5. Dedalo

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Arianna si aggirava furtiva per gli intricati corridoi del palazzo, nessun rumore, solo il leggero spostamento d'aria della sua veste. Fuori era notte, e poteva udire il ritmico suono dei grilli e delle cicale.
Aveva bisogno di risposte, e sperava che Dedalo potesse dargliele. Sapeva però che spesso era costretto al silenzio per colpa di Minosse, e questo era solo un punto del lungo elenco di cose che le facevano odiare quell'uomo.
Raggiunse la zona delle stanze dei servi e bussò a una porta di legno.
Colpo.Pausa.Colpo.Colpo. Era il loro codice segreto
Mentre aspettava non potè non notare i buchi che i tarli avevano fatto nel legno.
"Dedalo non si merita di stare con i servi, per quanto mi riguarda è più degno di quel bastardo di mio padre di governare"

La porta si aprì leggermente, lasciando intravedere ad Arianna la testa riccioluta di un ragazzino con gli occhi infossati, ma con il luccichio di chi è avido di sapere.
-Ciao Icaro, C'è tuo padre? Devo parlargli, urgentemente.-
Icaro sbadigliò. - Sì, ma la prossima volta magari passa di giorno. Saranno le due di notte-
-Eddai, non mettermi il broncio, lo sai che per me sei un fratello-
Il ragazzo roteò gli occhi. -Entra e fai in fretta-
La ragazza entrò, e Icaro chiuse rapidamente la porta.
-Sei sicura che nessuno ti abbia seguito? Non voglio ritrovarmi quel verme di Admato che bussa alla porta alle due di notte-
Arianna rabbrividì al pensiero del consigliere che la seguiva. -Stai tranquillo, sono abbastanza sicura che sia alle prese con i postumi di una bella sbornia.Ieri c'è stato un banchetto-
Icaro annuì soddisfatto- Ben gli sta, comunque muoviti che voglio dormire-
-Ehi, ehi, ehi,  se avessi del pane e miele? Andresti lo stesso a letto senza mangiarlo? Magrolino come sei hai bisogno di cibo.-
Improvvisamente il ragazzo era diventato molto interessato alla faccenda. -Spero non sia uno scherzo-
-ta dà- Arianna gli allungò il tanto decantato panino al miele.
Icaro guardò la pagnotta nelle mani di Arianna incredulo - Diamine, sai proprio come comprarmi- e allungò le dita affusolate per prenderlo.
-Grascie. Scei Fantasctica.- Lo stava addentando ferocemente, e la situazione non potè che non far ridere Arianna.
-Tuo padre è di là?-
-Sci-
-Grazie castoro-
Icaro era talmente impegnato col panino che nemmeno la presa in giro potè scalfirlo.

Arianna si diresse verso l'altra stanza. Gli alloggi di Icaro e di suo padre erano nella zona della servitù, ma ad eccezione di questi ultimi comprendevano due stanze e non una sola. Entrambe erano semplici e umili. in quella principale vi era un letto di paglia e un tavolo nella parte opposta della stanza. L'altra era lo studio dell'inventore, con schemi e progetti appesi alle pareti, strani ingranaggi sparsi sul pavimento e chino a lavorare su un piccolo tavolo, alla luce di una candela c'era proprio lui: Dedalo.
Quell'uomo l'aveva praticamente cresciuta, e le insegnato tutto quello che sapeva, nonostante rischiasse la vita a rivelare troppo ad Arianna.
"Sempre colpa di quel bastardo di Minosse"
-Dedalo?-
-Oh, perdonami figliola, non mi ero accorto che fossi entrata, cosa ti porta da un vecchio come me a quest'ora tarda?-
Ora si era girato per guardare meglio la ragazza, accantonando per qualche minuto il progetto sul tavolo?Aveva gli stessi occhi infossati e gli stessi boccoli dorati di Icaro, ma con qualche filo bianco che passava tra i capelli
-A cosa stai lavorando?-
- é solo una sciocchezza, un idea che mi è venuta in sogno. Sto lavorando a un marchingegno in grado di far volare una persona come un aquila, ma dubito che tu sia venuta per questo.-
Arianna si morse l'interno della guancia. Era un tic nervoso che aveva ereditato da sua madre.
-No, hai ragione, e so che non potrai raccontarmi tutto, ma ho bisogno di sapere-
-Continua-
Un sospiro di sollievo. Forse non aveva capito dove voleva andare a parare, ma conoscendolo doveva aver già capito tutto, innumerevoli volte aveva sempre posto le stesse domande all'inventore, ma senza arrivare a quel punto della conversazione.
-So che ogni anno la città di Atene manda 14 giovani a creta, e so che questi non fanno mai ritorno. Egeo stesso ha pregato Minosse di smetterla con questa faccenda, quindi deduco che non facciano una bella fine. E, non molto tempo fa ho sentito degli strani versi animaleschi  provenire da dietro una porta nelle segrete, sembrava progettata da te.-
Dedalo fece un espressione amareggiata. -Ormai non ti si può nascondere niente. Comunque hai ragione sono vittime sacrificali i ragazzi di cui mi stai parlando-
Arianna sbarrò gli occhi- Vittime sacrificali?-
Quindi tutti i ragazzi, erano...morti?
-Non so se sei pronta a sentire tutta la storia, dovresti sederti un attimo, riguarda anche tua madre-
"Mia madre? Pasifae? Non può essere..."
Arianna si sedette e Dedalo le allungo una tazza con un liquido caldo al suo interno.
-Bevi questa, ti aiuterà a capire-
Arianna ingurgitò lo strano intruglio, sapeva di bacche selvatiche. Si sentì intontita per un attimo, e poi si addormentò.

Arianna aprì gli occhi. Si trovava nei giardini, ma le piante erano leggermente diverse. Che fosse il passato?
Una donna dai capelli lunghi capelli biondi camminava mano nella mano con una bambina, passeggiando tra gli ulivi. "Mamma?"
Era lì. Sua madre era lì, ma per quanto ci provasse Arianna non riusciva a parlare. Guardò la piccola sé cullata tra le braccia della madre. Era davvero stata così felice con lei?
Si accorse del pancione della madre. Doveva essere in attesa di suo fratello. Del fratello nato morto, e che a sua volta era stata la causa della morte della madre.
Prima che Arianna avesse il tempo di deprimersi la scena cambiò.

Era negli alloggi di Pasifae adesso, la regina era sul letto, due levatrici ad aiutarla nel travaglio. Il travaglio che l'avrebbe uccisa.
Le urla della madre cessarono. Arianna chiuse gli occhi, non voleva vedere quella parte della storia, la conosceva fin troppo bene.
Un muggito.
Arianna spalancò gli occhi. Era impossibile...
Eppure era lo stesso muggito che aveva sentito non molte notti prima.
Nelle braccia della madre c'era un mostro, non un bambino. Un piccolo toro con busto e gambe umane. Le levatrici erano inorridite, urlavano e invocavano Zeus. Ed era vivo.
La porta della stanza si spalancò, ed entrò Minosse. I capelli senza fili argentei, il volto con meno rughe, ma la stessa persona che Arianna avrebbe volentieri preso a pugni.
- Tu cagna che non sei altro- Sbraitò
-p...posso spiegare-
-No che non puoi! Che maleficio è questo, Cagna che non sei altro? Vuoi rovinarmi ecco cosa vuoi fare!-
-Minosse i...io-
Dedalo irruppe nella stanza, aveva la veste da consigliere.-Minosse lascia in pace tua moglie, possiamo parlarne con calma-
-Con calma? Con calma?Non dirmi cosa fare sciocco!- Era su tutte le furie, il volto paonazzo.
-é una punizione divina, questa, Minosse. Se avessi sacrificato il toro mandato da Poseidone nulla di questo sarebbe successo-
-Tutte bugie! Guardie!-
Nella stanza si era generato il caos, Arianna voleva solo sparire. Troppe ferite si stavano aprendo sul suo cuore.
Minosse aveva afferrato il mostro, strappandolo dalle braccia della madre, e Arianna per la prima volta provò compassione per quella povera creatura.
Pasifae e dedalo erano stati portati via, probabilmente nelle segrete.
Nella stanza c'erano soltanto Minosse e il neonato, se così si poteva chiamare. E Arianna, ma lei non contava, non poteva interferire con la scena.
-Tu sarai lamia rovina. Minotauro. Credo proprio che dovrò nasconderti, ma magari riuscirò a usarti a mio vantaggio- Un ghigno passò sul volto di Minosse.
-Quanto a tua madre, beh credo che dovrò eliminarla, nessuno deve sapere di questa faccenda. Dedalo invece...devo pensarci, ma è troppo ingegnoso, mi potrebbe servire anche lui.
Il Minotauro cominciò a muggire.
Arianna era sull'orlo delle lacrime, i pugni serrati. Tutto quello che le era stato detto era solamente una grossa bugia.

Si svegliò. Aveva il battito alle stelle, era sudata e il volto era solcato dalle lacrime. Sui palmi delle mani tante piccole mezzelune bianche, doveva aver stretto troppo i pugni. Eppure non vedeva Dedalo da nessuna parte. Nemmeno Icaro.
-Alla buon'ora principessa-
Non poteva essere. Non poteva essere quella voce, era stata attenta a non farsi seguire da nessuno. E a Icaro e Dedalo cos'era successo?
Non poteva perdonarsi nessun errore, non dopo quello che aveva appena scoperto.
Corse nella stanza principale.
Ad accoglierla c'era proprio lui.
Admato

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