3. Teseo

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Quel giorno sarebbe partita la nave. Una nave dalle vele nere, carica di ragazzi ateniesi che andavano incontro la loro fine. 
Mancava poco tempo al sorteggio dei nomi, e Teseo non aveva ancora accennato del piano al padre. "Meglio sa quel vecchio meglio è." Pensò tra se e se il giovane.
Doveva muoversi se voleva arrivare in tempo alla cerimonia, oppure il piano avrebbe fallito prima ancora che iniziasse.
Non poteva permettersi di fallire. Lui era Teseo, il legittimo erede al trono di Atene, ottimo combattente, e un futuro politico dalla mente brillante.

Si ritrovò a correre per i corridoi del palazzo. Forse non avrebbe dovuto fare quel maledettissimo bagno nel vapore, ma lui era Teseo, il bellissimo principe Ateniese. Non avrebbe rubato il cuore di nessuna fanciulla se non fosse stato pulito e profumato.
- Ecco che arriva il mio Figliolo!- Egeo sfoggio un sorriso a trentadue denti al figlio, ma il ragazzo riusciva comunque a percepire la tristezza nei suoi occhi.
-Padre- Teseo volse un cenno del capo al padre.
- Giusto in tempo per sorteggiare. Stavo pensando che non ti avrei più visto oggi, per quanto ne so saresti potuto uscire per il sorteggio- Egeo rise istericamente alla sua stessa battuta
-Sì, al riguardo, mi spiace per il ritardo, ma ho finito gli allenamenti tardi-
-Sempre con questi allenamenti eh? Mi viene da pensare che tu sia uno spartano e non un ateniese, Teseo. Sai che se ti succedesse qualcosa di male non potrei perdonarmelo,vero?-
- Non preoccupatevi padre. E poi credo sia giusto che il futuro sovrano sappia difendersi-
Egeo si grattò la barbetta ispida del mento- Forse hai ragione- Rise fragorosamente. - Ho fatto proprio un bel lavoro con te, Figlio. Ma non dileguiamoci in chiacchiere, abbiamo un sorteggio da iniziare-
Teseo non potè non notare l'amarezza nella voce dell'uomo. Ci teneva davvero ai suoi sudditi.

Erano state sorteggiate sette ragazze e sei ragazzi. Mancava l'ultimo dei fanciulli. Secondo le regole del sorteggio, ci si poteva offrire, ma non era mai capitato che succedesse. Nessuno era talmente stupido da farlo.
Era il momento di iniziare il piano.

-e l'ultimo giovane che avrà l'onore di proteggere tutti noi cittadini è....- Egeo stava frugando con una mano nell'anfora stracolma di tavolette di argilla. La folla radunata mormorava impaziente.
- Mi offro io-
Calò il silenzio, tutti si voltarono a guardare chi aveva parlato. Egeo era pallido in volto, le tre Moire si stavano divertendo a giocare col filo della sua vita.
-Io, Teseo figlio di Egeo, erede al trono, mi offro di andare in missione a Creta, e so per certo che salverò il popolo ateniese-
La voce di Teseo era sicura, ferma, la postura perfettamente dritta, uno sguardo di determinazione negli occhi.
La folla era in visibilio, scioccata dall'affermazione del giovane principe, ma allo stesso tempo entusiasta, subito iniziò un coro di incoraggiamento per il giovane.
-Teseo, Teseo,Teseo!-
Sentiva già il sapore della vittoria.

- Tu...tttu...Non puoi farmi questo, NON PUOI- Egeo era visibilmente destabilizzato.
-Padre. Non preoccupatevi.So quello che faccio.-
I due erano nella sala del consiglio. Erano passate poche ore dal sorteggio.
-SO QUELLO CHE FACCIO? Teseo ti rendi conto della gravità della cosa? Hai firmato la tua condanna a morte! Sapevi benissimo che se ci si offre per il sorteggio, si è sorteggiati definitivamente. non importa il rango sociale, se sei sorteggiato lo sei. Punto e basta.
- Padre, vi assicuro che so quello che faccio. Sono un abile combattente, e voi mi avete cresciuto a pane e saggezza-
Il ragazzo guardava il padre dritto negli occhi, quasi in segno di sfida.
- Lo sapevo! Tutta colpa di quel maledettissimo spartano che ti sta insegnando l'arte della guerra. Tu, Lui e i vostri ideali spartani- Egeo era rannicchiato a terra, le mani nei radi capelli argentati, gli occhi sbarrati. Mancava poco alla partenza delle imbarcazioni.
"Certo che questa non è una posa dignitosa per un sovrano"
-Padre le giuro su Zeus e Horkros che tornerò, e per giunta vittorioso- Teseo non faceva traspirare alcuna emozione, se non ambizione, e disprezzo per la codardia del padre..
Egeo si alzo di scatto, e prese per le spalle il figlio.
- Non promettere quello che non puoi, stolto. Piuttosto promettimi questo: se tornerai vittorioso, cambia le vele nere con vele bianche. Se...s...se morirai, di all'equipaggio di lasciare le vele nere.-
- Padre, non ne capisco il senso-
- Tu promettilo e basta!-
-Va bene- Teseo era scettico al riguardo. Solo l'ennesimo delirio di quel vecchio pazzo. Non aveva ancora capito di avere un figlio perfettamente corrispondente alle descrizioni degli eroi degli antichi miti.

Il re di Atene non sopportava l'idea del figlio mandato al macello. Se solo non gli avesse chiesto di aiutarlo coi preparativi dei sorteggi. Se solo avessi convinto Minosse. Eppure le cose non erano andate per quel verso, ee adesso Teseo e altri tredici giovani rischiavano la vita.
"Atena, ti prego, aiuta quel povero ragazzo, non sa quello che sta facendo. È accecato dall'ambizione"
Egeo era in cima al promontorio. Le onde si infrangevano sugli scogli a decine di metri sotto di lui.Che buffa la nave vista da lassù, sembrava il giocattolo di un bambino.
Eccola che partiva, Poseidone, sii buono con quei ragazzi, il loro destino è già segnato.
Il re si sedette, le gambe a penzoloni sulla scogliera. Sarebbe rimasto li. Avrebbe aspettato lì suo figlio. Proprio un bel punto panoramico per guardare il ritorno in patria di un eroe.

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