Capitolo 5

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<< Tutto questo mi sembra così fottutamene stupido! Perchè abbiamo dovuto trasferirci! >> sbraitai contro i miei genitori. Per l'ennesima volta ci stavamo trasferendo, per l'ennesima volta sarei stato il ragazzo nuovo, per l'ennesima volta mi avrebbero preso in giro.

Papà era un poliziotto e a causa di questo lavoro, io mia madre e la nostra cagnolina abbiamo sempre dovuto trasferirci, non passavo mai un' intero anno scolastico nello stesso posto. A scuola non ero certo una cima e i bulli non aiutavano... però sempre meglio che studiare a casa. ( Lo so.. i ragazzi che studiano in casa sono strani... )

<< Cerbiatto Lu calmati! O ti verranno le rughe dolcezza mia. Tuo padre è stato promosso e trasferito dovresti andarne fiero. >> asserì mia madre con un tono così calmo e pacifico da farmi esplodere il sangue nel cervello.

<< Non riesco a stare calmo mamma!! Non sei tu " il ragazzo col soffietto" o " campanellino man" >>

Nelle altre scuole di solito erano questi i soprannomi che gli affidavano. Era molto timido e faceva fatica ad ambientarmi e fare amicizia. Lo chiamavano soffietto per via dell'asma... ne soffriva praticamente da sempre, e campanellino perché teneva in dosso costantemente un richiama angeli; ci teneva particolarmente a quel piccolo oggetto sferico che appena si muoveva tintinnava, glielo aveva regalato sua nonna dopo un forte attacco d'asma.

Mentre percorrevano il lungo viale di case diretti verso alla loro, Luhan non poteva fare a meno di guardarsi intorno; chiese a sua padre di accostare e che, dato che conosceva l'indirizzo avrebbe proseguito a piedi. Era molto curioso e quell'atmosfera cupa lo attirava.

Si incamminò lungo il marciapiede osservando con attenzione ciò che lo circondava, non era molto alto anzi, era un vero e proprio tappo.

Navigava in un maglione bianco extra large e un giubbotto di altrettante grandi dimensioni; sembrava pronto per andare ad esplorare il Polo Nord.

Dopo una lunga camminata si fermò per riprendersi, quell'aria tagliente gli mozzava il fiato. Sentì da una casa lì vicino due donne che chiacchieravano di un omicidio avvenuto mesi prima e di quanto la vedova si sentisse smarrita dopo la morte del figlio; Lu, non poté fare a meno di ascoltarle ma venne distratto poi dalla telefonata di sua madre.

<< Cerbiatto Lu, sbrigati a venire a casa. Devi sistemare i tuoi scatoloni e devi anche andare a scuola per l'iscrizione! >>

Luhan sbuffò a quelle parole e velocemente si diresse a casa per passare un estenuante pomeriggio a sistemare scatoloni fino a tarda sera.





 

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Fu un lampo.

La mia anima tornò nel mio corpo come un lampo; così forte ed inaspettata che trassi un lungo respiro, come se fossi stato in apnea per ore.

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