Pregami

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PREANNUNCIO CHE SARÀ UNA SCENA UN PO' FORTE, TRATTANTE BULLISMO, SE NON VOLETE LEGGERLA SALTATE IL CAPITOLO.
Chiedo scusa in anticipo per la forza della scena, ma questa è la realtà che alcuni ragazzi subiscono davvero. Non volevo addolcirla in alcuna maniera, anzi, volevo renderla cruda così per come è, e mi dispiace ancora se può ferire qualcuno in qualche modo.

Derik's pov:
Dopo aver lanciato Adrian a terra rimango un po' a guardarlo. I miei "amici" iniziano a picchiarlo come al solito, sui loro volti ci sono dei sorrisi sadici mentre colpiscono il ragazzino che si è rannicchiato come un riccio.

Adrian mi dà fastidio.
Tutto di lui mi dà fastidio: mi da fastidio la sua voce, la sua faccia, il suo corpo. Mi dà fastidio il modo in cui riesca ad essere socievole con tutti, mi dà fastidio il modo in cui riesce a far finta che non succeda niente, mi dà fastidio il modo in cui pensa sempre agli altri. Non lo sopporto.
Ciò che odio più di tutti è la sua faccia: la odio mentre rimane impassibile anche se lo pestiamo, la odio quando è indifferente agli insulti. Più ci penso e più sento la rabbia salirmi al cervello.

Lo odio.
Lo odio, lo odio, lo detesto.
Che moccioso insopportabile.
Voglio vederlo piangere, voglio vederlo pregarmi di smetterla. Voglio vederlo supplicante. Voglio vedere quella sua faccia di cazzo ricoperta di lacrime.

Mi avvicino lentamente a lui. Sta coprendo la faccia con le braccia ed è rannicchiato. Gli arrivano calci sulla schiena, sulle gambe.
Non mi va bene, voglio di più.
Voglio che stia peggio. Voglio che stia male, molto male.

Con questo pensiero in mente, gli colpisco la bocca dello stomaco, che non sta proteggendo, con un calcio. Lo colgo di sorpresa: vedo come gli ho mozzato il fiato, vedo come stringe gli occhi per il dolore. Ma voglio di più, voglio sentirlo lamentarsi, piangere... Il mio calcio l'ha fatto aprire dalla posizione a riccio... gli tiro un calcio sul ginocchio sbucciato per la caduta. Va subito a coprire la parte lesa e nel frattempo mi metto alla sua altezza. Mi vede inginocchiarmi e mi guarda: i suoi occhi strani sono gli stessi di sempre, mi danno fastidio. Lo guardo in silenzio e lui continua a guardarmi... mi dà fastidio, perché sta reggendo il mio sguardo?

Gli lancio un pugno nelle costole che lo fa contorcere. Cosa posso fargli per farlo stare male, davvero male? Lo prendo da sotto le ascelle e lo alzo. Lui non capisce, ha una faccia confusa mentre con le mani si massaggia lo stomaco. Lo avvicino a me e gli tiro un pugno ben assestato in pancia. Si rannicchia e barcolla, ma lo sorreggo per non farlo cadere. Non gli do il tempo di assimilare il colpo che subito gliene do un altro, nello stesso punto. Il ragazzino non fiata, prova a muoversi da quella posizione, ma gli tiro un altro pugno. Un altro, un altro ancora. Nel frattempo mi guardo intorno: due ragazzi se la spassano fumando, Miles sta guardando quello che faccio. Ha un sorriso sadico, ma non interviene perché sa che mi da fastidio essere interrotto mentre faccio qualcosa. So che vorrebbe partecipare... Perché no?
Scuoto Adrian che intanto si stava reggendo alla mia spalla per non cadere, e lo lancio su Miles. Lui sorride divertito capendo che gli ho dato il via libero per fare quello che vuole: prende Adrian dai capelli e gli fa inclinare la testa indietro.

Guardo il ragazzino: ha gli occhi strizzati per il dolore e i pugni così stretti da avere le nocche bianche, è teso come una corda di violino, ma non fiata.

Mi faccio passare una sigaretta mentre guardo il mio amico divertirsi.
Dopo aver fumato un poco mi viene un'idea in mente. Mi avvicino ad Adrian con la sigaretta ancora accesa fra le mani: lui ha gli occhi chiusi mentre riceve l'ennesimo pugno nelle costole e il labbro stretto fra i denti per non far rumore. Gli prendo la mano e lui apre gli occhi, allontano la sigaretta dalle mie labbra e lui spalanca gli occhi capendo le mie intenzioni: prova a togliere la mano dalla mia presa, ma gliela stringo così forte che ogni suo tentativo risulta inutile. Avvicino la sigaretta fumante al palmo della sua mano, ancora sanguinante e sbucciato dalla caduta, e spengo la sigaretta sulla parte già lesa.
Mi godo l'urlo mozzato che viene da Adrian mentre tutti ridiamo divertiti dalla sua reazione.
Ora si che ragioniamo.
Faccio segno a Miles di fare la stessa cosa, ed ecco che anche lui spegne la sigaretta nello stesso punto in cui l'ho fatto io. Adrian lancia un urletto, si dimena e cerca di togliere la mano dalla mi presa, ma non gli do la possibilità di farlo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: 3 days ago ⏰

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