja?? Da dove cazzo entra ogni volta che non lo sento mai??
"Papà si, senti, ti devo lasciare- si, non mancherò. Saluta nonna e Anita. Ho capito, va bene... si, alle otto vi aspettiamo! Ciaaaaao" abbasso il telefono.

"Era mio padre..."
"E fino a qua c'ero arrivato pure io"
"Dice che per stasera è confermato."
"Va bene."
"Bene."
"Bene."
Riprendo a girare il cioccolato che ormai però non ne vuole sapere di collaborare e con la coda dell'occhio percepisco Manuel avvicinarsi.

"Simò"
"Manu"
"T'ho fatto na domanda..."
"Ma quando?" bravo fingi un'amnesia.
"Mo Simò, quando!"
"E non me la ricordo..." borbotto continuando a mescolare.
"Ma tu pensi che io sia scemo?"
"Era questa la domanda?"

"Simò" si sta alterando "e mo m'hai rotto er cazzo però eh" mi strattona per un braccio facendo traballare pure la pentola.
"Oh attento! La cioccolata mi serve per il dolce!"
"Ma che cazzo me ne frega a me della cioccolata" sbraita "che è che non devo sapé?"
"Ma niente Manu..." mi manca l'aria "sai com'è mio padre che si mette subito in agitazione per le minime cose no?" annuisce poco convinto mentre mi volto del tutto verso di lui "e niente..." prendi tempo Simone che non sai manco tu che cazzo je devi dì mo "ha- ha visto che Paperella fa un po' di capricci quando la avvia e l'ha portata a controllare..." sospiro per creare un minimo di pathos "e dice che sta moto sta più de la che de qua e a breve ce lascia..."
E' confuso "embé?"
"Embé... sa quanto ce tieni e non te lo voleva dire" concludo pateticamente.

Sono un cazzo di bugiardo patentato che non so come non mi si stia allungando il naso fino a cecare un occhio a Manuel.
"Simò..." mi fissa severo "mo te rifaccio la domanda di prima allora..." mi stringe il braccio "ma so scemo io secondo te?? C'ho scritto Sali e Tabacchi in testa?"

"Manu ma è la verit-"
"E mo basta!" lascia andare l'arto e fa per girarsi ma poi ci ripensa "io ce sto a provà a capirti, ti giuro che sto facendo il possibile e penso pure-" gli si incrina un po' la voce e sento proprio una coltellata all'altezza del petto "penso pure che per quanto so stato stronzo negli anni precedenti ogni tanto me merito che pure a te te vengano i 5 minuti, solo che questi non so minuti Simò, so giorni, settimane che stai così e non parli e non me fai capì n cazzo... oh! ma non è che-" così indifeso non l'ho mai visto "ma non è che c'hai n'altro?"

Il fracasso della cioccolata che si rovescia irrimediabilmente sui fornelli e a terra non fa manco la metà del rumore che sento ora nel cervello.
Un altro. Un altro. Un. Altro.
Questo veramente pensa-
Se l'altro giorno credevo di volermi prendere a frustate adesso vorrei proprio subire torture medievali tipo bollitura o stiramento.

"Manuel-" lo guardo spaesato dopo un attimo di silenzio.
La sua faccia letteralmente crolla.
"Stai diventando bravissimo a schivà le domande... me pari me qualche anno fa" caccia una risata amara che pare più un lamento "quindi, visto che se so 'nvertiti i ruoli, se me ricordo bene come era la battuta tua in queste situazioni..." mi batte una mano sul petto e "Vaffanculo!"
Non rimane manco un secondo di più, si volta, prende la porta ed esce.

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