11. Ruth

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Resto accovacciata per molto tempo per non essere beccata da Kamon. Non posso crederci, c'è davvero qualcuno che lo sta minacciando, ma chi potrà essere? Dean ha detto che Mew ne è fuori e io gli credo, che motivo avrebbe per minacciare Kamon? Certo, ha fatto soffrire il suo amico, ma ne parlano come se fosse acqua passata, senza alcun risentimento. Dean fa di tutto per dimentarlo, figuriamoci se lo perseguita con biglietti intimidatori.
Il cellulare mi vibra nella tasca e mi afretto ad afferrarlo. Mew mi sta chiamando.
<<Pronto?>> Sussurro.
<<Ruth? Perchè bisbigli?>> Domanda confuso.
<<Sono in biblioteca>>
<<capisco. Aspettami lì, sto arrivando>>. Vorrei dirgli di lasciar perdere e restare dove si trova, ma Mew termina la chiamata. Sbuffo e gattono per uscire dallo scaffale evitando di essere notata. Fortunatamente Kamon non nota la mia presenza e riesco a sgattaiolare senza creare danni.
Torno al tavolo dove avevo lasciato il mio zaino ed attendo l'arrivo di Mew sfogliando un libro trovato su un tavolo.
<<Finalmente ti ho trovata>>. Mew mi poggia una mano sulla spalla mentre lascia cadere lo zaino sulla sedia. Si sbottona i primi due bottoni della camicia e si lascia andare sulla sedia al mio fianco. I capelli sono perfettamente sistemati legati all'indietro, chissà come deve essere con i capelli sciolti.
<<Mew>> lo richiamo. Il ragazzo volge lo sguardo su di me pietrificandomi.
<<Perchè non scogli mai i capelli?>> gli domando pentendomi subito dopo della domanda, forse sono stata scortese. Voglio scusarmi, ma la sua voce mi blocca.
<<Vuoi davvero vedermi con i capelli sciolti?>> Domanda e subito sul suo volto si dipinge il suo iconico sorriso.
Annuisco con le guance rosse nettamente imbarazzata.
Mew si alza dal suo posto e si accosta con le labbra al mio orecchio. Quel tocco mi provoca una scarica di brividi per tutto il corpo, una sensazione strana che non avevo mai provato prima.
<<Li vedrai solo se accetterai di uscire con me>>. Sgrano gli occhi dalla sorpresa. Non lo ha detto sul serio.
<C-cosa?>> Balbetto rossa come un pomodoro.
<<Hai sentito bene>>. Ammicca e mi lascia lì sola con mille pensieri che mi alleggiano nella mente e che rischiano di farmi andare in fumo il cervello. Resto a fissare il vuoto per un po' di tempo, Mew mi ha davvero chiesto di uscire insieme? Da soli? Come un appuntamento?
Mi alzo di scatto dalla sedia correndo via dalla biblioteca con le guance in fumo. Le sento diventare sempre più calde e ciò mi mette in estremo imbarazzo. Giungo al mio dormitorio e tiro un sospiro di sollievo, non so esattamente da cosa io sia fuggita, ma mi è sembrato tutto estremamente strano.
Apro la porta con la chiave e scorgo una testa mora di spalle. Eve è intenta a leggere qualcosa su un libro, concentrata tanto da non essersi nemmeno resa conto della mia presenza.
<<Ciao sorella>> la saluto ed Eve sobbalza lasciando cadere il libro ai suoi piedi.
<<Mi hai spavetata Ruth!>> Si lamenta chinandosi a raccogliere ciò che aveva perso. Ridacchio e mi siedo al suo fianco sbirciando il titolo sulla copertina del libro. Si tratta di un libro del suo corso scritto in lingua inglese.
<<Stavi studiando?>> Le domando e lei annuisce. Mi alzo per lasciarla studiare in pace e mi chiudo in bagno per sciacquare il volto. Mi asciugo le gote delicatamente guardandomi allo specchio. Avrei una voglia matta di urlare, ma mi contengo dal farlo, Eve finirebbe per sgridarmi.

Esco dal dormitorio lasciando studiare mia sorella in pace e sospiro. Le lezioni per oggi sono finite, Daw è tornata a casa con Dean per prendere ulteriori indumenti da portare nei dormitori. Diana mi aveva riferito che sarebbe rimasta nel suo dormitorio per riposarsi stanca dalla settimana di lezioni appena terminata. Non so proprio dove andare o cosa fare. L'aria fresca mi pizzica il volto, l'inverno sta arrivando portando con se neve e cattivo tempo perenne. Non che me ne dispiaccia, ma non sono una graande fan dell'inverno. Le mie sorelle ed io preferiamo di gran lunga l'estate, sia perché i nostri compleanni ricadono in quella stagione, sia perché amiamo il sole ed andare in spiaggia.

Vago per i corridoi deserti per ammazzare il tempo. Il silenzio regna in queste aule rabbrividendomi. D'un tratto però, un urlo squarcia quel silenzio, impallidisco e le mie mani non smettono di tremare. Nessuno sembra essersene accorto da correre a controllare. Il silenzio ritorna a regnare, ma in lontananza avverto dei passi nella mia direzione. Terrorizzata inizio a correre in cerca di un'aula vuota in cui rifuggiarmi. Tutte le porte sembrano essere chiuse a chiave, temo di essere spacciata, chiunque sia e qui e potrbbe farmi del male. Ho tanta paura, tremo come una foglia, ma non mi arrendo, continuo a tirar giù tutte le maniglie pregando di trovare una porta aperta. Gli dei sembrano essere dalla mia parte, una porta riesce ad aprirsi e sguscio all'interno come un serpente. Chiudo la porta e la blocco con sedie e un banco. Mi accosto ad essa fermando il respiro. Il cuore non fa che battere forte, temo possa essere sentito da fuori la porta. I passi cessano poco più avanti della porta. Sono spacciata. Aprirà questa porta e solo Dio sa cosa mi accadrà. Chiudo gli occhi strizzandoli giungendo le mani in preghiera. Le guance si bagnano di lacrime, ho tanta paua, vorrei che Eve fosse con me.
I passi finalmente si allontanano e dopo un'infinità di tempo decido d lasciare l'aula. Qualche vociare di studenti mi risuona nelle orecchie come una melodia piacevole. Lascio un lungo sospiro, ma alla mia mente ritorna quell'urlo agghiacciante.
Inizio a camminare in direzione di dove proveniva e lancio sguardi a destra e sinistra in cerca di qualcosa. Mi fermo quando scorgo una porta semi aperta sulla mia sinistra. Forse non dovrei avvicinarmi, ma se qualcuno è ferito ho il dovere di aiutarlo, chiunque esso sia.
Apro lentamente la porta fino a che i miei occhi non si posano su un corpo rannicchiato. Porto una mano sulla bocca sorpresa e a grandi falcate mi avvicino accovacciandomi. Con tutta la forza che ho in corpo, giro il corpo su un fianco urlando per la sorpresa che mi ritrovo.
<<Kamon, che ti è successo?>> Urlo con terrore e disgusto. Il volto e interamente coperto di sangue che è quasi irriconoscibile. Il naso è gonfio come un pallone, il labbro inferiore spaccato e ha gli occhi semi chiusi come se avesse da poco ripreso coscienza.
<<Riesci a muoverti?>> Gli domando ma muove le labbra lentamente formando un no. Spaventata caccio il telefono chiamando aiuto. Non potrei in nessun modo lasciarlo li solo per terra.
Dopo qualche squillo finalmente ricevo risposta.
<<Mew, Mew ti prego devi correre>>
<<Stai bene?Che succede?>> Risponde preoccupato.
<<Io sto bene. Sono nell'ala est della scuola. Ti prego fa presto>>.
Riaggancio sedendomi accanto a Kamon alzandogli piano il capo per poggiarlo sulle miegambe.
<<Chi ti ha ridotto cosi?>> Domando pur sapendo di non ricevere risposta. Mi sento cosi in colpa, sapevo che avrei dovuto parlarne con qualcuno dei biglietti che riceveva. Dean aveva negato, ma in biblioteca ho visto con i miei occhi quel biglietto. E se il suo agressore lo avesse portato qui con una trappola? Ma chi vuole far del male a Kamon? Cosa avrà fatto di cosi spitato da crearsi nemici che lo vogliono morto.

<<Ruth, Ruth>> Urla Mew e richiamo il suo nome per portarlo fin qui. Il ragazzo entra con il fiato corto per la corsa e con uno sguardo spaventato. Nel guardare Kamon la sua espressione si tramuta in disgusto e deve chiudere gli occhi per non rigurgitare.
<<Che diamine e successo? Sei sicura di star bene?>>
<<Si. Ero in giro per la scuola quando ho sentito un urlo agghiacciante. Mi sono nascosta per molto tempo in un'aula timorosa che qualcuno potesse farmi del male. Quando la situazione si è calmata, sono uscita per controllare ed ho trovato una porta semi aperta. Sono entrata e  Kamon era in questo stato. Ti prego Mew, dobbiamo aiutarlo>> Lo supplico e lui annusice.
<<Aspetta qui, chiamo un'ambulanza>>
<<no>> biascica Kamon. Ci voltiamo entrambi nella sua direzione sconcertati.
<<Devi farti medicare>> lo supplico.
<<Vi scongiuro non chiamatela>> ripete. Mew ed io ci guardiamo e annuiamo all'unisono.
<<Potremmo portarlo nella mia camera. Dean non c'èed inoltre non è molto lontana da qui>> propone Mew. Si abbassa per caricarsi Kamon sulle spalle e lo aiuto ad usire dall'aula. Cammino poco più avanti per dare il via libera di procedere senza sguardi indiscreti.
Giunti nella camera di Mew, riposa Kamon sul suo letto delicatamente togliendosi la camicia sporca di sangue. Resta a petto nudo lasciandomi di soppiatto, ma smetto di pensarci, la nostra priorità è un'altra.
Mew prende del disinfettante e garze da un kit mentre io premo il ghiaccio sul suo naso per sgonfiarlo. Kamon mugugna dal dolore e mi scuso, ma un po' di dolore e nessario per farlo riprendere. 

Una volta medicato, Kamon sembra stare molto meglio. Il naso è ancora un po' gonfio, ma il volto non e sporco come prima. Mew gli ha fasciato anche il polso destro che non riusciva a muoverlo consigliandogli di vedere un medico se il dolore dovesse restare tale.Nel frattempo ho preparato una tisana calda nel picolo angolo cucina che possiede la camera per farlo rilassare.
<<Vi ringrazio molto per il vostro aiuto. Sono in debito con voi>>
<<Non devi ringraziarci, ma piuttosto, chi ti ha conciato in questo stato?>> Gli domando a braccia conserte.
<<Non posso riverarlo o accadrà qualcosa di peggio che qualche taglio>>
<<Qualche taglio? Kamon quando ti ho ritrovato temendo fossi morto!>> Sbotto.
<<Ruth ti prego, non peggiorare la situazione. Ascoltate, vi ringrazio dal profondo del mio cuore per il vostro aiuto, ma dovete promettermi che nessuno all'infuori di voi due saprà  di questo incidente>>. Il suo sgaurdo è serio, e guardo Mew in attesa di risposta. Perchè vuole proteggere il suo aggressore? Che sia uno studente di questa scuola?
<<Va bene, te lo promettiamo. Ma ti prego di stare attento>> lo informa Mew.
<<Ci proverò, e mi raccomando. Non una parola con Dean>>.

Run Ruth, RunWhere stories live. Discover now