16. Ruth

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<<Ruth verrai a scuola oggi  non è vero?>> Mi domanda Eve seduta al mio fianco sul letto vestita e pettinata. Thoon è chiusa in bagno a prepararsi mentre io sono ancora fra le coperte ed in pigiama.
Annuisco e sulle labbra di mia sorella compare un grazioso sorriso. Eve era estremamente preoccupata per me dopo aver saputo tutta la storia, ho beccato anche una ramanzina sulla questione che avrei potuto chiamarla  e lei sarebbe corsa in mio soccorso, ma vedendomi giù di morale, non è durata molto. Mi ha persino proposto di tornare a casa se ne avessi avuto bisogno, ma naturalmente ho negato. Al collegio St. Min non vorrò metterci mai più piede. 

Per la gioia di Eve, riesco finalmente a lasciare il caldo letto ed indossare la divisa scolastica. Se ho scelto di uscire da questa camera è perchè ho la necessità di frequentare le lezioni ed essere una studentessa comune. Eve ed io abbiamo faticato tanto per arrivare fin qui, per essere riuscire a fuggire dal nostro destino e scriverne uno tutto nostro. Indosso la camicia pensando che siamo già fortunate se le autorità reali non siano intervenute, ma non canto vittoria, ben presto Mrs Joyce darà l'allarme alla mia famiglia e saremo spacciate. 


<<Sono pronta>> avviso le mie compagne di stanza mentre richiudo la porta del bagno alle mie spalle. Sul mio letto è seduto Dean con lo zaino sulle gambe e lo sguardo perso nel vuoto. Thoon ed Eve hanno assunto un'espressione preoccupata e mia sorella mi fa cenno di avvicinarmi al suo letto. Seguo il suo ordine e Dean alza gli occhi su di me.

<<Ruth>> mi richiama con sorriso sbilenco.

<<Perchè avete queste espressioni preoccupate? É accaduto qualcosa?>> Scuotono tutti il capo all'unisono e subito Eve si alza dal suo posto per trascinarmi fuori la camera assicurandosi che Thoon ed io arriviamo in orario nella nostra classe. Salutiamo Eve e Dean e la mia amica mi prende per un braccio trascinandomi all'uscita.

<<Che ti prende?>> Le domando leggermente infastidita dai suoi modi. Non fa altro che tirarmi il braccio provocandomi delle fitte acute. Thoon si scusa osservando il mio volto dolorante e mi lascia andare. La osservo attentamente, i piedi ben allineati, le braccia stese lungo i fianchi, i capelli sciolti che le coprono le guance.

<<Perchè sei nervosa?>> La mia domanda la sorprende, in un primo momento sbarra gli occhi sorpresa e le sue guance diventano rosee. Thoon sorride forzatamente, ma per sua fortuna siamo arrivate alla nostra aula. La mia amica si precipita all'ingresso sedendosi al suo posto accanto Diana. Sospiro e prendo posto al banco adiacente lasciando ricadere lo zaino dietro la sedia. Mi impongo di parlare con Thoon a fine lezioni per sapere che le prende.  L'aula si riempie ben presto di studenti e l'arrivo dell'insegnante ammutolisce l'aula. 

Le lezioni di storia sono sempre uno strazio per me, che sia Mrs D o Mrs Daine, continuerò a detestare la storia. Apro il libro per sottolineare ciò che andremo a studiare, ma la sua domanda mi fa arrestare di colpo.

<<Conoscete tutti la storia del bambino sopravvissuto non è vero?>> Gli studenti annuiscono energicamente, ma il mio sguardo confuso deve aver colto l'attenzione della mia insegnante tanto da ricevere il suo aiuto.

<<Ruth non la conosci?>> Mi domanda dolcemente.

<<Mi dispiace, ma non so di cosa stia parlando>> mi scuso. Mrs Daine mi tranquillizza e lascia Thoon a spiegare la storia all'intera classe.

<<Diciotto anni fa secondo delle notizie anonime, una famiglia è rimasta vittima di un incidente, si parlava di una fuga di gas che avrebbe ucciso durante la notte i genitori e i nonni, e l'unico sopravvissuto era appunto un bambino di soltanto un anno. Ciò che è rimasto un mistero era che i corpi non sono mai stati ritrovati e nemmeno il bambino ancora vivo. Alcune fonti anonime sostenevano di aver sentito il bambino piangere mentre la casa iniziava a prendere fuoco. Si pensa che il bambino sia morto insieme alla famiglia, altri sostengono che in realtà il bambino sia stato salvato e si aggiri per Bangkok con un'altra identità. Cosa rende speciale questa storia è che alcune fonti sostengono che l'incidente non sia stato casuale, ma che era un modo per eliminarli poiché erano a conoscenza di segreti reali>> Quando le mie orecchie percepiscono la parole "reale", il sangue mi si gela nelle vene. La mia mente memorizza la storia appena raccontatami da Thoon fino a che qualcosa non scatta nella mia mente. Il bambino sopravvissuto, incidente, famiglia reale. É la storia che ci raccontava papà quando eravamo piccole! Il bambino sopravvissuto che per anni desideravo conoscere la vera storia. Non posso crederci che l'intera Bangkok ne era a conoscenza tranne noi. La nostra famiglia non ha fatto altro che tenerci nascoste l'intera storia, timorosi che avremmo indagato. Perchè tenerci all'oscuro? Diciotto anni fa nostro nonno non era nemmeno il re, da poco avevamo perso nostra nonna per cause naturali come ci raccontò nostra mamma quando Eve ed io avevamo circa otto anni. Nonostante ciò non mi sorprende, la mia famiglia è sempre così misteriosa, per i miei genitori ogni informazione si può trasformare in un affare di stato delicato, probabilmente avranno evitato di raccontarci la storia sapendo che Eve ed io avremmo indagato per sapere di più e sarebbero nate concetture sulla nostra famiglia.


<<Ruth vieni a pranzo con noi?>> Domanda Diana sistemandosi la spallina dello zaino affiancata da Thoon.

<<Andate pure, sistemo i libri e vi raggiungo>>. Le mie amiche mi salutano lasciando l'aula e mi affretto a raccattare le penne e i quaderni sparsi sul banco. Sistemo le penne nel porta pastelli e butto i fogli scarabocchiati. Una volta concluso il tutto, prendo il cappotto, lo zaino e lascio l'aula. I corridoi sono oramai vuoti, gli studenti sono riuniti in mensa per la loro desiderata pausa pranzo. Percorro il corridoio a passo felpato ansiosa di rivivere quel giorno con Kamon, la paura di incontrare colui che è dietro i biglietti intimidatori è alta, sono sola e se urlassi nessuno verrebbe in mio soccorso. Quasi urlo quando poco più lontano  vedo un ragazzo di spalle. Sto per fuggire dall'altro lato, quando i capelli biondi raccolti in un codino mi bloccano il respiro. Il suo nome mi muore sulle labbra quando Mew viene improvvisamente affiancato da un ragazzo più alto di lui, robusto con spalle larghe, i capelli castano scuro folti che gli ricadono sulla fronte, le mani nascoste nelle tasche del pantalone nero. La cravatta altrettanto nera gli ricade perfettamente sulla camicia bianca che gli evidenzia i muscoli. Gli occhi piccoli a mandorla emanano uno sguardo glaciale. Il ragazzo misterioso pone una mano a Mew e quest'ultimo gli porge un borsone. Resto ferma nascosta in un angolo osservando i due ragazzi svoltare l'angolo e sparire dalla mia vista. Quel ragazzo emanava un so che di misterioso e spaventoso allo stesso tempo. Poggio il capo sulla parete, in che pasticci si starà cacciando Mew?

Run Ruth, RunWhere stories live. Discover now