Luca

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Adrian's pov:
Suona la sveglia delle 6 e 30, e già distrutto mi alzo dal letto per prepararmi.

Tutta la notte non sono riuscito a chiudere occhio a causa degli incubi.
Già da una settimana va avanti così, e inizio a sentirne gli effetti: mi sento stonato, le mie emozioni sono più altalenanti di quanto già non fossero, mi sento sull'orlo di una crisi e ho un mal di testa tremendo da ieri.

Certe volte vorrei strapparmi il cervello dal cranio, dargli una pulita da tutta la merda che lo ricopre, lucidarlo per bene, e rimettermelo a posto. Vorrei farlo davvero.
Sono stanco: stanco degli incubi, stanco dei traumi, stanco delle mie paranoie e stanco di tutti i miei pensieri. Vorrei solo stare in pace per un po'. Vorrei provare a vivere una vita "normale". Vorrei provare a dormire normalmente... vorrei provare a vivere normalmente, a pensare normalmente... vorrei avere una vita come tutte le altre. Ci sono persone che si lamentano di quanto noiosa sia la loro vita: ve la do io un po' di adrenalina, ogni giorno a cercare di non buttarsi per la disperazione, voi datemi la vostra tanto disprezzata normalità, vedrete come la rivorrete anche voi.

Comunque...
Comincio a prepararmi per andare a scuola: prima mi faccio il letto, poi mi dirigo all'armadio per prendere i vestiti. Scelgo una felpa verde acqua scura e dei pantaloni neri. In realtà non ho chissà quanti vestiti tra cui scegliere, poiché il mio "amato" zietto che si è "premurato" di darmi dei vestiti, non si è sforzato neanche tanto: mi ha passato due suoi maglioni, che ho rigorosamente scelto di non mettere mai, non solo per la differenza di taglie, ma anche per il fatto che me li abbia regalati dicendo "che carino coi miei vestiti addosso", poi mi ha "comprato" 3 felpe al mercato delle pulci, non curandosi troppo né della taglia né di quanto fossero usati, preoccupandosi solo che non fossero di colori troppo femminili (come da lui detto "ci mancasse solo che ora sei anche frocio"), infine ho 4 tute, tutte nere ma con qualche differenza di cucitura.

Tengo conservati anche dei pantaloni eleganti, è un paio a cui tengo particolarmente, poiché mi sono stati regalati da una signora che lavorava in sartoria: ero scappato da Derek e mi ero rifugiato nel primo negozio che avevo trovato, la sua sartoria. La signora mi aveva guardato solo un istante e aveva capito tutto: il suo sguardo si era addolcito, e aveva iniziato a parlarmi piano e con dolcezza per tranquillizzarmi. Mi aveva permesso di rimanere fino a che non mi fossi sentito sicuro... e io rimasi fino alla sera. Nel frattempo mi aveva portato una coperta e anche dei biscotti. Poi dovette chiudere il negozio, ma prima che me ne andassi, mi regalò questo pantalone con un dolce sorriso in volto. Mi rimase impresso, perché fu la prima persona nella mia vita, per quanto estranea, a fare qualcosa per me senza chiedere nulla in cambio.

E infine, nel mio armadio ho anche ben 2 paia di scarpe: uno è completamente inutile, l'ho indossato fino all'anno scorso e sono così consumate che la suola si è completamente staccata dalla scarpa, mentre l'altro paio sta seguendo la stessa strada, ma sono ancora molto usabili. Perciò prendo questo paio e lo tengo, completando così il mio outfit.

Poi mi dirigo in bagno, e mi lavo. Faccio una doccia, che risveglia ogni senso che posseggo: l'acqua è fredda, perché da qualche mese si è rotta la caldaia, ma mio zio non vuole aggiustarla, perché "tanto non la uso l'acqua calda". Certo, lui è sempre in giro e ogni tanto dorme qua, sono io quello che vive qui, ma a lui che può importare se suo nipote sta congelando o sta morendo di caldo, basta che è "vivo", però non importa "come" vive. Mi ha detto che già è tanto se paga l'acqua, quindi non avrei nessun diritto di lamentarmi se non è calda.
In ogni caso, esco profumato come piace a me, e mi vesto. Prendo il telefono e le cuffiette, e con cautela passo dal salotto per andare all'ingresso. Non riesco a ricordarmi se sta dormendo qui o no, è per questo che faccio piano. Di solito, quando è a casa, lui dorme in salotto, e se si sveglia, ha l'abitudine di farmi strane richieste: spesso mi chiede di dargli un "bel bacino del buongiorno", ma ci sono volte che fa richieste più strane, come "fammi toccare il tuo bel culetto", e una volta mi aveva persino chiesto di fargli un pompino (meno male che quella volta ero riuscito a rifilargli una buona scusa, che certamente l'ha lasciato scontento). Così cerco di fare il più piano possibile al mattino, e ogni tanto riesco a scappargli, altre volte invece mi incoccia prima che riesca a uscire.

Ed ecco che sono fuori casa. Metto le cuffiette nelle orecchie e avvio la mia playlist. Alzo la musica al massimo e faccio la solita strada per arrivare a scuola. Ogni tanto mi piace variare il percorso, provare stradine e scoprire nuove vie, ma oggi sono sceso da casa in ritardo, quindi percorro la via principale.
Arrivo giusto in tempo e mi metto in fila con tutti gli studenti che senza voglia strisciano i piedi verso le proprie classi. Arrivato nella mia, mi siedo nella penultima fila, nel banco vicino la finestra. Il mio compagno di banco è il mio migliore amico Luca. Ha 14 anni, ma è nella mia classe perché era stato bocciato alle medie, perciò è un anno indietro rispetto alla sua età. La bocciatura però non gli ha insegnato un bel niente: ogni anno si ritrova a dover recuperare 3 e 4 a giugno. Ovviamente, in quel periodo mi assilla senza sosta perché devo aiutarlo: mi supplica, mi propone cose in cambio, e quando accetto, ogni giorno sono con lui a spiegargli cose che si scorda in tempo record. Spiegargli le cose è una tortura: non solo si distrae in continuazione, ma si scorda pure quello che gli dico! Per non parlare di tutte le volte che si alza, di tutte le pause che mi chiede, o di tutte le volte che va in bagno. Io non riuscirei mai a fare il professore: perderei subito la pazienza, come infatti mi succede con Luca, a cui faccio tornare l'attenzione dandogli ceffoni e scappellotti.

L'amicizia con Luca è nata alle medie. Io ero molto asociale, ero nel mio periodo brutto, e non volevo relazionarmi con nessuno. Ero solo in classe, ma non mi importava. Poi un giorno, Luca mi parlò. All'inizio non ci diedi peso, e lo allontanai senza tante cerimonie. Non me ne curai minimamente, e mi scordai pure chi fosse. Ma dopo una settimana, Luca mi parlò di nuovo, e io provai ad allontanarlo nuovamente. Però stavolta non funzionò: lui continuò a parlarmi ogni giorno, nonostante le mie risposte fredde e talvolta assenti, lui continuava a starmi accanto. Così, quando riuscì ad uscire dal mio periodo nero, aprì gli occhi: lo apprezzai davvero e scelsi di aprirmi a lui. Questa è una delle scelte di cui non mi pento mai: ho trovato in lui un vero amico, una persona sempre presente per te, ma soprattutto, un "fratello". Ormai ci conosciamo come le nostre tasche, abbiamo condiviso avventure insieme, abbiamo pianto e riso insieme, abbiamo fatto e faremo stupidaggini insieme, e io sono felice con lui.
Però con lui non sono mai stato completamente sincero. Non gli ho mai detto del bullismo e nemmeno della mia situazione familiare. Non è perché non mi fidi, ma non voglio renderlo partecipe di questo aspetto della mia vita. So che ha una situazione familiare non proprio felice, e io non voglio rattristarlo anche con la mia. Perciò gli ho detto che ho un padre e una madre che lavorano molto in una fabbrica: gli ho detto che nonostante ci vediamo poco, mi vogliono bene, e so che fanno tutti questi sacrifici per me. Gliel'avevo detto alle medie, non so perché non avessi semplicemente detto che ho uno zio, magari mentendo sui maltrattamenti... Forse nel mio profondo due genitori sono quelli che voglio, e forse a lui sto mostrando la famiglia dei miei sogni...

Comunque c'è una cosa che adoro di Luca: il suo sorriso. Ogni tanto penso che in una vita passata Luca fosse un bel cagnolone: ha l'energia di un golden retriever, ed è una persona solare. Guardandolo mi sento energico, togliendo il fatto che stare con lui ti prosciughi le energie, per quanto si muove e si agita, come un vero e proprio labrador. Chiunque lo trova simpatico, e riesce a far stare a suo agio pure la persona più introversa del mondo. Certe volte penso che la sua famiglia non meriti un cucciolone come lui, ma non gliel'ho mai detto.
Certo che da come ve ne ho parlato sembra che ne sia innamorato... ma no, è solo un amico a cui voglio più che bene, che stimo, e che vorrei proteggere da tutti i mali del mondo. Dovreste conoscerlo per capire realmente ciò che dico, ma intanto accontentatevi delle mie parole.





--------angolo autore--------
E anche questo è andato.
Sperando che vi piaccia sempre, buona lettura.
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