Lo spettacolo è alle porte, io non volevo recitare, però, ormai i ruoli li avevamo scelti, non posso più farci niente.
Io e Ciro proviamo praticamente sempre, ma lui non prende la cosa seriamente, quando fa così mi chiedo perché abbia scelto di partecipare.
«Se non ti impegni perché partecipi?» chiedo, «per stare con te piccerè» spiega, «sei pazzo, te ne rendi conto sì?» la butto sul ridere.
«Pazzo di te piccerè» mi prende in giro, «dai riprendiamo» dico. Mi bacia, possibile che lui provi solo questa scena? Non che mi dispiaccia, per carità, però...
«Ti rendi conto che lo spettacolo è tra meno di una settimana e te sai solo la parte del bacio?» gli faccio notare, «non mi serve provare piccerè» afferma, «ah no?» domando ironica, «ti sorprenderò» sussurra.
«Come procedono le prove?» irrompono gli altri, io alzo gli occhi al cielo, Ciro annuisce e dice: «una meraviglia».
«Se non fosse che qualcuno non la pensa uguale» ride Edoardo indicando verso di me.
«In ogni caso, questa è la scaletta dello spettacolo. Studiatelo tutti, mi raccomando» comunica Mia.
«Il grande giorno è sempre più vicino, avete fatto un ottimo lavoro, tutti, sarà un grande successo» aggiunge Chloe.
Erano già passate tre settimane dal nostro arrivo qua. Quest'esperienza ci ha stravolto la vita, non avremmo mai pensato che sarebbe potuto succedere di tutto in così poco tempo. Siamo cresciute, siamo cambiate, abbiamo scoperto che non tutti sono come si mostrano. Le persone non fanno niente per niente e, anche il più perfido dei criminali, ha un mondo dentro sé. Non esiste il bianco o il nero, la vita è un incontrarsi di sfumature, di colori che si uniscono originando quell'arcobaleno che, se saputo vedere con gli occhi giusto, è la ragione per cui ci si sente vivi.
«Tutti in cella ora» interrompe il comandante. Si è già fatta l'ora di tornare a casa, i secondi, là dentro, sembra un paradosso, ma volano.«Siete pronte?» chiedo un po' sulle spine per l'adrenalina, «mamma mia, come ci siamo arrivate alla fine di tutto?» si stupisce Mia, «ah boh» concorda Chloe.
Il clacson della macchina rimbomba attraverso le pareti della casa.
«Andiamo, ci stanno aspettando» dice Lia uscendo dalla porta.
«Certo che hanno avuto un'idea stupenda a fare lo spettacolo in teatro anziché all'IPM» osserva Chloe, «concordo, solo che c'è da sistemare tutto, e se sbagliamo?» si preoccupa Mia, «abbiamo tutto il giorno per sistemare tutto quanto» la tranquillizza Lia, «si ma lo spettacolo è domani!» ricorda, «state tranquille, verrà bene. Abbiamo dato tutte noi stesse per questo progetto e anche i ragazzi» concludo io scendendo dalla macchina che, nel frattempo, si è fermata davanti al teatro. Wow. Non è la prima volta che andiamo in teatro ma, la prima, che siamo noi ad aver scritto e ad aver partecipato alla sceneggiatura. Probabilmente è una cosa troppo grande per noi, eppure, davanti a quel teatro immenso, non riesco a sentirmi piccola, anzi, provo una tranquillità innata che mi invade e mi fa sentire a casa.
«Dai svelte, i ragazzi sono dentro» ci fa sapere la direttrice. Ognuno ha il suo compito: Filippo e Chloe sistemano l'impianto audio, il pianoforte e le casse, Carmine e Lia, si proprio così, purtroppo la direttrice ha scelto di metterli in coppia, si devono occupare delle luci e, infine, Edoardo e Mia, si occupano di prendere e sistemare tutte le sedie e le sceneggiature. Io e Ciro, insieme agli altri che avrebbero recitato, ci dirigiamo dietro le quinte per provare.
«Tu non mi vuoi, non mi hai mai volut-» mentre ripeto la battuta mi interrompo, sento le voci, un po' stonate, di Chloe e chiattil tentare di cantare una canzone. Sorrido.
«Intonati insomma» li prende in giro Ciro, «però sono veramente carini insieme» commento avvicinandomi a loro per osservarli.
Lui, da dietro, la prende in braccio per aiutarla ad arrivare all'interruttore, lei, che si dimena perché le fa il solletico e nel mentre le loro voci continuano ad urlare le parole della canzone.
"...di te non sapevo niente ma,
sapevo che mi avresti cambiato la vita.
Verrei di te in piena notte
a gridare a tutti che ora sei mia.
Stringimi la mano più forte quando sto per andare via..."
Non sono intonati, per niente, eppure, sentire le loro voci intrecciarsi e dare vita a queste parole è , probabilmente, una delle cose più dolci e romantiche che io abbia mai ascoltato.
«Non pensavo che una persona mi avrebbe potuto stravolgere la vita» confessa Filippo guardandola negli occhi. Chloe sorride, un sorriso di quelli che in pochi vedono, di quelli veri, che si ricordano a vita. Si siede sul pianoforte, che non aveva mai suonato prima di conoscere Filippo, e inizia a muovere le dita un po' impacciate sui tasti. Lo guarda: «e io non avrei mai pensato che un semplice pianoforte mi avrebbe resa la persona più felice al mondo». Si erano avvicinati proprio grazie a quello strumento che, fino ad allora, per Chloe era stato sconosciuto.
«E io ? dice baciandola».
«O chiattil non mi piace, però con Chloe sta bene, si vede che sono innamorati» rivela Ciro.
«Magari avere una relazione come la loro» scherzo, volevo vedere la sua reazione. Si blocca, sembra che abbia, persino, smesso di respirare, mi guarda serio e un po' preoccupato.
«Quanto sei scemo!» rido, «io non la voglio la loro relazione, io la voglio con te» affermo. Si gira verso di me, mi mette una mano sul collo e, prima di baciarmi, sussurra: «piccerè, si a vita mij».
Contemporaneamente, da Lia e Carmine, la situazione è nettamente diversa, quei due sembrano odiarsi. Lia non voleva stare in coppia con lui, ovviamente, e ogni cosa la fa frustata, si sta innervosendo sempre di più.
«Che hai?»
«Niente!» gli risponde irritata. «non è vero» insiste Carmine, «ho detto niente!» ribatte nuovamente.
«Senti, io non so cosa ti abbia fatto, però, smettila di essere così! Pensi che sia felice di stare in coppia con una che, se potesse, mi darebbe fuoco?» perde la pazienza, non ha nemmeno tutti i torti. Lia impietrisce. Che dovrebbe dire, d'altro canto, quello detto da Carmine, è la verità.
«Per quanto ancora dovrai spezzarmi il cuore?» chiede Carmine con un tono pieno di tristezza mista a rabbia. Silenzio. Lui sbatte la porta e va via, lasciando Lia sola. Lei lo segue.
«Dimmi la verità» la esorta lui, «perché ti comporti così?» chiede.
«Perché mi piaci, ma non voglio» risponde, «perché non vuoi?», lei non dice niente, «perché sono in carcere? Pensi che io sia pericoloso? Hai paura?» indovina Carmine.
«Non sei in carcere?» ribadisce Lia, «si» afferma lui, «e in carcere ci finisci se fai delle azioni che non andrebbero fatte. Quindi, come potrei fidarmi di te?» continua Lia tra le lacrime.
«Secondo te potrei farti del male?» chiede stupito e deluso, non se l'aspettava di sicuro, «io ho bisogno di una relazione facile e, stare con un criminale, non lo è» conclude correndo via.
«Carmine, che è successo?» chiede l'amico vedendolo con una faccia devastata. Filippo sarebbe pronto ad aiutarlo se solo Carmine glielo permettesse.
«Niente, lascia stare» e, a testa bassa, torna a sistemare le luci.
«Principessa, sei pronta per domani?» domanda Edoardo, «si, speriamo venga tutto bene, ho un po' di ansia» gli confessa Mia, «sarà tutto perfetto» la rassicura.
«Vieni, ti faccio sentire una cosa» la prende per mano. Edoardo fa sedere Mia davanti al palco, «che devo fare?» si incuriosisce lei, «niente principessa, solo guarda». Sale sul palco, si mette al centro, cerca lo sguardo di Mia che è intenta a capire cosa stesse facendo, si siede a bordo del palco e le prende la mano. Fa un respiro profondo e inizia:
"L'amore è nu casin,
meglij ca nto spieg
però, nun po sapè luntano a te comm sto mal.
Se sto cu te
o core mij respira
e lo stong a senti.
Cu te, dove il core batte sempre cchiù."
Le scende una lacrima, non lo avrebbe mai immaginato: Edoardo, il braccio destro del boss, ha un cuore? Chi lo avrebbe mai detto.
Ma, qui, abbiamo imparato che nessuno è realmente come si mostra, o non sempre.
«Ti amo principessa» le rivela mentre, avvicinandosi a lei, la abbraccia, «anche io» bisbiglia.
«Chi l'avrebbe mai detto, Edoardo conte ha un cuore» lo prende in giro tra le risate, «e che ci devo fare. principessa, io so nu poet, sò n'artista» sta al gioco, «allora artista, sistema le sedie, a modo tuo: da artista» gli ordina con tono divertito.
«Come desidera principessa».
«Piccerè sei tra noi? Hai finito di farti gli affari degli altri?» ride Ciro, «simpatico, tanto» gli dici sarcastica, «o saccio, me lo dicono tutti» risponde modesto.
«Senti a me, domani ti vesti normale si?» torna serio, «non so, vedrò, dipende come mi gira» lo stuzzico, ormai ci avevo preso gusto.
«Piccerè, vestiti coperta, per favore, non vorrai farmi menare qualcuno il giorno più importante...», nella sua voce si sente la sua sfrontatezza e il tono di sfida ma, anche un po', di serietà.
«Te, pero, me lo devi dire: perche sei così geloso?» chiedo seria, «Na' cos adda' esser sultant a mij. E ij voglij a te e te si sultant mij» spiega.
«E comunque, non sono geloso, tutt'al più protettivo» mi corregge. Ma per favore, nemmeno lui ci crede.
«Dai piccerè, andiamo, è tardi.»
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TUTTO PUÒ SUCCEDERE
FanfictionQuattro amiche, ignare che quella sarebbe stata l'estate più inaspettata, avventurosa e più bella della loro vita. (fan fiction - mare fuori)