2. Ruth

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Stremata mi stendo sul letto dopo aver speso un'ora della mia vita a cercare di togliermi di dosso quel maledetto vestito. Era così stretto che sulla mia pelle sono incollati degli strass come fossero diventati parte integrante del mio corpo. Eveline da brava studentessa  sistema il vestito accuratamente nell'armadio indossando la vestaglia di seta dataci dall'istituto. A differenza di mia sorella,  ho gettato il vestito nell'armadio senza poggiarlo su una stampella e ho indossato una vecchia maglia nera lunga fino alle ginocchia. Quando siamo in camera da sole è l'unico momento nel quale possa essere me stessa, nessun vestito pomposo, niente buone maniere da dover rispettare, soltanto io.

Due colpi alla porta ci fanno sussultare e Daw si copre con le coperte fin sopra la fronte, che fifona.

<<Avanti>> invita Eveline e la porta si apre lentamente rivelandoci la figura di Malee. Indossa la sua vestaglia e i capelli neri sono perfettamente tirati sul capo in uno chignon elegante. I suoi occhi neri vagano per la stanza fino ad incontrare i miei.

<< P'Ruth devi venire con me>> mi supplica con voce tremante.

<<Che succede?>>

<<P'Ithai sta male>>. Nel sentire il suo nome balzo dal letto e corro in direzione di Malee. P'Ithai è l'unico ragazzo con cui io abbia legato in questa prigi- in questo collegio. P'Ithai è un anno più grande di me, arrivò al St.Min qualche mese dopo noi, è figlio unico e le prime notti erano davvero difficili per lui. É nato con una malformazione alle gambe e ciò gli permette di trascinarsi soltanto con le stampelle, ma si ostina a voler vivere senza e molte volte è finito spiaccicato per terra senza chiedere alcun aiuto.  Malee, avendo la camera alle sue spalle, sentiva il baccano e le imprecazioni e correva ad avvertirci. Ogni qual volta correvo in suo soccorso, il mio amico era seduto per terra maledicendosi per essere nato con un destino tanto crudele. 

Senza pensarci due volte, lascio Malee nella nostra camera e percorro il corridoio a grandi falcate per raggiungere Ithai. La direttrice non sa di tutto ciò, è severamente vietato che una ragazza entri nel dormitorio dei ragazzi e vice versa, ma a me non importa, sono disposta ad infrangere la legge per il mio amico.

Giunta fuori la sua porta, giro lentamente la maniglia della porta per entrare. Nel collegio non esistono chiavi o serrature, per motivi di controlli improvvisi le porte possono essere aperte dall'esterno così che un trasgressore possa essere colto con le mani nel sacco. La porta si apre lentamente e mi infilo all'interno della camera scoprendo il mio amico seduto per terra con le stampelle scaraventate contro l'armadio. Ithai alza lo sguardo terrorizzato, ma nel vedermi sembra rilassarsi.

<<Non dovresti essere qui>> mi fa notare con voce monotona. Mi siedo al suo fianco poggiando le mani sul ventre. Ithai resta in silenzio poggiando la testa sulla mia spalla. Sospiro accarezzandogli i capelli castani delicatamente.

<<Cos'è accaduto questa volta?>> Domando dolcemente.

<<Volevo essere un ragazzo normale>> replica e la sua risposta mi squarcia l'anima. Non sono in grado di confortarlo, infondo non so esattamente cosa lui provi. In questi anni ho visto Ithai crescere con la consapevolezza di non poter essere libero completamente, di aver sempre bisogno di qualcuno, di sapere che senza le sue stampelle non sarà in grado di poter mai camminare.

<<Ithai tu lo sei. So che per te può essere difficile e molte volte ti senti vincolato da quelle stupide stampelle, ma sei un ragazzo così forte. Davanti agli altri ragazzi non ti sei mai arreso, nonostante il dolore che ti avvolge il cuore, sei sempre stato in grado di mascherarlo con un sorriso e ti confesso che ne sono piuttosto fiera. Ti prego di ricordare che non sei solo, è normale che ti senta triste o afflitto, ma promettimi che non ti darai per vinto. Qui in questa stanza potrai dar sfogo al tuo dolore e se avrai bisogno di una spalla su cui piangere, mi troverai sempre. Potrò essere anche una ragazza scontrosa, chiusa e indisponente, ma potrai contare su di me, la porta del mio cuore conserva un posticino per te>>.

Run Ruth, RunWhere stories live. Discover now