20. Ruth

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Stufa di attendere che Eve e Thoon siano pronte, lascio la nostra camera per salutare Dean. Ora che Mew non c'è, trascorre i momenti liberi in camera chiamando continuamente a casa per sapere se procede tutto per il verso giusto. Dean ha informato Thoon che era a casa con Mean, il ragazzo che avevo visto l'ultima volta con Mew. A quanto pare è un loro amico d'infanzia, molto legato alla loro famiglia. Nonostante ciò, continua a emanarmi un so che di sbagliato, ma forse è soltanto una mia impressione.  Cammino con lo sguardo chino sulle mie scarpe realizzando di aver dimenticato di allacciare la scarpa destra. Mi fermo per rimediare al problema prima di inciampare e spiaccicarmi sul pavimento. Poggio la spalla sinistra su una porta e alzo la gamba per riuscire ad allacciarmi la scarpa. D'un tratto, la porta che mi sosteneva si spalanca, con il risultato che finisco per terra.

<<Oh cielo! Stai bene?>> Mi domanda una voce maschile agguantandomi per le spalle rimettendomi all'impedì.

<<Si, non preoccuparti>>. Alzo lo sguardo incrociando due occhi nocciola coperti da spessi occhiali da vista e un'espressione sul volto preoccupata.

<<Sei sicura? Ti sei ferita?>> Domanda tenendomi salda per le spalle. Annuisco sorridendogli e mi scuso per essermi poggiata alla sua porta. 

Saluto il ragazzo e proseguo la mia strada verso la camera di Dean. Busso alla porta e ad accogliermi c'è Eros.

<<Entra pure>> si scosta per lasciarmi passare e saluto Dean sventolando la mano. Eros torna a sedersi sul letto di Dean incrociando le gambe. Lascio cadere lo zaino sulla sedia della scrivania e resto all'impedì.

<<Quando hai detto che tornerà Mew?>> Domanda Eros rivolto all'amico.

<<Questo pomeriggio. Mi ha detto che il suo era uno stazionamento breve a casa, ma che dopo pranzo si rimetterà in viaggio>>. Mew questa sera sarà qui con noi. In questi ultimi due giorni della sua assenza, ero tentata più volte di scrivergli, per sapere come stesse, ma ogni qual volta ci provavo, finivo per accantonare ripromettendomi di parlargli al suo ritorno.

<<Come mai Eros è già qui?>> Domando scacciando i pensieri.

<<In realtà ha dormito qui questa notte. Non sono abituato a dormire da solo, Mew è sempre stato con me in ogni occasione ed Eros da buon amico si è offerto di restare con me>> mi spiega Dean schiaffeggiando amichevolmente la spalla di Eros. Il ragazzo replica con un'occhiataccia, ma che si tramuta non appena Dean lo abbraccia. Eros lo stringe a sé con forza, deve voler molto bene al suo amico. Dean e Mew sono stati i primi amici che Eros avesse avuto  quando si è trasferito a Bangkok e per questo che è particolarmente legato ad entrambi. Dean mi fa cenno di sedermi tra di loro e corro dal mio amico. Eros si scosta leggermente per farmi sedere e riesco a prendere posto accanto Dean. 

<<Mia sorella ed Eve?>> 

<<Sono ancora in camera>> replico annoiata  e Dean ridacchia poggiandomi una mano sulla spalla. Eros ci guarda attentamente e fa per alzarsi, probabilmente avrà delle faccende da sbrigare.

<<É meglio che io vada, vorrei cambiarmi prima dell'inizio delle lezioni>> ci comunica Eros rimettendosi le scarpe.

<<Grazie per tutto>>. Dean gli sfodera il miglior sorriso dimostrando la sua riconoscenza per l'atto di gentilezza del suo amico. Eros si richiude la porta alle spalle e Dean torna a concentrarsi su di me.

<<Mew sta tornando>> esordisce rompendo il silenzio.

<<Lo hai già detto>>
<<Vorrei che gli parlassi>> ribatte questa volta serio. Sposto lo sguardo su tutto il suo volto in attesa di qualche sorriso o reazione, ma resta impassibile.

<<Perchè dovrei?>> Domando scettica.

<<Perchè siete amici. Negli ultimi giorni la pausa pranzo si è trasformata in una scelta se sedersi con te oppure con Mew. La maggior parte del tempo vi siete evitati fingendo di dover occuparvi di altre faccende restando soli in aula. Per la più parte ti ho trovata parlare con Kamon, e di questo te ne vorrei parlare, oppure Mew stare con altri compagni del corso. Non mi piace questa situazione>> sbuffa triste.

<<Cosa intendi con Kamon?>> Domando ignorando l'intero discorso.

<<Ultimamente trascorri del tempo con lui, e Ruth sia ben chiaro sei libera di fare ciò che vuoi, ma non fidarti troppo di lui. Lo conosco abbastanza per sapere che Kamon è un ottimo manipolatore, all'apparenza ti può sembrare un ragazzo sincero, genuino, ma Kamon nasconde sempre qualcosa, le sue azioni non sono mai spinte dalla generosità e non vorrei che tu ti immischiassi troppo nella sua vita>>. Dean ne sembra quasi terrorizzato nel avvertirmi. Comprendo il suo mettersi in guardia con Kamon, Dean è anche fin troppo buono a parlargli o aiutarlo in caso di bisogno. Chiunque dopo ciò che ha subito lo avrebbe odiato, ma Dean dell'odio non ne conosce nemmeno la parola. 

<<Non preoccuparti Dean, so badare a me stessa>>. Dean si limita ad annuire e cambiare subito discorso. Soltanto parlare di lui lo rattristisce. Mi sento colpevole per aver rievocato in lui ricordi che desidererebbe cancellare. É da invidiare la forza con cui continua ad andare avanti, con cui riesce a incrociare il suo sguardo e scambiare parole con lui. Non oso immaginare il dolore provato quando ha dovuto rivedere i suoi occhi, il suo sguardo glaciale, quei capelli nero pece che gli coprono la fronte, quello sguardo che potrebbe incenerire chiunque. Come può celarsi dietro un adolescente tanto odio e disprezzo per il mondo. Sentimenti così bui da raggelare il sangue nelle vene.  

Inevitabilmente Dean ed io finiamo per chiacchierare del più e del meno dimenticandoci delle nostre sorelle che ci chiamavano senza sosta. Quando sono arrivata in camera di Dean era primo pomeriggio, ma il tempo è volato immischiandosi nelle nostre chiacchiere a che il sole ha lasciato spazio al crepuscolo. 

<<Forse è meglio che vada via. Mew sarà qui a momenti e non vorrei disturbarvi>> esordisco alzandomi dal letto, ma prima che Dean possa aprire bocca, la porta della camera viene aperta e fa capolino un ragazzo biondo con un borsone sulla spalla destra.

<<Sono tornat- ciao Ruth>> mi saluta Mew duro.

<<Stavo giusto andando via, v-vi saluto>>. A passo felpato raggiungo la porta, ma la mano di Mew si stringe sul mio braccio.

<<Vorrei parlarti>>. Non ho il coraggio di incrociare il suo sguardo che brucia sulla mia pelle. La mia mente immagina il sopracciglio destro leggermente alzato, gli occhi nocciola che mi penetrano fin dentro le ossa e la sua mano che mi brucia la pelle.

Senza avere la forza di parlargli, mi dimeno dalla sua presa e scappo via ignorando la sua voce che pronuncia più volte il mio nome. Ruth, Ruth, Ruth, come una melodia che desideravo ascoltare da tanto tempo, ma che si è trasformata in un incubo. Inizio a correre allontanandomi dalla loro camera, desiderosa di tornare nella mia chiudendo il mondo fuori la porta per un po'.

<<Hey hey, se corri ti farai male>> mi avvisa una voce al mio fianco. Arresto il passo e mi volto nella sua direzione, riscoprendo il ragazzo di questa mattina.

<<Oh sei tu>> constata sorridente.

<<Mi dispiace, stavo andando via>> mi scuso senza alcun motivo valido.

<<Non preoccuparti. Prima che tu vada via vorrei presentarmi>>.

Annuisco e gli porgo la mano.

<<Mi chiamo Ruth>>. Il ragazzo afferra la mia mano con presa piuttosto forte.

<<Io mi chiamo Leo.>>

Run Ruth, RunWhere stories live. Discover now