Capitolo 34 - Lago pt.2

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*Jimin pov*

"Ci stanno dando dentro" ridacchiai sentendo dei rumori ambigui provenire della stanza di Taehyung e Vittoria: probabilmente era il letto che sbatteva violentemente contro la parete, e sicuramente anche qualcos'altro stava sbattendo violentemente dentro qualcuno.

Mi voltai verso Yun che invece era parecchio imbarazzata, ma chissà perché la cosa non mi stupiva affatto.

Presi un costume da bagno dalla mia valigia e me lo passai tra le mani come se fosse una pallina.
"Yun, fosse per me non avrei problemi a spogliarmi davanti a te, però se non te la senti andrò in bagno e ti lascerò la stanza per stare tranquilla" annunciai mostrandole un dolce sorriso.

Mi stavo sforzando per non saltarle addosso: immaginavo già che effetto avrebbero potuto farle i miei baci sul collo; la chiazza violacea prendere vita mentre le stuzzicavo la pelle con i denti; immaginavo già la mia pelle contro la sua, così delicata e morbida; ma soprattutto speravo che un giorno, non molto lontano, il mio pene sarebbe potuto entrare dentro di lei per recarle delle sensazioni che probabilmente non ha mai provato.

Solo ad immaginarmi quella scena sentii caldo, quindi scrollai la testa e cercai di eliminare quelle immagini dalla mia testa: non volevo rischiare di avere un'erezione davanti a lei, ma forse era troppo tardi.

Notai il rossore delle sue guance farsi sempre più scuro, sicuramente aveva notato che il mio pene stava spingendo da sotto i jeans che, in quel momento, avrei voluto strapparmi di dosso.

"Per me puoi cambiarti qui" disse Yun schiarendosi la voce.

Mi ha stupito: sinceramente non pensavo che mi avrebbe risposto così; mi ero già catapultato verso la porta con la mano appoggiata alla maniglia perché ero sicuro al cento per cento che mi avrebbe chiesto di andarmene, e invece no.

Quelle parole mi portarono a fare una reazione più che logica: sbarrai gli occhi e inarcai le sopracciglia, dopo di che mi allontanai lentamente della porta.

"Però mi giro" aggiunse.
Lo sapevo che non avrebbe voluto vedermi nudo, anche se continuavo a chiedermi il perché. Le altre ragazze non vedono l'ora di togliermi i vestiti di dosso.

"Va bene, ma io invece posso guardati quando ti cambi?" Domandai conoscendo già la risposta.

La ragazza arrossì sempre di più, quindi decisi di toglierla da quella situazione imbarazzante: "non ti preoccupare, stavo scherzando piccolina".

Piccolina, non avevo mai chiamato una ragazza così, non ne avevo mai sentito bisogno, nemmeno con la mia fidanzata.
Eppure, questa volta, quella parola uscì dalla mia bocca in un modo così naturale che mi stupii di me stesso.

La ragazza, che era seduta sul letto, si voltò per non guardarmi, quindi mi slacciai i pantaloni per abbassarli lentamente.
Mentre mi spogliavo non riuscivo a toglierle gli occhi di dosso e imprecai nella mia mente sperando che il mio pene decidesse di non mettersi in mostra.

Abbassai anche i boxer; volevo farle uno scherzo dicendole di essere pronto per poi ammirare la faccia che avrebbe fatto nel vedermi completamente nudo, ma poi pensai che non le sarebbe piaciuto, o perlomeno avrebbe fatto finta di essere dispiaciuta.

"Ho finito" annunciai dopo essermi tirato su il costume verde che sfortunatamente gonfiava ancora di più le mie parti intime.

Menomale che non ho portato il costume bianco, pensai.

La ragazza si voltò timidamente e poi mi chiese di voltarmi, e ovviamente così feci.

Sentii la sua pelle sfregare contro i pantaloni che si stava abbassando molto velocemente, forse per paura che potessi girarmi da un momento all'altro.

Yᵒᵘ ᶜᵃⁿ ᶜᵃˡˡ ᵐᵉ Aʳᵗⁱˢᵗ || Kim TaehyungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora