II

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Sobbalzo dal divano e spalanco gli occhi quando sento un suono metallico.
Ci siamo addormentati in due e mi risveglio solo "Manu?" mi guardo attorno ancora frastornato.

Sbuca dalla cucina col cellulare in mano "che è Simò?"
"Hanno sonato..."
"non ho sentito niente..." corruga la fronte "l'avrai sognato..."
Avvicina il telefono alla bocca «comunque Laura smollame mo... me faccio vivo io sti giorni eh- salutami il resto della famiglia»
"Che vole Laura?"
"Rompere i coglion-"
il secondo squillo di campanello lo fa sussultare "hai visto che non l'avevo sognato??" dico piccato
"e ho visto sì..."

"Ma chissà chi è..." sbadiglio
"Ma che ne so..." fa per avviarsi "io non aspettavo niente!"
Sbarro gli occhi. Io si invece.
Cazzo.

La coperta cade a terra e in un attimo mi ritrovo in piedi come un automa "vado io!"
"Ma come vai te? Io so già alzato!"
Lo sorpasso letteralmente volando "non c'è bisogno guarda eccomi sto già andando" e mi precipito scalzo nel corridoio.

Spalanco la porta facendo sussultare il postino "eccomi!" ho le braccia sporte e le mani aperte che sembro un pupazzetto di Lego.

"Pacco per Sim-"
"Sono io, eccomi si, Simone Balestra. Proprio io, sono lui." rispondo frenetico.
Mi guarda perplesso. Starà prendendomi per uno squilibrato? Si. Mi interessa qualcosa adesso? No.
"Ecco a te-"
"Che te sei comprato Simò? E' 'n libro?"

E questo da dove cazzo sbuca.
Da dove cazzo sbuca che mezzo secondo fa era ancora davanti alla cucina?? ma che è un fulmine? E' ubiquo??
"Grazie, ciaaaao!" Sbatto la porta in faccia al povero cristo e mi giro verso Manu "ma niente... un libro, si..." e questa non è una bugia "...di matematica." questa invece lo è, però almeno così sto sicuro che a lui non interesserà, che non farà altre domand-
"Bello! Lo sai che me po proprio interessà?" ma. che. cazzo. "Voglio fa na lezione ai ragazzi sull'importanza della matematica nella filosofia!" mi passa una mano sul braccio "che ne dici?"

Che ne dico? Dico che sto pacco lo devo annà a sotterrà nel giardino che non abbiamo sotto almeno 8 metri di terra.
"Simo?"
Eh?
"Eh?"
La mano è arrivata al viso e con le nocche mi sta accarezzando lo zigomo "me pari un po' dissociato ultimamente..." siamo occhi negli occhi "sei sicuro che è tutto a posto?"

Manuel se fai così io non so più manco il mio nome figurati se so rispondere a ste domande complicate "te l'ho detto... la scuola..." abbasso gli occhi. Cazzate ne posso dì tante, ma guardandolo in faccia non so capace.
"Ma se te stanno a tartassà troppo dillo, o dimmelo, ce parlo io col preside..."
"Manuel... il preside è letteralmente mio padre" faccio notare.

"Appunto" ghigna "tu non sei bono a parlà co Dante..."
"Ah e perché tu si?"
"Anzitutto" alza un dito come a contare "semo filosofi tutti e due, quindi parliamo la stessa lingua" riporta la mano sul mio viso "e poi" mi carezza "non te scordà che io e lui abbiamo anche altro in comune" conclude con un sorriso enorme.
"Ah si?? E cosa?" Chiedo divertito.
La sua faccia è serissima "la persona più importante della nostra vita, ovvio."

Sta scatola mi sta pesando tra le mani manco fosse un'incudine e io mi sento tipo una di quelle merde calpestata da centinaia di suole di scarpe finché non rimane solo la macchia assorbita dall'asfalto.

"Vado-" schiarisco la voce "vado a posare sta roba..." la carezza diventa una stretta.
"Simò..."
"Mh?"
"Lo sai si, che tu sei la persona più importante della mia vita?" sussurra contro il mio orecchio "E che con te voglio fare tutto?"
Anche io con te gli vorrei dire, letteralmente sei la mia oasi di pace nell'inferno che era prima di te la mia vita. La mia felicità assoluta e totale.

Però vorrei anche prendere me stesso a parolacce. O fustigarmi con una fune. Tutto fuorché sentire questo discorso giusto qua, giusto ora, mentre tengo fra le mani il motivo che probabilmente porrà fine a tutto ciò.

"Lo so..." riesco a elaborare dopo un po' di silenzio. Alzo lo sguardo e cerco di far trasparire tutto l'amore che provo.
I suoi occhi sono immensi "e non te lo dimenticare allora." conclude prima di sorprendermi con un bacio violento.
E più lui stringe la sua mano sul viso più io stringo le mie sul libro.

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